Prove tecniche di funzionamento e antenne su Acate e Chiaramonte. Il Muos fa paura

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HAARP, NRTF N.8, scie chimiche, Mobile User Objective System (Muos).

Sembrano sigle di un mondo lontano da noi anni luce. E invece, forse, è arrivato il momento di iniziare a prenderci confidenza. E seriamente. Se non altro per capire esattamente di cosa stiamo parlando e quali potrebbero essere i rischi per la nostra salute.

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Riserva naturale orientata Sughereta, Niscemi. Lo sanno tutti:qui, nel cuore della Sicilia, sorge il Muos, sistema di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza e a banda stretta gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, che lo userà per permettere al proprio esercito di comunicare con le forze navali, sottomarine, aeree e terrestri in movimento in qualsiasi parte del mondo.

Ma ancora tutti non sanno che le ultime due notizie in merito sono agghiaccianti.
La prima: da qualche giorno, infatti, è comparsa una luce che attesterebbe le prove tecniche di funzionamento e, se tutto procederà come da programma, il mega sistema di comunicazioni americano che nessuno vuole ma al quale in pochi hanno avuto il coraggio di dire no, diventerà pienamente operativo l’anno prossimo.
La seconda è ancora più drammatica: le sue due parabole saranno puntate proprio sulla provincia di Ragusa e, nello specifico, su c.da Macconi, nel territorio di Acate, e su Chiaramonte Gulfi.

Abbiamo messo, allora, da parte la fantascienza e, per cercare di capire un po’ meglio cosa sta per succedere, abbiamo parlato con il dottor Cirino Strano, referente regionale WWF per il Muos, consigliere scientifico del movimento No Muos Sicilia e componente della contro-commissione regionale per la valutazione dei rischi legati al Muos e al sistema di 47 antenne installate, a Niscemi, nel 1991.

Innanzitutto, cosa indicano quelle luci visibili sulle parabole? C’è pericolo per la popolazione?
Le luci gialle indicano lo spostamento delle parabole, le luci blu la messa in trasmissione delle stesse. I primi dati risalgono al 23 agosto scorso. Attualmente le parabole sono rivolte quasi verticalmente al cielo, puntando, probabilmente, verso un satellite americano, per provare l’efficienza e l’efficacia del sistema di trasmissione. Non possiamo dire con certezza se ci sia già pericolo ma, come rilevato dagli studi dei Prof. Zucchetti e Coraddu, scienziati esperti nel campo e docenti del Politecnico di Torino, la messa in funzione definitiva delle parabole del MUOS incrementerà l’inquinamento elettromagnetico nei territori circostanti Niscemi di circa 1 volt/metro. Per la popolazione del posto aumenterà, quindi, il pericolo di contrarre malattie.

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Una volta che il Muos entrerà in funzione, le due antenne saranno puntate e fissate proprio sulla provincia di Ragusa. Perché questa scelta? E cosa vorrà dire questo per chi vive qui?
Il MUOS è costituito da un sistema di tre parabole orientate verso due satelliti geostazionari, che girano intorno alla terra alla stessa velocità. Una di queste parabole verrà tenuta spenta e di riserva mentre le altre due punteranno, orientativamente, verso contrada “Macconi”, con un angolo di alzata di 40° circa, e sulla città di Chiaramonte Gulfi, con un angolo di alzata di appena 15° gradi sull’orizzonte. La scelta è caduta sulla provincia iblea perché i due satelliti si trovano (o meglio, si troveranno, visto che il secondo dev’essere ancora lanciato) proprio in questa direzione. Le parabole emetteranno un raggio concentrato di microonde largo circa 20 metri e con grande potenza. Dovete immaginare il tutto come un lago sulla cui superficie si abbatte un sasso. Una esposizione accidentale e diretta a tale raggio produrrà gravi ed immediati danni agli organismi viventi, gli altri svilupperanno le malattie negli anni e in base alla distanza dal raggio (ipotizziamo fino a circa 140 km). A questo aggiungiamo che, parlando di sismicità, Niscemi, su una scala di 5 gradi di possibile pericolosità, si trova al 4° grado, cioè di quasi massima allerta. In caso di terremoto una oscillazione del terreno, anche leggera, potrebbe causare un impatto al suolo del raggio del Muos, con danni solo immaginabili. I tecnici USA hanno assicurato che, nel sistema di trasmissione, sono presenti dei meccanismi di blocco automatico, ma lo dicevano anche quelli della centrale nucleare di Fukushima…

Di quali malattie stiamo parlando?
Di patologie tumorali di ogni tipo, di leucemia e di malattie del sistema nervoso centrale quali Alzheimer, Parkinson e autismo, di disturbi agli occhi e alle orecchie. Ma questo problema, sia chiaro, non nascerà col Muos. Siamo già a rischio dal 1991, anno di messa in funzione del sistema di trasmissione NRTF N.8 di Niscemi, composto da 47 antenne di cui una che trasmette con una potenza di 2 milioni di watt! Quando, anni fa, scoppiò lo scandalo di Radio Vaticana, trasmetteva a 500mila watt e fu costretta a ridurre tutto a conformità. Purtroppo, però, la provincia di Caltanissetta ha creato (su nostra sollecitazione) un registro tumori solo da due anni, quindi non abbiamo dati certi sull’evoluzione delle patologie.

