In un prato inglese, con uno sfondo mozzafiato; o in un antico palazzo in pieno centro. Per chi ama la semplicità il “bagghiu” di un agriturismo.
Il luogo dove sposarsi non sarà più “imposto” dal cerimoniale dei palazzi pubblici, almeno a Ragusa. L’Amministrazione comunale, infatti, ha approvato un bando pubblico esplorativo per la concessione, in comodato gratuito, al Comune di Ragusa, di immobili storici, agriturismi, strutture private site nel territorio comunale per la celebrazione di matrimoni con il rito civile.
Attualmente è possibile sposarsi a Palazzo di città, al Castello di Donnafugata e nell’auditorium San Vincenzo Ferreri di Ibla. Ma sono sempre di più, come evidenzia la giunta nell’atto d’indirizzo, le richieste dei cittadini che intendono sposarsi altrove.
Già nel 2007, una circolare del Ministero dell’Interno stabiliva che si può procedere alla celebrazione dei matrimoni anche nei giardini della casa comunale. Poi l’indicazione sulla possibilità all’utilizzo di una sala esterna.
Nel febbraio scorso un nuovo intervento ministeriale: si può celebrare il matrimonio con rito civile anche in luoghi diversi da quelli di proprietà comunale, purché siano bene individuate e abbiano carattere duraturo.
In pratica, non è possibile presentarsi in Comune e dire: “Voglio sposarmi a casa mia, nella mia villa”. Occorre che queste strutture siano concesse in comodato d’uso gratuito al Comune in maniera duratura, in modo che possano assolvere alle funzioni amministrative necessarie alla celebrazione delle nozze.
Una volta completata la procedura di individuazione delle strutture che aderiscono, ci si potrà sposare direttamente nella villa o nell’agriturismo dove poi s’intende consumare il banchetto nuziale o l’aperitivo con amici e parenti.
Ragusa come l’America, insomma, sperando che dall’esperienza oltreoceano si importino solo le belle e buone abitudini.