Se prima era solo un sospetto, ora è una certezza: il 9 settembre scorso una imbarcazione con a bordo alcune centinaia di migranti diretti in Italia è stata volontariamente affondata da altra imbarcazione più grande, che l’ha speronata. In un primo momento le forze dell’ordine hanno frenato l’allarme, con l’intenzione di approfondire le indagini emerse dalle testimonianze di alcuni migranti.
Ora il fatto è stato interamente ricostruito ed ecco il comunicato della Squadra Mobile:
Le indagini in corso confermano che il 9 settembre, in una zona del mar Mediterraneo situata tra le isole di Creta e Malta, una imbarcazione con a bordo alcune centinaia di migranti diretti in Italia è stata volontariamente affondata da altra imbarcazione più grande, che l’ha speronata. Tale condotta fu determinata dal rifiuto del comandante della nave su cui si trovavano i migranti di farli trasbordare su di un natante che non appariva idoneo a garantirne la sicurezza.
La Marina Militare sta effettuando i necessari accertamenti, molto complessi, per risalire dalle informazioni note (e che riguardano i punti di recupero dei naufraghi), alla individuazione del punto di affondamento. Una volta completato questo lavoro sarà possibile valutare se il relitto potrà essere localizzato ed eventualmente recuperato.
Le dichiarazioni dei superstiti, sentiti dalle Autorità Greche, Maltesi e Italiane, sono tra loro convergenti pur essendo state raccolte separatamente e senza che vi fossero contatti tra gli stessi. Sino a questo momento sono state raccolte 11 dichiarazioni sostanzialmente convergenti.Sono stati avviati contatti con le autorità della Palestina per l’identificazione delle vittime e per lo scambio delle informazioni utili
Sulla base del materiale di prova raccolto sono in corso attività di indagine molto proficue, condotte dallo SCO e dalla Squadra Mobile di Ragusa e che si avvalgono della cooperazione giudiziaria e di polizia tra Italia, Egitto, Grecia e Malta.
Siamo fiduciosi sull’esito positivo delle indagini per l’individuazione e la punizione dei responsabili del traffico.
In considerazione della fase delicata delle investigazioni manteniamo ancora la necessaria riservatezza sui particolari e sulle attività in corso.
È però di grande importanza la collaborazione dei familiari delle vittime, in larga parte di origine palestinese. Si pregano pertanto tutti coloro che hanno informazioni sui nomi di quanti si imbarcarono di aiutarci a identificare le vittime.Queste informazioni potranno esserci fatte pervenire attraverso le autorità di polizia o giudiziarie dei Paesi nei quali coloro che hanno informazioni si trovano.
Le informazioni suddette potranno anche essere trasmesse a questa Procura all’indirizzo e-mail dedicato [email protected]. Si prega di non utilizzare questo indirizzo per chiedere informazioni, cui non sarà comunque data risposta, o per ragioni diverse dalla sola comunicazione di informazioni relative alla identificazione delle vittime.