E l’aeroporto di Comiso quali problemi potrebbe avere una volta che il Muos sarà operativo al 100% e come vi state muovendo in tal senso?
Dagli studi effettuati da Giuseppe Pace (ingegnere dell’energia, Università di Palermo), il MUOS potrebbe intercettare almeno 2 rotte aeree in avvicinamento e allontanamento dall’aeroporto di Comiso perché le apparecchiature avioniche, quelle che si trovano all’interno degli aerei, potrebbero essere influenzate fino ad una distanza di 137 km. Personalmente, il 2 aprile scorso, ho consegnato e protocollato un dossier indirizzato al comandante dell’aerostazione casmenea nel quale mettevo in evidenza tutto. Nessuno, un domani, potrà venirci a dire che non sapeva nulla.

HAARP SUI CIELI DI VITTORIAScie chimiche. Cosa sarebbero e in che modo, secondo la sua teoria, sarebbero collegate al Muos?
Le scie chimiche vanno distinte da quelle normali degli aerei. Quelle normali le vediamo perché il mezzo, volando a più di 8000 metri di altezza, rilascia vapore acqueo che, a causa delle alte temperature, si condensa e poi si dissolve. Quelle chimiche, invece, si formano a quote molto più basse e, anziché disperdersi, si allargano. Sono costituite da polimeri ultraleggeri di fullerene e hanno l’aspetto di sottili ragnatele che, fra le maglie, hanno intrappolato alluminio, piombo, bario, torio, bromo ed altri metalli pesanti, nonché elementi chimici e biologici dannosi. Questi, dispersi nel cielo, aumentano e modificano la propagazione delle onde del sistema NRTF N.8 e faranno altrettanto con quelle del MUOS.

Quali disturbi fisici queste scie chimiche causerebbero, nel breve e lungo periodo, alle persone? Lei, in qualità di medico, ha già avuto a che fare con malesseri che potrebbero essere ad esse riconducibili?
A seconda della qualità delle sostanze contenute, esse possono causare tantissime malattie. Ma la più peculiare è il Morbo di Morgellons, caratterizzato dalla produzione di filamenti sintetici attraverso la pelle. Malattie come il Parkinson e l’Alzheimer sono, probabilmente, da ricercarsi nell’accumulo di metalli pesanti nel cervello mentre il bario può essere all’origine di ictus cerebrali ed infarti cardiaci. Alcuni tumori, come i linfomi, sono connessi all’uranio e ad un insetticida, l’etilene dibromide, che possono causare danni anche al sistema nervoso e al polmone provocando dispnea, ansia, affanno e tosse. Io, come medico, ho rilevato nel nostro territorio un incremento delle patologie neurodegenerative, delle patologie tiroidee e delle leucemie.

Al territorio e al clima, invece, sempre secondo le vostre tesi, che cosa provocherebbero?
Le scie chimiche aiuteranno il sistema di trasmissione del MUOS, che a sua volta è correlato al sistema di trasmissione dell’H.A.A.R.P. (costituito da un enorme impianto di grandi antenne che si trovano a Gakona, in Alaska). L’H.A.A.R.P. e il MUOS, così come hanno dichiarato gli stessi esperti statunitensi, hanno la funzione di modificare il clima in precise regioni della terra provocando siccità o inondazioni o generando terremoti e maremoti.

rino stranoTornando al Muos, c’è chi non crede nella sua effettiva pericolosità e vi accusa di fare allarmismo ingiustificato. In che modo queste persone avvalorano le loro tesi e perché, secondo lei, sbagliano?
La migliore risposta è che, finora, nessuno ha affermato con certezza che l’elettrosmog prodotto dal sistema di antenne NRTF N.8 e dal MUOS sia assolutamente privo di effetti sulla salute delle popolazioni che vivono vicino all’impianto. In pratica nessuno ha accertato il “principio di precauzione”, che è una legge sancita dallo stato italiano secondo cui un’apparecchiatura non dev’essere messa in funzione se prima non viene verificato che non creerà danni all’uomo e a gli organismi viventi. I detrattori delle nostre tesi adducono motivazioni legate ad altre fonti di inquinamento, come l’uso di pesticidi in agricoltura e la vicinanza al petrolchimico di Gela. Le patologie riscontrate nel territorio niscemese sono, però, caratteristiche dell’inquinamento da elettrosmog e non da anticrittogamici, polveri sottili o idrocarburi.