“Il paesaggio è ciò che possiamo vendere ai turisti e il turismo è l’indirizzo politico su cui vogliamo investire maggiormente: com’è possibile che i territori lavorino compatti in una direzione per poi dover subire una decisione che va in quella completamente opposta?“.
Il sindaco di Ragusa Federico Piccitto guida il fronte dei primi cittadini infuriati per le previsioni del decreto Sblocca Italia, che tra le altre cose sancisce la compatibilità ambientale del progetto Off-shore Ibleo di Eni, emarginando completamente gli enti locali dalla partecipazione a questa decisione e soprattutto aprendo la strada all’approvazione di altre richieste con le stesse caratteristiche che riguardano il Canale di Sicilia.
Ragusa, Santa Croce Camerina e Scicli sono i tre Comuni della provincia di Ragusa che hanno aderito al ricorso al Tar presentato da un’ampia cordata di istituzioni e associazioni che vede in prima fila Greenpeace e l’Anci siciliana.
“Lo Sblocca Italia passa sulle teste di tutti noi”, commenta ancora il sindaco di Ragusa Piccitto. “E non parlo solo dei sindaci ma soprattutto dei cittadini, che nei fatti non possono più dire la propria su come immaginano il futuro del territorio in cui vivono. Eppure proprio i cittadini di questo territorio hanno sempre manifestato estrema sensibilità a questo tema e una forte contrarietà alla prospettiva delle trivellazioni: le nostre scelte sono sempre state consequenziali, ma ora assistiamo ad una ingerenza spropositata nella capacità di autodeterminazione dei territori”.
“Da più di un anno”, conferma il sindaco di Santa Croce Camerina, Franca Iurato: “siamo impegnati in questa battaglia contro le trivellazioni e il nostro è stato forse uno dei primi Comuni ad aderire alle iniziative dell’Anci, che ora tornano a ribadire la nostra ferma contrarietà”. Iurato fu vittima, lo scorso anno, di un “tiro mancino” del suo Consiglio comunale: le opposizioni, per l’occasione maggiormente rappresentate in aula, riuscirono a bocciare un atto di indirizzo in questa direzione. Ma il sindaco decise ugualmente di mandare le proprie osservazioni a titolo personale: “Osservazioni critiche e negative, che ora lo diventano ancora di più, assistendo a queste eccessive facilitazioni nei processi autorizzativi, con tutti i pericoli che questo comporta in un’area delicata come il Mediterraneo. Adesso vediamo che il nostro parere non è tenuto in considerazione da nessuno: a quanto pare, pur essendo i missionari di questa Nazione, l’ultimo baluardo di tutte le problematiche, da quelle sociali a quelle ambientali, ci tocca solo il ruolo dei capri espiatori“.
“O quello degli esattori delle tasse”, conferma il sindaco di Scicli, Franco Susino: “dato che oggi a quanto pare l’unica cosa di cui abbiamo il diritto di occuparci è mettere le mani nelle tasche dei cittadini con nuovi balzelli che non siamo noi a decidere, oltre a dover gestire i guai finanziari in cui ci troviamo. Per il resto ci tolgono qualunque potere di decisione. E io voglio andare oltre: si potrebbe anche non essere pregiudizialmente contrari alle richieste di trivellazione, se si valutasse l’assenza di pericoli e i benefici in termini economici che potrebbero derivarne per il territorio.
Ma queste sono valutazioni che solo i sindaci possono fare, avendo tutti gli elementi per prendere una decisione. Ora siamo comunque determinati a portare avanti questa battaglia e convinti che non sia perduta perché il fronte è davvero compatto e unito e ci fa ben sperare di poter ottenere qualche risultato”.