Il colonnello Gagliano lascia Ragusa. Ecco il bilancio di un lavoro durato tre anni

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Il colonnello Salvatore Gagliano ha questa mattina salutato la provincia di Ragusa: si prepara ad andare ad assumere un incarico di livello superiore, ovvero il comando della scuola di Reggio Calabria. L’occasione è servita a ripercorrere tre anni di vita professionale ma anche personale trascorsa qui nella provincia di Ragusa:

Il colonnello ha sommariamente ripercorso gli innegabilmente positivi risultati operativi dei carabinieri iblei nel triennio, grazie anche alla vicinanza delle Autorità. Il signor prefetto, dott. Annunziato Vardè, autorità provinciale per la sicurezza pubblica, coordinatore delle forze di polizia e sapiente regista delle strategie di tutela dell’ordine e della sicurezza. E per la repressione dei reati la Procura della Repubblica di Ragusa, capeggiata dal Procuratore Petralia, affiancato dai suoi sostituti, che hanno sempre mostrato grande attenzione e sensibilità nella repressione dei reati di criminalità comune nella provincia, e la Procura Distrattuale, con il Procuratore Salvie e i suoi collaboratori Bertone e Sincero, meritevoli di ringraziamento per la vicinanza ai carabinieri nel perseguire il crimine organizzato.
Il Capitano Gesualdo, anch’egli in partenza per una nuova sede di servizio, destinato al comando del nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza, ha richiamato alla memoria le operazioni anticrimine che più rimarranno nei suoi ricordi. La “chimera”, in cui una banda di Comiso, armata di fucili automatici, estorceva imprenditori locali. La “fil rouge” con più di cinquanta persone arrestate, tra custodia cautelare e flagranza, per traffico di droga. Il filone “clepto 1” e “clepto 2” con quindici arrestati appartenenti a bande coordinate operanti nei furti di gasolio e attrezzature per l’agricoltura.
Il Colonnello Gagliano ha proseguito affermando che Ragusa oltre che un’esperienza professionale è stata un’esperienza umana. Ha evidenziato come i presenti, giornalisti delle testate iblee, abbiano manifestato vicinanza all’Arma, attenti non solo alle questioni operative ma anche alle problematiche sociali di cui i militari anche si occupano. Dimostrazione ne sono le oltre 30.000 telefonate al numero unico europeo di pronto intervento 112 non per reati né per sinistri stradali, ma per altre richieste d’aiuto, dal malore alla spicciola informazione, dalla apparentemente banale problematica personale al malcelato senso di solitudine. Un telefono operativo ma anche “amico”. L’anno del bicentenario, ha concluso il colonnello Gagliano, è stato l’occasione per riportare alla luce pezzi di storia dell’Arma iblea ormai riposti in archivio. Far rivenire alla luce (presso l’aeroporto di Comiso – ndr) i reperti archeologici sequestrati dai carabinieri a “tombaroli” provenienti da siti subacquei e dall’area di Kamarina. L’occasione per creare un nesso culturale, in aggiunta a quello sociale, tra la storia dei carabinieri e la vita nella provincia iblea.