Continuano i controlli contro il lavoro nero e contro le forme di schiavitù e di sfruttamento sessuale di donne extracomunitarie (in special modo rumene, come messo in evidenza da un’inchiesta giornalistica del settimanale L’Espresso), su tutto il territorio ragusano, dei Carabinieri della Compagnia di Vittoria, insieme a quelli del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Ragusa, in aziende agricole, magazzini, campi e serre, dei comuni di Vittoria e Acate.
Ecco cosa hanno scoperto i militari:
Le verifiche poste in essere hanno permesso di controllare oltre 60 lavoratori, tra uomini e donne, di una grossa azienda agricola di contrada Bosco Rinelli, in Acate.
Constatato il rispetto delle norme in materia di tutela assicurativa e previdenziale, nonché di sicurezza sui luoghi di lavoro, come previsto dal decreto legislativo nr. 81 del 2008, l’attenzione dei Carabinieri si è concentrata sui tutte le donne lavoratrici presenti, italiane e straniere, che sono state opportunamente intervistate, mantenendone l’anonimato, in merito all’eventuale esistenza di situazioni di schiavismo sessuale, e/o sottoposte a qualsiasi forma di assoggettamento psicologico o sfruttamento: tutte le informazioni acquisite sono al vaglio degli inquirenti che proseguiranno i controlli, mettendo a sistema le informazioni acquisite con quelle ottenute durante i controlli delle scorse settimane, anche se, dai primi risultati, sembrerebbe che non sussistano situazioni anomale.L’attività ispettiva si è altresì concentrata sui luoghi di utilizzo comune dei lavoratori, come gli spogliatoi e i servizi igienici collegati, al fine di riscontrare eventuali condizioni di degrado.
L’invito, comunque, rivolto a tutti coloro che sono a conoscenza di eventuali situazioni di sfruttamento, anche sessuale, è quello di denunciare alle Forze dell’Ordine fenomeni di tal genere, al fine di intervenire sinergicamente.
L’attività ispettiva dell’Arma dei Carabinieri proseguirà in tutto il territorio della provincia di Ragusa anche nei prossimi giorni, al fine di contrastare efficacemente i citati fenomeni che comportano, com’è noto, conseguenze negative al tessuto socio-economico della nostra realtà territoriale, creando anche un diffuso e, a volte, incontrollato allarme sociale.