È guerra in Consiglio comunale. Ma è una guerra tutta interna al Gruppo misto.
A dirsele di santa ragione, le due componenti Elisa Marino e Manuela Nicita. Oggetto della contesa: la partecipazione alle commissioni consiliari.
Nel corso dei lavori di Aula di giovedì sera, la Marino, forte del proprio ruolo di capogruppo ottenuto in base al maggior numero di consensi alle amministrative, ha chiesto la ricomposizione delle commissioni permanenti, informando la massima assise di aver inoltrato due volte la richiesta formale al presidente Giovanni Iacono, ma di non avere ricevuto alcun riscontro.
“Ho atteso pazientemente una risposta”, ha dichiarato il consigliere Marino, confluita nel Gruppo misto a settembre 2013 dopo aver lasciato Ragusa domani, “ma il presidente ha evidentemente ignorato le mie legittime richieste, dimenticando di dover essere super partes e di dover tutelare le esigenze dell’intero Consiglio in maniera imparziale. Oggi, mi dispiace che Iacono sia nuovamente assente, mi rivolgo all’Aula e al segretario generale. Le chiedo”, dice rivolgendosi al dottor Francesco Lumiera, giovedì in sostituzione del dottor Vito Scalogna “di prendere in visione la mia proposta e di dare seguito ad una prassi istituzionalmente ineccepibile”.
E così la consigliere procede alla nuova modulazione delle commissioni, lasciandone in sostanza solo una a Manuela Nicita.
Ad obiettare il dirigente Lumiera, il quale ha spiegato che la prassi non può essere espletata se non viene inserita nell’ordine del giorno, restituendo di fatto la palla a Giovanni Iacono che, appena rientrerà in sede, avrà tra le tante anche questa questione da risolvere.
E se la passionale Manuela Nicita (ex Cinque stelle, vista alle riunioni del Movimento Partecipiamo – di Iacono – ma a luglio 2014 confluita nel Gruppo misto) ha preferito non intervenire in aula, si è sfogata stamane scrivendo sul proprio profilo Facebook. Così:
Ieri in consiglio comunale è stato leso il mio diritto di rappresentanza. La capogruppo del Gruppo misto (che non è un partito politico, in quanto vi confluiscono i consiglieri di diversi orientamenti), si è alzata e, senza prima discutere con la sottoscritta di eventuali rimodulazioni, ha deciso di prendersi tutte le commissioni stabilite in precedenza, lasciandomene solo una. Il tutto in barba ai principi democratici e del rispetto al diritto di rappresentanza. Secondo il nuovo ordinamento, lei dovrebbe fare parte della commissione Affari generali, Lavori pubblici, Bilancio, Servizi sociali, Sviluppo economico, la Conferenza dei capigruppo oltre alla Trasparenza, della quale è presidente. A me rimane la commissione Ambiente. Contesterò tale situazione perché è palese il sopruso che mi è stato fatto.