La “vera” Suor Cristina raccontata da Suor Giovanna

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La prima, 25 anni, originaria di Comiso, la conoscono tutti: ha emozionato il mondo con la semplicità dei suoi gesti e la forza della sua voce. Ha trionfato a “The Voice”, ma ha soprattutto offerto una forte testimonianza di vita e di fede, anche in contesti ritenuti “lontani”, come un format televisivo. Noi abbiamo incontrato, al Sant’Orsola di Catania, la seconda: suor Giovanna Fiorile, sua consorella più grande, che l’ha accompagnata nel percorso religioso e anche nel corso di questa straordinaria esperienza mediatica

Come ha conosciuto suor Cristina?
Suor Cristina ha incrociato noi Orsoline della Sacra Famiglia in occasione del Centenario di Fondazione nel 2008, interpretando in un musical dal titolo “Il coraggio di amare” il ruolo della protagonista, suor Rosa Roccuzzo, la prima del gruppo delle cinque giovani monterossane che hanno dato origine alla nostra Famiglia religiosa. Lo spettacolo fu allestito, sulla base di testimonianze scritte esistenti, da un gruppo di volontari di Santa Croce Camerina allora autobattezzatosi “La Compagnia dei Gigli”, in memoria dell’appellativo “I Gigli della montagna” usato per le nostre prime Suore dal vescovo Bignami. Via via che lo spettacolo veniva replicato, come la stessa suor Cristina oggi testimonia, e come noi spettatori avvertivamo, non era più lei ad entrare nel personaggio, ma il personaggio ad entrarle dentro con il suo reiterato invito, allora alle compagne delle origini ed ora lei, a “lasciar tutto per una vita nuova”. Era “un contagio” d’amore. Sì, la vocazione è un innamoramento, una luce che ti si accende dentro e “rinnova i colori” della tua esistenza. Allora anche una passione che hai sempre coltivato, che nel caso di suor Cristina è il canto, perde il suo primato e può anche essere “sacrificata” per un Amore che ti chiede una sequela incondizionata, nella quale soltanto ritrovi la tua più vera armonia. Poi quel talento puoi ancora “spenderlo”, ma non per un effimero successo, ma come “dono che tu doni”, per la gioia di tutti.

Come sta vivendo suor Cristina questo momento di “notorietà” e come lo sta vivendo la sua comunità religiosa?
Dopo la grande esposizione mediatica, non cercata, ma avvenuta e sotto un certo profilo stressante, è subentrato un grande bisogno di silenzio e di interiorità. Questo sarà estremamente salutare per lei. La Comunità le sta attorno con affetto, la sostiene con la preghiera, l’accompagna nella persona della superiora locale. Tutte noi Orsoline siamo consapevoli che non si è esposta a titolo personale, gioiamo dei suoi successi, trepidiamo per gli equivoci che può suscitare questa esperienza, desideriamo al di sopra di tutto il suo ben-essere.

In molti si chiedono: come può una suora adesso conciliare questa sua attività con quella di religiosa?
Suor Cristina ha partecipato, non per tentare la carriera di cantante, come qualcuno ha creduto o insinuato, ma perché “inviata”, come “avamposto” di tutta una schiera di persone di fede che vogliono “investire” il loro talento per “testimoniare” Gesù e la pienezza che si ha nell’incontrarlo. Suor Cristina non farà la cantante, semmai utilizzerà il suo talento per annunciare la gioia del Vangelo, per dire anche con un linguaggio accattivante la bellezza di appartenere a Cristo, sintonizzandosi in particolare con i giovani, soprattutto con il loro cuore, desideroso di verità e di gioia anche in questa realtà così avara nei confronti del loro futuro. Non sussiste, perciò, il “dover conciliare” un’attività di cantante e il suo essere suora. Non c’è sdoppiamento: la suor Cristina che ha cantato è la stessa suor Cristina impegnata nella catechesi parrocchiale, la stessa suor Cristina impegnata tra le giovani del nostro pensionato universitario di Milano, la stessa suor Cristina che ritma i tempi delle sue giornate tra la preghiera, l’apostolato nonché i quotidiani e modesti impegni domestici di ogni famiglia, anche quella religiosa. Proprio il fatto che non ci sia stato sdoppiamento tra il suo essere suora e il suo esibirsi nel canto, ha suscitato, a mio avviso, emozione e fascino. Chi ha vissuto con disagio, o addirittura disapprovazione, questa esperienza va rispettato, ma probabilmente non si è messo in sintonia con la parte più genuina di se stesso.

Suor Cristina quando ha vinto ha fatto un gesto eclatante…
Il “Padre Nostro” di Suor Cristina non era affatto programmato. Che lei abbia avuto l’ardire di proporlo ha spiazzato chi era sul palco: è piaciuto ai più, ha destato riserve in alcuni. Non importa. Lei ha “obbedito” ad un invito che saliva dal suo cuore, e ha pregato anche per chi in quel momento quella preghiera non si è sentito di pronunciarla.

Cosa c’è nel futuro di suor Cristina?
Nell’immediato, il consolidamento della sua formazione. È una suora in cammino verso i voti perpetui: il primato pertanto spetta ad un’intensa vita di preghiera, all’approfondimento teologico e spirituale dalla Vocazione a cui è chiamata, a servizi di apostolato tra i giovani. Suor Cristina – non tutti lo sanno – ha alle spalle un noviziato fatto presso una nostra Comunità del Brasile. Là cuore e mente si sono aperti ad esperienze apostoliche più aperte e dinamiche rispetto alle nostre. Anche questa apertura concorre a dar voce ad una Chiesa giovane e di frontiera, quella Chiesa a cui Papa Francesco vuole aprirci.