Arrestati sette scafisti a Pozzallo. I migranti tentano di linciarne uno

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Arrestati questa notte dalla polizia sette scafisti, responsabili dello sbarco avvenuto due giorni fa a Pozzallo.
Gli agenti hanno dovuto salvare dal linciaggio uno degli scafisti che tentava di nascondersi tra i migranti.
I “passeggeri” volevano linciarlo in quanto, secondo i racconti, li avrebbe trattati malissimo e durante il trasbordo avrebbe letteralmente lanciato dei bambini da una nave all’altra ad altri scafisti che li prendevano al volo, nel tentativo di passare come una delle persone che venivano trasportate.

Ecco il comunicato della Squadra Mobile di Ragusa:

La Polizia di Stato – Squadra Mobile – ha stato eseguito il fermo di AHMAD ABOSAID Mouhamed, nato in Egitto il 13.09.1995, HAMADA ARAFA Abada, nato in Egitto il 29.05.1995, AISA AHMAD Walid, nato in Egitto il 01.05.1988, MOHAMED Said, nato in Egitto il 20.11.1991, HABACHI Hosni, nato in Egitto il 01.01.1996, HAMADA Mohamed, nato in Egitto il 28.11.1982 e ABDELMAGID KATAB Walid, nato in Egitto il 08.01.1991, in quanto responsabili del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, ovvero si associavano con altri soggetti presenti in Egitto al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari.
Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I fermati sono ritenuti essere responsabili di aver procurato l’ingresso in Italia di 206 migranti eludendo i controlli di frontiera, mettendo in serio pericolo di vita tutti i passeggeri provenienti dalla Siria, Palestina ed in minima parte Egitto (quasi tutti minori non accompagnati).

I FATTI
Alle ore 23:35 del 28 decorso la motovedetta “SAR CP 304” veniva inviata per intercettare una unità con migranti clandestini a bordo, che nel frattempo era scortata sia dal pattugliatore maltese “P61”, che da una seconda motovedetta “SAR CP 323”.
Nelle ore successive, ed esattamente alle 05:35 del 29.08.2014, l’unità di intervento “SAR CP 304” intercettava sia le due unità di soccorso che il barcone con i migranti a bordo.
In seguito, e precisamente alle successive ore 7:05, l’imbarcazione di soccorso “SAR CP 323” iniziava il trasbordo su di essa di 54 dei complessivi 213 migranti, scelti dando precedenza ai soggetti con problemi sanitari, alle donne ed ai bambini. Terminate le operazioni di trasbordo, la motovedetta faceva rientro presso il porto di Pozzallo, ove giungeva alle ore 13:00 del 29.08.2014.
Alle successive ore 7:25, nella medesima precedente posizione geografica, la motovedetta “SAR CP 304” iniziava le operazioni di trasbordo di altri 52 migranti, che conduceva presso il porto di Pozzallo giungendo alle ore 15:00.
Infine tra le ore 8:10 e le ore 9:15 del 29.08.2014, i restanti 105 migranti venivano fatti trasbordare sul pattugliatore maltese P61 il quale, terminate tali operazioni, faceva rientro presso il porto di Pozzallo ove giungeva alle ore 21:30 del 29.08.2014.
Tutti i migranti sbarcati venivano ospitati al C.P.S.A. di Pozzallo.

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA
Le operazioni di sbarco al porto di Pozzallo venivano coordinate dal Funzionario della Polizia di Stato della Questura di Ragusa responsabile dell’Ordine Pubblico. A tali operazioni partecipavano 30 Agenti della Polizia di Stato ed altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le prime cure.
Completate le fasi di assistenza e identificazione da parte dell’Ufficio Immigrazione della Questura, i migranti venivano ospitati al C.P.S.A. di Pozzallo (RG).
Frenetica l’attività della Questura di Ragusa, in questi giorni numerosi gli arrivi così come le partenze. Trasferito presso altri centri centinaia di migranti sia da Pozzallo che da c.da Cifali (RG).
Il lavoro dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato è molto complesso e deve essere espletato in tempi ristretti così da permettere un immediato invio degli ospiti in strutture d’accoglienza.
La Polizia di Stato ha predisposto già il servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica per la gestione di eventuali flussi migratori in arrivo.

