Le vacanze per molti di noi stanno già diventando un ricordo e, come ogni anno, è tempo di bilanci.
No, non sto parlando dell’andamento della stagione e dei kg persi o presi. Ma dei bei tipi in cui ci siamo imbattute passeggiando sull’arenile o prendendo beatamente il sole: quelli che persino Vanity Fair ha voluto suddividere in sette categorie.
Che poi, a parer mio, sette sono pure poche e lasciano fuori molte fette di popolazione maschile, ma c’è da dire che, in parte, la rivista ci ha pure azzeccato. Di quelli riportati, tralascio volontariamente il maschio “social network addicted”, che vive perennemente con lo smartphone in mano e pubblica ogni secondo della sua giornata/notte; “l’animalista”, per cui il proprio amico a 4 zampe è l’unico essere vivente meritevole di attenzioni nel raggio di svariati km; “l’altruista”, detto più semplicemente “l’impiccione”.
Preferisco concentrarmi sulle categorie con le quali ho avuto “incontri ravvicinati del terzo tipo” e che (grazie mille!) mi hanno aiutata a capire quanto variegato sia, in fondo, quell’universo maschile che ritenevo (ignorante e presuntuosa che sono!) “monofasico” e unicellulare.
E allora, riflettori puntati su (rullo di tamburi): lo sportivo!
E beh, si! Il re della spiaggia è lui, o almeno ci prova.
Noi girls lo notiamo perché è belloccio, o comunque messo bene a livello fisico, ma – a meno che anche noi fanciulle non siamo sportive (e la sottoscritta, ahimè, è lacunosa in tal senso…) – farne la conoscenza e poi provare la convivenza sarà alquanto complicato!
Lui non va in spiaggia per rilassarsi e abbronzarsi, per rinfrescarsi tra le onde o all’ombra di una palma sorseggiando un mojito. No! Lui va in spiaggia per sudare! Sai che effetto tutte quelle goccioline su quel corpo scolpito e dorato dalle lampade…
Si, ne ho conosciuti di sportivi ma, da “perfetta stronza” quale sono, tollero pochino la sudorazione eccessiva che scatena odori poco gradevoli. O il ritrovarmi impanata di sabbia come una cotoletta nel tentativo di afferrare palloni che tanto so bene che, anche quando la mira è giusta, mi scivoleranno tra le mani, perché non posso rischiare di spezzarmi un’unghia… con quello che mi è costato ricostruirla col gel!
Nemmeno in acqua con lui si è al sicuro. Ci chiederà di nuotare, se va bene, fino a Malta o porterà con sé i racchettoni e, per fare bella figura, dobbiamo essere pronte a tutto. Scordiamoci, quindi, quell’idea che ci aveva accarezzato sul fatto di non bagnare i capelli per evitare l’ennesimo shampoo sfibrante e rassegniamoci pure a ingoiare acqua salata perché la pallina maledetta, quasi sicuramente, ci costringerà a tuffi degni della plurimedaglista Tania Cagnotto.
E che dire di quello che Vanity Fair ribattezza “il salutista”?
I buoni propositi di settembre e gennaio sull’alimentazione sana e curata, per lui valgono 12 mesi all’anno e, se vogliamo far colpo, possiamo dire addio ad aperitivi, stuzzichini, cenette speziate e, se ci va proprio male, persino ai gelati alla crema. Perché lui ci guarderebbe schifato chiedendoci se siamo a conoscenza di quanti grassi idrogenati e coloranti stiamo ingerendo. Mentre noi, magari, stiamo solo tentando di far alzare la pressione con un po’ di zuccheri!
Vero: i suoi centrifugati di frutta a volte possono anche rivelarsi gradevoli, ma accostiamoci a lui solo se siamo davvero sicure di poter rinunciare alla granita al caffè con panna e brioche, in caso contrario lasciamo perdere.
Da giornalista (o giornalaia, come dice qualcuno!) amo la lettura, ma il tipo che ritengo il male peggiore da incontrare in spiaggia è, di certo, “l’intellettuale”.
Come in ogni cosa, la soluzione sta “in media res” e quasi sempre lui non conosce le mezze misure. Avrà, di certo, con sé almeno un paio di libri (sia mai che mentre si trova in spiaggia finisce quello che sta leggendo e si trova costretto a socializzare) e se al libro tradizionale preferisce l’ebook teniamo bene a mente che sporcarlo o graffiarlo potrebbe mettere seriamente a repentaglio non solo la nostra reputazione ma la nostra stessa vita!
Se già solo questo non è un incentivo a lasciar perdere (temerarie!), prepariamoci psicologicamente a infiniti monologhi sugli autori del momento e sui grandi del passato, su quelli scoperti al liceo e quelli inizialmente sottovalutati.
Un segreto? Annuire, annuire sempre! Autoconvinciamoci di aver letto tutti i libri che ci menzionerà, di conoscere tutte le storie che ci narrerà e tutti i nomi che ci snocciolerà e non osiamo contraddirlo sulla qualità di uno scrittore o di un testo, se non siamo seriamente consapevoli di quello che stiamo dicendo, perché dovremo spiegare i mille motivi delle nostre argomentazioni. Uscirsene con un sorriso ammaliante in questi casi non è facile, ragazze mie!
E poi c’è lui. Lui che più di tutti gli altri non ha bisogno di presentazioni e che trovi ovunque, dagli Appennini alle Ande, dal Mar Rosso al Baltico, dal Mediterraneo all’Oceano, dal Polo Nord al Polo Sud.
Fisicamente non ha elementi caratteristici, può essere muscoloso o con la pancetta, depilato o pelosetto, può avere capelli corti o lunghi (o non averne affatto) e, nonostante tutto, sbagliarsi è quasi impossibile.
Come, chi è? Il “coatto”, naturalmente. O meglio, Vanity Fair lo chiama così, ma per noi è semplicemente “il tamarro”! La tamarraggine, lo sappiamo, è uno stile di vita e anche se spesso, tra tutti i tipi da spiaggia elencati, è quello che più facilmente può riuscire nell’intento di strappare un sorriso è anche quello che, superata la fase del corteggiamento, a Ferragosto ci chiederà di scendere in spiaggia col barbecue e l’anguria da sotterrare sul bagnasciuga accanto alle birre!
Passati in rassegna questi moderni “tipi da spiaggia”, l’ideale, forse, (almeno per me) sarebbe trovare un ragazzo che queste caratteristiche le possieda tutte, ma nella giusta dose. Probabilmente, però, è più facile trovare il Santo Graal.
Ok, ok: ora non prendetevela, maschietti! Anche noi ladies, si sa, non siamo perfette! E spesso pure voi avete le vostre sacrosante ragioni per lamentarvi.
Del resto, come diceva Alfred de Musset: “La perfezione non esiste. Capirla è il trionfo dell’intelligenza umana, desiderarla per possederla è la più pericolosa delle follie”.