Venti mila euro chiesti ad un professionista in cambio della riservatezza sulle immagini hard girate poco prima e 5 mila euro ad un 14enne.
Sono due truffe informatiche scoperte dalla Polizia di Modica che intanto, tramite la Postale, ha fatto bloccare gli account dei criminali.
Nel primo caso uno stimato professionista modicano stava lavorando al computer quando viene contattato da un sito “lecito”, che nulla aveva a che fare con l’hard, che lo ha messo in contatto con una sua operatrice la quale, giorno dopo giorno, è riuscita a carpire la fiducia dell’uomo.
I due sono arrivati al contatto visivo tramite webcam fin quando l’operatrice non ha chiesto alla sua vittima di spogliarsi e mostrarle le parti intime. Dopo aver messo in scena il suo spettacolino hard, l’uomo ha ricevuto la registrazione della sua “esibizione” con allegata una richiesta di 20 mila euro per far sì che il video non venisse caricato sul web e dato in pasto al mondo. È a questo punto che, tra mille comprensibili imbarazzi, ha deciso di rivolgersi al commissariato di Via Cornelia.
Stesso percorso fatto dalla vittima più giovane, uno studente di 14 anni, raggiunto su Facebook da una coetanea del nord Italia.
Anche in questo caso, dopo i prime innocenti scambi di chat, i discorsi sono andati sul proibito.
In questo caso il mezzo usato è stato Skype, dove l’ignaro 14enne si è esibito in uno strip tease. Tanta la foga che il giovane non ha dato peso al fatto che la sua amichetta virtuale non avesse acceso la sua webcam. Anche qui, dopo l’esibizione, è arrivata la richiesta.
Più contenuta, vista l’età della vittima e le sue minori disponibilità economiche. 5 mila euro, una cifra però impossibile da reperire per un 14enne che ha dovuto confessare ai genitori quello gli era appena successo. E così, accompagnato da mamma e papà, si è presentato al commissariato per denunciare l’accaduto.
Entrambi i casi, secondo la Polizia, sono l’ennesimo tentativo escogitato dai criminali che agiscono su internet utilizzando server stranieri.
Ad indirizzare le indagini sull’estero il fatto che i malviventi fornivano alle loro vittime, per versare le somme pretese, il denaro tramite le agenzie locali che si occupano di transazione monetarie con l’estero.
Anche questa circostanza, che rende tortuosa la via delle investigazioni, induce la Polizia a sottolineare come un’idonea attività di informazione sui pericoli della rete sia l’unico strumento per evitare il ripetersi di fatti analoghi.
A ciò devono contribuire soprattutto i genitori vigilando sul corretto uso di internet da parte dei loro figli.