In vent’anni di giornalismo, prevalentemente politico, si può immaginare di averne viste di “tutti i colori”. E invece no.
C’è sempre da imparare (le peggiori cose) che purtroppo fanno parte dell’Italietta del politichetto di bassa statura.
Ci sarebbero tanti esempi di cui parlare, ma uno mi ha colpito in maniera particolare , non foss’altro che per l’ilarità che suscita.
Faccio un piccolo preambolo, proprio perché si capisca meglio di cosa parlo. L’avvicinamento alla politica, per alcuni, forse oggi per molti, ha un motivo preciso: farsi i fatticelli propri. Ad alcuni riesce e allora va tutto bene. Ad altri no, e quindi cominciano i problemi. Dunque si assiste, nel breve volgere di qualche mese, a un impegno serio e totale in campagna elettorale, dove la “vis politica” sembra far parte del dna, fino ad arrivare, dopo, a opporsi a quel partito per cui ci si è spesi senza limiti.
Cosa è successo nel frattempo? E qui arriva la mia visione del politichetto di bassa statura. Questo personaggio, o meglio questi personaggi, avevano sposato la causa con l’obbiettivo ben preciso di far tornare i propri conti, soprattutto se avevano sposato una causa vincente. Ma i conti non sono tornati.
I fatticelli propri sono rimasti solo una lontana chimera e quindi che si fa? Ci si trasforma in duri e puri della politica.
Per cui, pur militando ancora all’interno del partito di cui erano grandi sostenitori, questi personaggi diventano severi e attenti osservatori.
Anime critiche che danno voce al dissenso nei confronti di quel partito in cui bazzicano a pieno titolo. E sono pure convinti di avere credibilità nella società civile. L’importante è che ne siano convinti loro. La società civile, molto meno.
Di chi e di cosa parlo? Dai, si sa che non si dice mai chi è il peccatore o, come in questo caso, i peccatori. Chi se la vuol sentire, è liberissimo di sentirsela.