Tanto tuonò che piovve. Sebbene sembra si tratti più di una burrasca di fine estate che di un temporale destinato a far danni.
I nuvoloni che si addensano su Palazzo San Domenico li spinge ancora una volta l’Udc, il partito del sindaco Ignazio Abbate, o meglio “che fu” del sindaco Ignazio Abbate e che ora lo accusa di “amnesia” rispetto ai tempi in cui andava a bussare alle porte degli onorevoli per cercare la necessaria sponda ai suoi progetti politici. “Abbate o mentiva allora o mente oggi, emergendo in ogni caso inequivocabilmente la sua inaffidabilità politica“, gli dicono oggi gli esponenti cittadini e provinciali dello scudocrociato che, evidentemente, cominciano a prendere atto che dietro la strategia politica del sindaco c’è un’ambizione precisa, tale da minacciare innanzitutto le certezze dell’onorevole Orazio Ragusa.
Comunque, l’Udc un chiarimento lo aveva chiesto già tre mesi fa e Abbate aveva tagliato corto: “Sono metodi da vecchia politica, a me interessa solo amministrare”.
“E allora lo faccia da solo”, gli dicono – in sostanza – i suoi ormai ex sostenitori: “I suoi progetti politici da oggi non sono più i nostri. Ed è per questo che prendiamo le distanze a tutti i livelli di rappresentanza dalle scelte operate dal sindaco e dalla sua giunta. Probabilmente se ci avesse consultati come partito di coalizione avremmo anche potuto suggerirgli qualche soluzione su alcune discutibili scelte da lui unilateralmente operate, per evitargli le figuracce che sta facendo e sta facendo fare alla città”.
Il riferimento non è diretto, ma certamente una delle ultime scelte assunte in totale solitudine dal sindaco, ovvero quella di attribuire un compenso di complessivi 4 mila euro al mese ai membri del suo staff, non è piaciuta a moltissimi di coloro che fino ad ora gli erano stati fedeli.
Ma ora, appunto, bisognerà vedere se i “tuoni” dell’Udc saranno capaci di alterare in qualche modo gli equilibri politici nei quali Abbate dorme sonni tranquilli: l’unico, finora, ad aver preferito la linea del partito a quella del sindaco, nel suo stile di uomo solo al comando, è stato il presidente del Consiglio Roberto Garaffa, del quale l’Udc rimarca “la moderazione e l’equilibrio nella conduzione dell’organo istituzionale”, invitandolo “a proseguire nella opera con imparzialità e rigore in rappresentanza di tutto il Consiglio comunale”.
Cosa ben diversa per gli altri esponenti: “Tale linea del partito impegna l’assessore ed il capogruppo nelle loro funzioni di rappresentanza dell’Udc per i quali hanno ricevuto il mandato”, sono infatti costretti a puntualizzare dalle segreterie cittadina e provinciale.
E non è affatto scontato che l’assessore ai Servizi sociali Rita Floridia e il consigliere comunale Lorenzo Giannone, che solo per un attimo è stato critico nei confronti del primo cittadino salvo poi rientrare ordinatamente nei suoi ranghi, abbiano intenzione di dare ascolto al loro partito.