L’elezione di Giuseppe Giannone alla presidenza della Camera di Commercio sancisce una nuova fase per l’ente camerale ibleo e scongiura il paventato commissariamento. Evidente la commozione del neo presidente che, in veste di presidente dell’assemblea camerale forte dei 72 anni, ha atteso l’ormai scontato verdetto della quarta votazione.
Non priva di suspense e colpi di scena la giornata di giovedì, iniziata intorno alle 10.00 e scandita da una serie di sospensioni che hanno dilungato i lavori per oltre dieci ore. Il consiglio camerale si era chiuso lo scorso 25 agosto con il nulla di fatto raccolto dalle prime due votazioni.
Sintomo della mancata sintesi tra la compagine che sosteneva Giannone, tra tutti Confcommercio, e quella indirizzata su Giovanni Brancati della CNA. La soluzione di individuare una figura terza, di maggiore accordo, è stata più volte auspicata ma di fatto mai realmente voluta dalla maggioranza dell’assemblea.
Nel corso del lungo pomeriggio la proposta di Salvatore Guastella di ritirare la candidatura di Giannone e di proporre come nome condiviso quello di Giorgio Cappello sembrava lasciar intravedere uno spiraglio. Il presidente di Piccola Industria Sicilia è stato chiaro, prima di andare a consultare le diverse espressioni del Consiglio camerale: avrebbe accettato la candidatura solamente se fosse stata la chiave nel superamento dell’impasse. “Non ritengo che sia di alcuna utilità per questo Ente avere un presidente sostenuto da una maggioranza esigua”.
Al rientro in aula, lo stesso Cappello, pur ringraziando per il grande atto di fiducia nei suoi confronti, dichiarava in maniera pragmatica che non si è trovata una convergenza attorno al suo nome e quindi declinava la candidatura. “Qualcuno parlava di Pirandello o di Goldoni” sbotta il consigliere in rappresentanza delle sigle sindacali, Giovanni Avola: “ma qui siamo in presenza di una sceneggiata kafkiana”.
Ancora Avola: “Non posso accettare che il tentativo di una parte, di ritirare il proprio candidato e indicare una figura terza espressione dello schieramento opposto, non raccolga il giusto consenso. È fin troppo lampante” la denuncia “che ci sono interessi esterni che stanno indirizzando questa assemblea. Non essere riusciti a trovare un nome condiviso è una sconfitta per il territorio, chiunque verrà eletto a queste condizioni non sarà un reale vincitore perché nascerà dalle evidenti divisioni che da oltre due anni avvelenano la Camera di Commercio”.
Nonostante si paventasse l’ipotesi di un ulteriore rinvio della seduta a giorno 9 settembre, i 27 consiglieri decidono di aprire la terza votazione per la quale, secondo le norme, può essere eletto il presidente con 15 voti.
E benché le previsioni indicassero Brancati il favorito con almeno 12 voti e Giannone il secondo con 10, dall’urna arriva il nuovo colpo di scena. Il voto segreto consegna a sorpresa all’esponente della cordata di Confcommercio 14 voti, solamente 8 invece al nome fatto da CNA e affini. Un colpo a sorpresa al quale CNA, prima per bocca di Giuseppe Massari e poi dello stesso Brancati, risponde con dignità rifiutando l’ipotesi di una nuova sospensione ed indicando alla successiva votazione il proprio voto per Giannone.
“Non nascondo la mia personale sconfitta” ha dichiarato Brancati, nell’annunciare il proprio ritiro dalla corsa alla presidenza ” nè il rammarico per i segnali ambigui giunti dall’urna. Ci sono persone che hanno affermato di sostenere un candidato per poi votarne un altro, noi invece a voce alta preferiamo dichiarare apertamente che il nostro prossimo voto convergerà su Giannone. Non si tratta certamente di salire sul carro del vincitore, anzi. Mi onora comunque essere stato sconfitto da una personalità illustre che sono sicuro saprà dirigere al meglio l’ente”.
Con questo colpo di coda la CNA decide quindi di chiudere a qualsiasi ulteriore accordo con le forze che evidentemente non avevano rispettato i patti.
La quarta votazione si risolve pertanto in pochi minuti, giusto il tempo di contare le schede e di evidenziare come nel novero delle nulle, oltre a quella presumibilmente di Giannone, se ne siano presentate altre due. 24 quindi le preferenze che hanno portato alla presidenza Giannone per i prossimi cinque anni.
In apertura di lavori è stato affrontato il nodo relativo all’incompatibilità del consigliere Sandro Gambuzza, assente stamane in piazza Libertà.
La questione, sollevata nel corso dell’insediamento del 25 agosto scorso, riguarda le disposizioni sancite dall’articolo 7 del decreto legge 39/2013. L’assessorato regionale allo Sviluppo economico ha inviato una nota ieri mattina all’ente camerale in cui annuncia che alla luce dell’incarico politico ricoperto da Gambuzza, e quindi l’incompatibilità con la carica, il decreto di nomina verrà rivisto al più presto.