Microcredito garantito, sì, ma non per tutti: nemmeno se di mezzo ci si mette la Caritas è possibile, per le famiglie più povere, poter accedere a strumenti che invece potrebbero rappresentare una vera e propria “ancora” di salvezza. A denunciare, ancora una volta, come accade in centinaia di casi anche nel nostro territorio, che le banche chiudono le porte a chi avrebbe bisogno di aiuto e potrebbe, naturalmente, impegnarsi a restituire nel tempo un piccolo debito, è il signor Mario Giannone, modicano, ex lavoratore socialmente utile della Regione siciliana. Nei mesi scorsi Giannone era arrivato a scrivere una lettera persino al Presidente della Repubblica per denunciare la propria situazione: “Sono costretto a vivere con 498,50 euro di pensione al mese – aveva spiegato – di cui 479 vanno via per le spese indispensabili, così mi restano solo 19,50 per mangiare. Ho fatto 18 anni di lavoro dipendente e 13 come lsu. Ho fatto domanda all’Inps per il riscatto di questi 13 anni, ma mi hanno risposto che avrei dovuto pagare 50 mila euro, spalmati in 5 anni a 833 euro al mese, per avere, alla fine, un aumento di 100 euro nella pensione”. “Come avrei dovuto fare? E come dovrei fare adesso?”, denuncia il signor Giannone dopo che, proprio nei giorni scorsi, è andata in fumo anche la sua ultima speranza di ricevere un aiuto per la sua famiglia, dato che peraltro ha cinque figli: “Mi sono rivolto alla Caritas per avere diritto all’accesso al microcredito. Ma le banche convenzionate con la Regione siciliana, per l’erogazione a Modica (Unicredit, BCC Modica, BCC Pachino) me lo hanno negato. Fino alla settimana scorsa ho aspettato l’ultima risposta da parte di Unicredit che dal mese di maggio porta avanti la mia pratica, costringendomi a continui andirivieni per poi mandarmi a casa due lettere, una fotocopia dell’altra, di cui l’ultima risale alla settimana scorsa. In tutto questo non sono mancati i funzionari che si sono rivolti a me con toni tutt’altro che rispettosi della dignità di una persona”. Il signor Giannone si era, appunto, rivolto alla Caritas affinché istruisse e sostenesse questa pratica di microcredito, che gli avrebbe, alla fine, consentito di ottenere una somma di 7 mila euro, da restituire in piccole rate mensili: “Mi servivano – spiega – per una manutenzione straordinaria della nostra casa, che stava cadendo a pezzi per via di gravi infiltrazioni d’acqua. Una casa, peraltro, che abbiamo rischiato di perdere per non poter onorare piccoli debiti”. “Stiamo facendo di tutto – spiega la dottoressa Rosalba Viola, della Caritas di Modica, che ha seguito la vicenda – per aiutare il signor Giannone con la casa e con il riscatto degli anni di lavoro affinché possa ottenere una pensione maggiore. Purtroppo non è l’unico caso in cui le banche rifiutano le pratiche, per lo più perché spesso le persone sono così in difficoltà che non ci dicono qual è effettivamente la propria situazione e la propria esposizione debitoria”. “Ma alla fine di questa odissea – commenta Giannone – a noi non resta altra speranza che rivolgerci all’aiuto degli amici. Ma quel che è certo è che da questo momento in poi difficilmente potrò fare il mio dovere nei confronti delle istituzioni che dovrebbero garantirmi”.
[Fonte: La Sicilia]