LE INDAGINI
Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa e del Servizio Centrale Operativo (Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato), lavorando senza sosta per quasi 30 ore sono riusciti a trovare tutti gli elementi per fermare il consistente equipaggio egiziano che ha condotto un peschereccio dalle coste egiziane fino ad un punto di mare in acque internazionali per poi chiedere i soccorsi italiani.
Le indagini sono state particolarmente complesse in quanto i migranti sono giunti in tre momenti diversi perché tre erano state le motovedette impiegate. Questo non ha influito sul lavoro della Polizia di Stato, difatti ben 3 team erano stati costituiti con gli uomini della Squadra Mobile che separatamente cominciavano ad intervistare i migranti per comprendere le modalità del viaggio.
Inizialmente la solita reticenza, il mutismo più assoluto e tante ma tante storie inventate dai migranti. Questo rientra nel copione che devono recitare così come gli viene imposto dai trafficanti prima della partenza e durante il viaggio.
Esausti da questi viaggi che partendo dall’Egitto ci mettono diversi giorni, i migranti vengono tenuti negli uffici della Squadra Mobile, isolati dal resto degli ospiti e confortati, dopo ore parlano e raccontano le atroci sofferenze ed i disagi subiti per giungere fino alle coste italiane.
Anche questa volta gli investigatori sapevano già che sarebbe stata dura, in quanto gli equipaggi egiziani sono sempre molto numerosi e non è semplice ricostruire il ruolo di ognuno di loro. Con pazienza ed un lavoro certosino Ufficiali ed Agenti di Polizia sono riusciti anche questa volta a ricostruire tutto con dovizia di particolari.
Subito dopo aver individuato i sospettati grazie a delle minime informazioni date a denti stretti, venivano iniziate le ricerche all’interno del centro dei 7 soggetti individuati.
Appena tirati fuori dal centro e condotti negli uffici della Squadra Mobile 5 dei 7 fermati, i poliziotti che erano tornati dentro per cercare gli ultimi due, vedevano un capannello di persone e guardando bene in mezzo c’era un giovane egiziano che veniva percosso e spintonato da numerosi siriani (almeno 20) e palestinesi.
L’immediato intervento della Polizia di Stato in questo caso non ha calmato gli animi, anzi li ha infuocati ancora di più poiché i migranti si sentivano sicuri della presenza degli Agenti ed urlavano in lingua araba nei confronti di questo giovane egiziano che poi risultava essere uno degli altri scafisti. La situazione stava degenerando e gli agenti della Squadra Mobile con non poche difficoltà riuscivano a sottrarre il giovane al gruppo di migranti approfittando di una distrazione creata ad hoc dal Funzionario della Polizia di Stato responsabile dell’Ordine Pubblico.
Una volta isolato lo scafista, grazie agli interpreti si poteva comprendere cosa fosse accaduto. In pratica durante il viaggio gli organizzatori avevano fatto cambiare imbarcazione per ben 3 volte prima di prendere quella che li ha condotti in Italia. Durante le fasi di trasbordo, il giovane egiziano per fare presto prendeva i bambini molto piccoli delle famiglie siriane e palestinesi ed invece di passarli con cura ai genitori, li lanciava da una barca all’altra al complice che già si trovava sull’altra barca ed i piccoli iniziavano a piangere terrorizzati da questo comportamento. Nonostante le lamentele dei genitori questa condotta veniva tenuta più volte noncurante di ciò che sarebbe potuto accadere. I migranti avevano dovuto sopportare tali soprusi per paura di immediate ritorsioni pertanto avevano ingoiato questi bocconi amari più volte.
Giunti al centro, così come da loro stesso ammesso “ci siamo sentiti al sicuro appena abbiamo visto la presenza della Polizia ed una volta che abbiamo capito che stavate prendendo questi ****** ci siamo sentiti al sicuro e volevamo farla pagare a chi aveva fatto piangere i nostri figli e per di più poteva accadere una tragedia se fosse caduto in mare uno dei piccoli; avete ragione abbiamo reagito male ma quando si toccano i nostri figli non ragioniamo più, adesso che sappiamo che è nelle vostre mani staremo calmi ma vi preghiamo di non farli uscire più dalla prigione, si arricchiscono sulle nostre disgrazie”.
Le indagini hanno permesso di appurare che un gruppo di migranti era partito dall’Egitto ed un altro dalla Turchia per poi ricongiungersi davanti le coste egiziane. Hanno cambiato barca 3 volte e poi una volta in acque internazionali hanno chiesto soccorsi anche perché avevano finito il carburante mettendo così a rischio la vita di 206 migranti molti dei quali minori d’età, anche neonati.
Anche con gli scafisti si è provato a farli confessare, difatti alcuni di loro hanno reso dichiarazioni auto indizianti, ma prima di parlare hanno voluto rassicurazioni su un eventuale sconto di pena.
La professionalità degli uomini che hanno svolto le indagini di Polizia Giudiziaria ha permesso di individuare anche questa volta gli autori di questo traffico di migranti ormai diventato un enorme businnes per gli organizzatori, in questo caso tutti egiziani.
Stante quanto dichiarato dai testimoni gli organizzatori hanno incassato 6.000 dollari a passeggero adulto e nulla per i bambini per un totale di oltre 1.000.000 dollari.

LE TESTIMONIANZE
Uno dei migranti:
“Relativamente ai costi del viaggio la stessa persona ci faceva conoscere che erano stati determinati in 6.000 dollari Usa per ognuno di noi ad eccezione di quei bambini che non avevano raggiunto i 6 anni, i quali non avrebbero dovuto pagare nessuna somma di denaro. Precisava, altresì, che non tutti noi siriani saremmo partiti nella stessa data, ma in tempi diversi e il primo gruppo di partenza avrebbe interessato un numero di circa 70 soggetti. Ogni quesito esposto da me e dai miei connazionali veniva chiarito dall’egiziano con promesse poi sistematicamente risultate mendaci. Egli infatti faceva presente che il viaggio sarebbe stato compiuto a bordo di idonea unità navale, provvista di ogni confort e che lo stesso si sarebbe concluso direttamente in Italia. Nei giorni precedenti la partenza per l’Italia sia io che gli altri miei connazionali programmati per la partenza del secondo gruppo, abbiamo raccolto la somma di denaro richiesta ad ognuno di noi”.

LA CATTURA
Le indagini condotte dagli investigatori della Squadra Mobile durate 30 ore continuative, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa gli investigatori hanno catturato tutti i membri dell’equipaggio che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione, considerato che dopo il fermo iniziano tutte le fasi processuali particolarmente complesse.

BILANCIO ATTIVITÀ DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA
Sino ad oggi, solo nel 2014 sono stati arrestati 116 scafisti e sono in corso numerose attività di collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste del nord Africa a quelle Italiane.