È stato arrestato dalla Squadra mobile di Ragusa un tunisino reo confesso, individuato come il responsabile dell’ultimo sbarco, con 302 migranti, a Pozzallo. Il viaggio ha fatto guadagnare all’organizzazione 400 mila dollari, dato che ognuno ha pagato 1.300 dollari.
Ecco tutti i dettagli nel comunicato stampa della Questura:
Tra poche ore è previsto un altro sbarco e questa notte è stato fermato, a causa dei gravi indizi di colpevolezza raccolti, CHALIK Ezin, nato a Malulche (Tunisia) il 22/03/1988 per il delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, ovvero si associava con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante. Il fermato è responsabile di aver procurato l’ingresso in Italia di complessive 302 persone eludendo i controlli di frontiera e mettendo in serio pericolo di vita tutti i passeggeri.
I FATTI
Alle ore 12.05 del 24/09/2014 la NAVE CORSI salvava un’ imbarcazione di migranti in acque internazionali
Il trasbordo da quest’ultimo natante verso la NAVE CORSI di 303 persone di cui 241 uomini, 28 donne e 34 bambini si concludeva quindi alle ore 08.25 del 25 decorso.
Nel tardo pomeriggio la stessa unità navale ormeggiava nel porto di Pozzallo (RG) consentendo il ricovero di tutti i migranti presso il centro di prima Accoglienza .ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA
Le operazioni di sbarco al porto di Pozzallo venivano coordinate dal Funzionario della Polizia di Stato della Questura di Ragusa responsabile dell’Ordine Pubblico. A tali operazioni partecipavano 30 Agenti della Polizia di Stato ed altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le prime cure.
Completate le fasi di assistenza in banchina, tutti i migranti venivano fatti salire a bordo dei pullman per il trasferimento al C.P.S.A di Pozzallo.
Una volta giunti al centro i migranti venivano sottoposti alle procedure di identificazione da parte dell’Ufficio Immigrazione della Questura e della Polizia Scientifica.
Il lavoro dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato è molto complesso e deve essere espletato in tempi ristretti così da permettere un immediato invio degli ospiti in strutture d’accoglienza.
La Polizia di Stato ha predisposto già il servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica per la gestione di eventuali flussi migratori in arrivo considerato che numerose sono le persone soccorse in mare in queste ore, difatti centinaia sono i trasferimenti per altri centri della nazione.LE INDAGINI
Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa e del Servizio Centrale Operativo (Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato), collaborati da un’aliquota della Compagnia Carabinieri di Modica e da un’aliquota della Sez. Op. Nav. della Guardia di Finanza di Pozzallo, hanno provveduto in tempi record a fermare lo scafista, peraltro reo confesso.
Questa volta gli investigatori hanno concluso le indagini in tempi record, dopo sole 6 ore dallo sbarco lo scafista è stato individuato e condotto in carcere,.
La celerità delle indagini è legata di sicuro all’opera di convincimento dello scafista. Quest’ultimo messo davanti all’evidenza dei fatti ha reso dichiarazioni precise in merito alle sue responsabilità elemento che ha aiutato Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria a concludere velocemente.
Le testimonianze sono state fondamentali, anche in questo caso a prescindere dalle dichiarazioni rese dallo scafista.
Tutti i migranti anche in questo caso sono stati fatti permanere all’interno di un capannone e li tenuti sotto la stretta vigilanza armata dei libici, poi la partenza, prima camion, poi a piedi ed infine su piccoli gommoni fino a raggiungere la barca in legno che li avrebbe portati in Italia.
Hanno pagato 1.300 dollari a testa cosicchè all’organizzazione sono andati quasi 400.000 dollari.LA CATTURA
Le indagini condotte dagli investigatori durate complessivamente quasi 6 ore, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa gli investigatori hanno catturato lo scafista che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica è stato condotto presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione, considerato che dopo il fermo iniziano tutte le fasi processuali particolarmente complesse.BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA
Sino ad oggi, solo nel 2014 sono stati arrestati 131 scafisti e sono in corso numerose attività di collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste del nord Africa a quelle Italiane.