L’eterna disputa tra Ragusa e Modica passa dalla titolarità della provincia a quella dei Consorzi, dall’Università alla miglior vetrina all’Expo 2015, e finisce nel “muricanu cheese” che il sindaco di Modica Ignazio Abbate vorrebbe realizzare sottraendo al Comune (ormai ex) capoluogo la famosa Cacioteca del Corfilac.
Abbate qualche giorno fa aveva lanciato la proposta: “Mi sorprende assistere al progressivo abbandono di una struttura tanto importante per la valorizzazione del territorio come la Cacioteca regionale siciliana che ha sede a Ragusa presso il Corfilac. Ho osservato le potenzialità della Cacioteca che in questo momento non è agibile, causando una perdita sia di immagine che lavorativa per il territorio. La mia proposta è di trasferire la sede a Modica, attuando degli interventi necessari alla piena funzionalità di quello che potrebbe essere il Museo del Formaggio”.
A rispondergli, questa mattina, sulle colonne del quotidiano La Sicilia, è stato direttamente il presidente del Corfilac Salvo Barbagallo: “Se il Comune di Modica ha possibilità di investire in questo settore”, ha dichiarato Barbagallo al quotidiano “ne sarò felice per l’intero territorio ibleo e per lo stesso Comune di Modica che dimostrerà di aver superato le difficoltà economiche del passato. Immagino che il sindaco Abbate, con la sua proposta e le sue dichiarazioni, voglia supportare tutte le imprese del territorio ibleo e non solo quelle di Modica. Pertanto potrebbe valutare di entrare come Comune a far parte del Corfilac e sposare il progetto complessivo, compresa la Cacioteca”.
Insomma, bando alle logiche di campanile, tanto più che il Ragusano Dop non è solo dei ragusani, così come non è solo dei modicani, al pari di molte altre ricchezze del territorio, prima fra tutte l’iscrizione alla World Heritage List che, non a caso, individua nel Val di Noto un unicum da tutelare tutto insieme. Glielo stanno dimostrando tutti (e la vicenda del libero Consorzio fa scuola, in questo senso): quando il sindaco Abbate lo capirà, sarà sempre troppo tardi.