Ad oggi, mentre prende il via la stagione indoor, solo Modica, Comiso e Chiaramonte possono assicurare l’apertura delle piscine. Nelle altre città regna l’incognito. Prossima apertura dovrebbe essere Pozzallo che da sempre ritarda di qualche giorno rispetto alle altre “consorelle”. In alto mare, è il caso di dirlo anche se parliamo di acqua dolce, Ragusa. Inesistente Vittoria. È questo il tristissimo quadro di una provincia che, per quanto riguarda l’impiantistica sportiva, è stata recentemente classificata tra le ultime in Italia dal Sole 24 ore. I casi più scottanti sono quelli di Vittoria e Ragusa.
Nella città ipparina sono lontanissimi anni luce i gloriosi tempi in cui un giovane Luca Marin nuotava tra le corsie della Nannino Terranova agli ordini del coach John Shitj. Oggi rimangono solo i ricordi. Di quella piscina, che è passata in pochi anni dalla gestione cooperativa della Terranova a quella pubblica regionale, rimangono le mura e poco altro: è il regno dei vandali che hanno sconquassato a destra e a manca tutto quello che c’era da distruggere (e Ragusah24.it è entrato per primo a fotografare lo scempio). I costi di riparazione lievitano quasi giornalmente e, in maniera direttamente proporzionale, si allontanano, spaventati, possibili nuovi gestori. Ci vorrebbero qualcosa più di 500 mila euro per rimetterla in piedi ma c’è chi parla anche di oltre 1 milione di euro. Praticamente converrebbe buttarla giù e rifarla dalle fondamenta. La responsabilità? Ma naturalmente di nessuno. Non ha colpe la politica, non ha colpe l’imprenditoria men che meno le società di gestione. Nessuno responsabile (of course, siamo pur sempre in Italia), ma a pagare sono come sempre gli sportivi che devono andare a Comiso per farsi una nuotata.
Ci spostiamo a Ragusa. Dove la situazione, almeno della struttura, è nettamente migliore.
Ma qui il problema è invece burocratico. L’impianto è chiuso dallo scorso giugno per problemi legati al contratto di gestione. Tra l’altro, la passata stagione è andata anche a singhiozzo con aperture e chiusure sempre con un grande punto interrogativo. Con l’avvio della nuova stagione agonistica l’amministrazione Piccitto ha voluto, una volta per tutte regolarizzare la gestione dell’impianto.
Vista l’abbondanza di richieste pervenute a Palazzo dell’Aquila di aspiranti/pretendenti alla piscina comunale, l’amministrazione ha tagliato la testa al toro: la piscina la prendiamo noi in gestione e “invidia per nessuno”, parafrasando un vecchio detto siciliano.
Però per tenere aperta una piscina occorrono lavoratori specializzati nel settore del nuoto. Quindi bagnini e istruttori soprattutto. Figure che naturalmente non sono presenti nell’organico comunale. Non potendo naturalmente fare altre assunzioni, il comune di Ragusa si è visto costretto ad indire un bando di gara per trovare una società esterna che possa fornire le professionalità richieste. 90 mila euro per quattro mesi, a tanto ammonta la ricca torta, per chi fornirà bagnini, istruttori e si occuperà dell’apertura, della chiusura e della pulizia dei locali. Al gestore, leggasi Comune, gli oneri e gli onori. Che tradotto significa pagamento delle utenze, luce, acqua e gas a fronte dell’incameramento dei soldi derivanti dalle entrate in piscina e dagli abbonamenti.
Quanto fa in soldoni? Azzardiamo qualche cifra: 270 mila euro ci vogliono sicuramente. Sono quelli da dare alla società esterna di servizi per un anno. A questi bisogna aggiungere le spese per le utenze che dovrebbero aggirarsi sui 200 mila euro. Arriviamo praticamente vicini al mezzo milione di euro.
Capitolo entrate. Il comune potrà contare sui sub-affitti che farà delle corsie alle sette società di nuoto ragusane.
Chiaro che ci vorranno migliaia di ingressi quantomento per pareggiare il conto. Quindi, bene che vada, il comune di Ragusa non guadagnerà un euro da questa operazione. A Comiso il comune non mette niente di tasca propria avendo affidato tutto al privato e in cambio prende una cifra simbolica di 1000 euro l’anno.
A Modica addirittura, Palazzo San Domenico si intasca, grazie alla nuova convenzione firmata l’anno scorso, ben 22 mila euro, oltre a non avere nessun tipo di esborso. Perché quindi non affidare la gestione della piscina al privato anche a Ragusa? Intanto c’è una nuova società di gestione. È la Pegaso, cooperativa che si occupa principalmente di servizi cimiteriali e verde pubblico, che ha battuto la cooperativa Lavori in Corso, la Cooperativa Servizi Iblei e la Sport Service. Sembra però che sia stato presentato un ricorso da una delle altre concorrenti che bloccherebbe tutto e farebbe slittare ancora l’apertura dell’impianto.
“Le piscine devono essere comprensoriali“, è l’idea di Andrea Ascenzo, attuale gestore di quella di Modica. “Perché oggi ci vogliono tra le 1200 e le 1500 iscrizioni per non rimetterci. Comiso, per esempio: riesce a sopravvivere solo perché Vittoria è chiusa. Chiaramonte è aperta solo perché il comune interviene sulle spese per il 50%. Vittoria è un caso limite. Così com’è non interessa a nessuno. Bisogna rifare il tetto, gli impianti tecnologici e tanti altri lavori. Ipotizzo almeno 500 mila euro di spesa. A mio giudizio, il Comune dovrebbe compartecipare nella ristrutturazione e affidare quindi la gestione ad un privato per molti anni, il tempo di rifarsi delle spese di restauro”.