La notizia tanto attesa è finalmente arrivata. Il 7 novembre Concetta Roccaforte volerà in Ungheria. Destinazione: il Gerson Health Centre, a 30 km da Budapest.
Lì rimarrà dall’8 al 21 novembre e potrà finalmente apprendere, da personale specializzato, tutte le tecniche e i segreti per perfezionare la terapia che sta già seguendo da un paio di mesi. La felicità è tangibile, mista all’ansia, e non solo per il viaggio.
“Il fatto che mi abbiano accettata nell’immediato” riflette “è sinonimo del fatto che il mio caso è piuttosto grave, ma mi piace pensare che non è disperato, altrimenti non mi avrebbero chiamata. Nella mail che mi hanno mandato mi hanno detto di portarmi un registratore, nel caso in cui qualcosa delle loro spiegazioni mi dovesse sfuggire. Il periodo di ricovero prevede, anche, la partecipazione ad una serie di seminari informativi. La sveglia suonerà alle sei del mattino ed è bello pensare che, dopo settimane in cui mi sono dovuta curare e organizzare da sola, finalmente avrò accanto delle persone competenti che si prenderanno cura di me in un bel luogo immerso nel verde”.
Concetta, naturalmente, non partirà da sola. Con lei andranno il compagno e il suo “interprete d’eccezione” Nunzio Quattrocchi. “Nunzio è un caro amico di famiglia”, racconta: “e si è subito messo a disposizione. Tra l’altro, sa destreggiarsi molto bene con le registrazioni audio e video e sono certa che, con la sua simpatia innata, mi aiuterà anche a mantenere il morale bello alto”.
Al ritorno Concetta, per due anni, dovrà mettere in pratica la cura alla lettera per poter sperare di ottenere i risultati quanto prima. La settimana scorsa non si è sottoposta ad alcun tipo di analisi ma, perdurando i segni della spossatezza, si è messa in contatto con Margaret Straus, nipote del dr. Max Gerson, il medico tedesco che ha messo a punto la cura naturale contro il cancro già nella prima metà del secolo scorso e che è scomparso in circostanze misteriose nel 1959.
“Fisicamente mi sono sentita quasi senza forze e mi sono venuti molti dubbi sulla correttezza della cura. Ero sconfortata e ho cercato rassicurazioni da lei, che è sempre in giro per il mondo per far conoscere la terapia attraverso convegni e seminari, molti dei quali al fianco della medicina ufficiale. Margaret mi ha spiegato che è tutto normale e che i primi sei mesi, in genere, sono i più pesanti. Poi ha insistito sull’uso corretto degli integratori che io, in effetti, non ho assunto bene e da subito. Ora che li sto prendendo nel giusto modo sto meglio, sono più energica e non credo sia un caso”.
Ma com’è avvenuto il primo contatto con il Metodo Gerson? E perché, tra tante possibili cure alternative (di cui si parla troppo poco, al punto che molti pensano che non ne esistano) Concetta ha scelto proprio questa?
“Quando sono tornata a casa, dopo aver chiuso con la medicina tradizionale, avevo le idee chiare su quello che dovevo fare, ma non su come farlo. Avevo già letto il libro di Colin Campbell (The China Study) e visto i servizi realizzati sul rapporto tra alimentazione e tumori dalle Iene. Ad aprile, mentre ancora facevo chemio, ero diventata vegana. Il veganesimo, però, va bene per chi non è malato e vuole prevenire l’insorgere dei problemi, non è una cura, quindi ho capito che ci voleva altro e ad agosto, quando i miei markers sono tornati al limite, ho deciso che era il momento di agire”.
“Ho ripreso in mano il libro Il Metodo Gerson, che avevo in casa e che avevo già sfogliato superficialmente mesi prima. In quell’occasione avevo pensato che quello poteva davvero essere il miglior metodo per guarire, ma che era troppo difficile da seguire. In pratica lo avevo messo da parte. Il mio sesto senso, a quel punto, mi ha detto di tirarlo fuori nuovamente e poco dopo ho iniziato coi centrifugati, la seconda settimana ho aggiunto i clisteri e infine gli integratori”.
“Questa esperienza, al di là di come finirà, mi ha insegnato che l’alimentazione è fondamentale per stare bene e prevenire l’insorgenza di malattie. Gli alimenti crudi, vegetali, il biologico dovrebbero diventare una regola, non l’eccezione! So che è difficile trovare un prodotto biologico al 100%, ma iniziare a stare attenti può fare la differenza. Bastano pochi giorni e l’organismo si disintossica”.
Cosa ti manca di più dell’alimentazione “normale”?
Il pane, il pesce e la pasta. E ogni tanto mangerei un bel panino con la mortadella! Se tutto andrà bene, tra un paio d’anni potrò tornare a mangiare i legumi e poi integrare altro, piano piano.
E quando cucini per la tua famiglia come fai a resistere?
Alcuni piatti li annuso e altri, se posso, li tocco con le mani. Facendo così mi sembra, quasi, di assaggiarli.
Cosa ti aiuta a non spingerti all’assaggio?
I racconti di chi ha già visto i markers scendere e i tumori ridursi o sparire del tutto. In particolare, la testimonianza di una donna che aveva un cancro alle ovaie come il mio. Ha iniziato a bussare alle porte della clinica in Messico, ma non c’era posto. Ha insistito, fino a quando non l’hanno fatta entrare e da quel giorno sono passati 27 anni e lei sta bene. Il metodo Gerson non ti cura solo la malattia ma va all’origine, disinnesca il sistema che la malattia l’ha innescata. Guarisce il tuo corpo, l’intero organismo.
E non c’è, una volta finita la cura, pericolo di recidive?
Non se si segue uno stile di vita sano e se si continua con un’alimentazione rigorosamente vegana e biologica.
Quindi, riepilogando, mi dici in cosa consiste attualmente la tua alimentazione-cura?
Si comincia alle 08.00 con una colazione a base di succo d’arancia. Alle 09.00 succo verde con lattuga, peperone e mela; alle 10.00 carota e mela; alle 11.00 solo carote; alle 12.00 di nuovo succo verde; alle 13.00 carote e mela e alle 14.00 il terzo succo verde.
Poi, finalmente, un po’ di pausa e ricomincio alle 17.00 con carota e mela, alle 18.00 con il verde e l’ultimo carote e mela alle 19.00. Oramai li so a memoria, i succhi devono essere sempre di 250 ml. Ad essi vanno aggiunti i tre clisteri di caffè (alle 9, alle 14 e alle 18) e gli integratori dentro ogni succo, secondo una tabella. Tutti i prodotti devono essere biologici e devo stare molto attenta anche all’acqua, sia a quella che bevo che a quella che uso per cucinare e per lavarmi. Nei giorni scorsi, finalmente, ho potuto acquistare il depuratore per l’osmosi inversa ed è costato 1300 euro.
Tra l’acquisto del depuratore e il bonifico anticipato alla clinica di metà del costo complessivo del ricovero (3400 euro) Concetta ha, praticamente, svuotato il conto corrente sul quale, nelle ultime settimane, sono confluite le offerte dei generosi donatori. A tutto il resto dovrà provvedere con la pensione, che non arriva a 800 euro.
Per questo, ancora una volta, è importantissimo ricordare il codice Iban per le offerte: IT 25 I 0503411795 000000 123066.
Per chi volesse aiutarla senza versare soldi, prosegue, naturalmente, anche la raccolta dei prodotti.