L’aeroporto di Comiso potrebbe chiudere ad aprile? L’allarme di Taverniti e le speranze di Spataro

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Qualcosa di strano c’è, nel fatto che all’aeroporto di Comiso con la mano destra si facciano i bandi per assunzioni a tempo indeterminato, mentre con la sinistra si lancino allarmi che danno allo scalo degli iblei una fine molto determinata: aprile 2015, la data di scadenza del contratto Enav per i controllori di volo, che fino ad allora sarà coperto dalla Regione siciliana (come si ricorderà, infatti, la Regione si impegnò con 4,5 milioni di euro per due anni, rendendo possibile l’apertura dello scalo).

Schermata 2014-09-26 alle 13.21.42 L’allarme lanciato dall’amministratore delegato della Soaco Enzo Taverniti, presidente di Confindustria ed ex presidente della Sac, attraverso la prima pagina di questa mattina del quotidiano catanese La Sicilia (che per la cronaca della Sac e di conseguenza della Soaco è “pesante” azionista) con un articolo a firma di Tony Zermo, aveva tutta l’aria di poter scatenare reazioni a catena, a difesa dello scalo di Comiso. “La Soaco che gestisce lo scalo ragusano, anche se nel 2017-2018 potesse raggiungere l’autosufficienza fissata a 650 mila passeggeri l’anno, non potrà mai avere i due milioni e mezzo di euro per pagare gli uomini radar. Addirittura nel 2020 prevediamo di guadagnare 2,5 milioni e quindi potremmo riuscire a pagare i controllori di volo, ma come ci arriviamo al 2020?“, ha dichiarato Taverniti a La Sicilia, che già stamattina ha poi raccolto sul proprio sito web la replica del Governatore Crocetta, che ha invece assicurato: “L’aeroporto di Comiso non chiuderà di sicuro”.

Ma non bisogna dimenticare che già ad agosto del 2014 l’aeroporto ha fatto 300 mila passeggeri e che, se è vero com’è vero che Ryanair ha annunciato nuove tratte e lo stesso Taverniti sta lavorando per coprire le tratte italiane e straniere lasciate scoperte a Catania da Alitalia/Airone, sarebbe una doverosa ambizione quella di toccare i 650 mila passeggeri l’anno, se non nel 2014, già nel 2015.

Si tratta in ogni caso di dati, come tutti quelli diffusi finora, che dovrebbero far vedere il bicchiere mezzo pieno. Tanto più che se l’aeroporto fosse davvero destinato a chiudere, addirittura da qui a breve, a tal punto da far scrivere al giornalista Zermo che “sarebbe anche inutile portare avanti i progetti per i raccordi autostradali tra Vittoria, Comiso e lo scalo, senza parlare dell’attesa strada veloce Catania-Ragusa per la quale si attende l’ultima firma per il via libera”, non si capisce proprio perché dovrebbe essere più utile pubblicare, su iniziativa diretta dello stesso Taverniti nella sua qualità di amministratore delegato, quei bandi per le assunzioni (bandi che peraltro sono sembrano essere stati fatti in modo da risultare particolarmente appetibili per aspiranti lavoratori dell’area catanese, dato che tra i requisiti oggetto di valutazione preferenziale, figura la “certificazione Enac”, cosa che potrebbe fortemente penalizzare la possibilità che l’aeroporto di Comiso possa dare lavoro innanzitutto ai giovani del territorio ibleo).

Viene peraltro da chiedersi come mai Taverniti abbia preferito lanciare questo allarme in solitaria, anziché promuovere un’iniziativa energica ed efficace insieme al presidente della Soaco Rosario Dibennardo e al sindaco di Comiso Filippo Spataro.

Sindaco che comunque, da noi contattato, ha diplomaticamente replicato: “Dovremmo evitare queste tinte fosche. Condivido che c’è un problema e che si tratta di un problema da affrontare subito, ma da qui a prefigurare l’apocalisse penso che ce ne passi“.
Spataro si dice ottimista rispetto al fatto che, facendo i passi giusti, si possa non perdere la copertura dei servizi Enav, innanzitutto sperando nel fatto che nel frattempo possa essere varato il nuovo piano nazionale aeroporti e che, come promesso dal Ministro Lupi, lo scalo di Comiso porta essere considerato ufficialmente di interesse nazionale: “Ci sono segnali confortanti, non solo a parole, ma con i fatti.
Da qualche settimana anche il Ministero dell’Economia, dopo quello dei Trasporti, ci ha mandato un altro componente del collegio dei sindaci. Tutto lascia presupporre, quindi, che lo Stato si farà carico del pagamento dei servizi Enav, cosa che peraltro potrebbe avvenire a prescindere dal varo del piano aeroporti, attraverso la definizione del contratto di programmi e servizi tra lo Stato e l’Enav. Ad ogni modo, sono certo che anche la Regione potrà e dovrà fare la sua parte, trattandosi di un’infrastruttura strategia per il Sud Est siciliano. Per la mia parte” conclude Spataro: “mi impegno non solo ad assumere ogni utile iniziativa politica per assicurarci questo risultato, ma anche ad accelerare tutti i percorsi che ci porteranno ad avviare i servizi non aviation e a valorizzare le aree pubbliche intorno all’ex base Nato quindi a produrre un’ulteriore ricchezza per l’aeroporto e per il territorio”.