Le campagne sempre più un luogo borderline, dove la ricerca del lavoro rischia di unirsi sempre più a fenomeni criminali e di sfruttamento.
Le storie che rimbalzano in questi giorni sulle cronache nazionali, non ultima l’inchiesta de L’Espresso sulle donne dell’Est Europa violentate e sfruttate nelle campagne della fascia trasformata iblea, sono purtroppo racconti che si conoscono da anni.
E l’interrogativo più pressante è uno: perchè nessuno ha fatto niente?
Le campagne come mondi a sé, dove ipocrisia e paura rendono sempre più difficile l’emersione del lavoro nero e soprattutto delle situazioni di sfruttamento e violenza.
La Chiesa italiana ha finanziato dieci progetti in altrettante diocesi del Paese. Tra queste c’è Ragusa. Due operatori del progetto “Presidio” sono già operativi. Hanno a disposizione una struttura fissa a Marina di Acate, tra le serre di Macconi e di Scoglitti. Poi un furgoncino, con il quale si spostano nelle campagne.
“Il Progetto Presidio” spiegano dalla Caritas diocesana “è una iniziativa di Caritas Italiana che ha come obiettivo quello di garantire una presenza costante su quei territori che vivono stagionalmente l’arrivo di lavoratori attraverso un presidio di operatori Caritas pronti ad offrire, oltre ad un’assistenza per i bisogni più immediati, anche un’assistenza legale e sanitaria e un aiuto per i documenti di soggiorno e di lavoro. Si tratta nel complesso di un centinaio di operatori in 10 diocesi italiane che girano le campagne con dei furgoni o dei camper riconoscibili grazie al logo di progetto e possono seguire così, tramite anche una banca dati, gli spostamenti dei lavoratori garantendo assistenza in ogni luogo dove c’è un Presidio Caritas”.
L’obiettivo, in pratica, è quello di stabilire un contatto con questi lavoratori, spesso stranieri. Ovviamente non è un lavoro semplice né senza pericoli. Grazie alla postazione fissa e a quella mobile, c’è la possibilità di avvicinare queste persone, creando un clima di fiducia e di calore. Un tazza di tè a fine giornata, qualcosa da mangiare, una parola di consiglio e di conforto.
È così che si cerca di far venire fuori le situazioni di disagio. Nei casi più pesanti anche quelli della denuncia. Un processo lento, di accompagnamento, per cercare di individuare le situazioni di disagio e di maltrattamento.
I lavoratori agricoli nei comuni della provincia (vanno escluse le zone di Modica, Scicli, Ispica e Pozzallo perchè in diocesi di Noto) sono circa diecimila.
Gli operatori Caritas, coordinati da Vincenzo La Monica, sono già al lavoro. È la fase iniziale di un progetto che durerà due anni.