“In un momento in cui persino Silvio Berlusconi e Francesca Pascale sembrano, seppur presumibilmente per sole ragioni di consenso elettorale, favorevoli a passi avanti sui diritti civili, l’uscita del ministro Angelino Alfano è decisamente controcorrente e fuori dal tempo”.
Anche da Modica si sollevano le polemiche contro l’annuncio del ministro dell’Interno sull’invio di una circolare ai prefetti, affinché invitino formalmente i sindaci a cancellare le trascrizioni delle nozze gay contratte all’estero: il commento è di Maurizio Sammito, il primo modicano a decidere di sposare il suo compagno, Michele, con il quale vive ormai da 18 anni in provincia di Treviso.
Le loro nozze sono state celebrate a Oporto, lo scorso mese di maggio, e anche se Maurizio e Michele non hanno chiesto la trascrizione della loro unione nei registri italiani, la vicenda suscita inevitabilmente anche a loro un commento: “Alfano farebbe meglio a pensare di occuparsi di problemi ben più gravi che ha il nostro Paese, anziché farci fare passi indietro laddove sarebbe invece l’ora di fare qualche passo avanti”.
Quella di Maurizio e Michele è infatti una storia tra molte altre storie, di coppie consolidate costrette a volare all’estero per celebrare nozze che diventano un gesto simbolico, più che sostanziale, un modo per affermare la propria unione e la propria volontà di stare insieme, senza che questo possa portare per loro, una volta trasferiti in Italia, alcun diritto come coppia: “Non avevamo ancora pensato di registrare la nostra unione in Italia“.
“Avevo provato ad informarmi” conferma Maurizio “ma nel nostro Comune non è stato ancora istituito nemmeno il registro delle unioni civili. Mi sono ripromesso di volermi muovere con le istituzioni per perorare questa causa e lo farò”.
Maurizio e Michele sono stati e restano molto impegnati sul fronte del riconoscimento dei diritti alle coppie gay: proprio Maurizio, infatti, in occasione delle loro nozze è stato il protagonista di una battaglia sindacale che ha portato alla fine Intesa San Paolo, il gruppo bancario per cui lavora, a firmare un accordo con i sindacati per il riconoscimento del congedo matrimoniale anche a quei dipendenti, come lui, che si sposano all’estero con persone dello stesso sesso.
Quando Maurizio aveva avanzato questa richiesta, la dirigenza dell’azienda gliel’aveva negata, spingendolo a condurre la sua battaglia con il supporto dei sindacati, forti anche di alcuni importanti precedenti in Italia (nei giorni scorsi è arrivata da Palermo anche la notizia dello stesso riconoscimento da parte di un’azienda pubblica, l’Amat).
Adesso suo “marito” Michele, medico oncologo, sta provando a ottenere la stessa cosa dall’azienda ospedaliera in cui lavora.
E a quanto pare avranno anche un’altra battaglia da condurre, insieme a centinaia di altre coppie, per il riconoscimento del loro matrimonio anche in Italia.
A MODICA LE UNIONI CIVILI SONO FUORI DALL’AGENDA
Mentre i sindaci di mezza Italia, da Napoli a Udine, da Bologna a Grosseto, si sono rivoltati contro il Ministro Alfano, il dibattito nazionale sulle pari opportunità e i diritti civili per le unioni omosessuali (ma non solo) lascia del tutto estranea la città di Modica. Ragusa e Vittoria hanno già deciso per l’istituzione del Registro delle unioni civili, per quel poco che questo può contribuire ad assicurare in termini di diritti alle coppie di fatto, sia etero che omosessuali, e in Sicilia sono già molti i Comuni, a cominciare da Palermo, Catania e Siracusa che lo hanno fatto (a Siracusa appena poche settimane fa si è iscritta una coppia formata da due donne), al Comune di Modica questo argomento non è mai nemmeno stato inserito in agenda.
Non era nel programma elettorale del sindaco Ignazio Abbate, che in effetti non ne ha mai parlato, ma nemmeno i partiti di opposizione né le associazioni della città si sono finora mossi per avanzare questa proposta.