Nuova conferma, da parte dei giudici del Tar, dell’ordinanza antirumore emanata dal sindaco di Ragusa il 19 giugno scorso.
Come si ricorderà, in estate, c’era stato un ricorso da parte di alcuni locali di Marina (Underground di Santamaria Antonio, Sunrise s.a.s. di Dipasquale Sara & C., Made in Sun s.r.l., Food e Services di Thomas Battaglia e C. s.a.s., C. & C. s.a.s. di Contarino Mario) contro l’ordinanza del primo cittadino. I ricorrenti citavano il Comune, la Prefettura, l’Arpa e l’Ascom.
L’ordinanza era frutto della concertazione tra enti diversi. Dal momento che l’esposto era stato inoltrato in estate, quando le attività giudiziarie sono ferme, si era proceduto con un decreto d’urgenza. In un primo momento, il giudice aveva dato ragione ai locali, “stoppando” il provvedimento sindacale. Appena una settimana dopo, invece, il ribaltamento con la conferma della validità di quanto disposto dal primo cittadino: musica fino all’una di notte dalla domenica al lunedì, il sabato fino alle due. Il motivo del cambio di decisione da parte dei giudici amministrativi appare legato alla procedura.
Il primo responso, infatti, era stato preso senza tenere conto della difesa del Comune.
Una volta prodotta la necessaria “replica” da parte del legale di Palazzo dell’Aquila, Sergio Boncoraglio, il Tar ha deciso di confermare quanto stabilito dal primo cittadino. Ora una nuova “tappa”, ossia l’ordinanza relativa alla richiesta di sospensiva.
Il Tribunale (composto da Giovanni Milana, presidente; Daniele Burzichelli, consigliere; e Eleonora Monica, estensore) ha respinto la richiesta dei titolari dei locali. E ha fornito una motivazione. Il provvedimento, spiegano i giudici amministrativi, è stato adottato “considerato che – per quanto l’amministrazione resistente sia tenuta a porre in essere ogni iniziativa necessaria all’adozione una regolamentazione uniforme in materia di emissioni sonore – allo stato l’ordinanza impugnata rappresenta l’unico strumento adottabile per garantire gli interessi di sicurezza pubblica con essa tutelati”.
Confermata la tesi del Comune: l’ordinanza è l’unica via attuale di tutela degli interessi più ampi relativi alla sicurezza pubblica. Per i giudici, inoltre, “il danno temuto dai ricorrenti si appalesa ipotetico e non dimostrato, anche avuto riguardo al fatto che l’ordinanza non incide sull’orario di apertura degli esercizi bensì soltanto sugli orari di utilizzo degli impianti di diffusione sonora”. Chiusa la fase giudiziaria, ora c’è tutto il tempo per un dialogo tra Comune e locali pensando già alla prossima stagione estiva.