Naufraga gommone a Lampedusa. A Pozzallo 18 morti: “Uccisi da sete e vapori di idrocarburi”

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Sono arrivati nel porto di Pozzallo intorno alle 17.00 i sopravvissuti dell’ultima tragedia del mare nel Canale di Sicilia che conta almeno 18 vittime e probabilmente una decina di dispersi.
Nuove vittime che vanno ad aggiungersi alle almeno 250 che hanno tragicamente finito il loro viaggio ad appena un chilometro dalla partenza da Tripoli con il rovesciamento e l’affondamento di un grosso peschereccio.

Le diciotto vittime del gommone intercettato dalla Marina militare italiana a 120 miglia a sud di Lampedusa sono arrivate dunque a Pozzallo a bordo della nave Sirio sulla quale hanno viaggiato anche i 73 superstiti e altro 193 migranti che erano stati recuperati dal pattugliatore poco prima della segnalazione, da parte di un elicottero in ricognizione, del gommone alla deriva con decine di migranti in mare. Che si sono salvati salendo sulle zattere gonfiabili lanciate dall’alto prima dell’arrivo della nave Sirio.

Nelle prossime ore, i medici legali cercheranno di capire le cause della morte dei diciotto migranti i cui corpi sono stati ritrovati sul fondo del gommone a bordo del quale erano saliti in un centinaio. Il comandante della Sirio Marco Bilardi ha ipotizzato che le vittime, tutti uomini, possano essere morti intossicati dalle esalazioni tossiche di alcuni fusti di benzina che erano nel gommone. O forse disidratati.
Ma non è escluso che invece siano annegati e i corpi siano stati ripescati dai compagni di viaggio. Indicazioni in più si potranno avere nelle prossime ore quando gli uomini della squadra mobile di Pozzallo interrogheranno i superstiti che verranno ospitati nel centro di prima accoglienza.

Sembra che fossero alla deriva da due giorni su un piccolo gommone ormai semiaffondato senza neanche un telefono funzionante con cui dare l’allarme e senza più una goccia d’acqua. E quando la nave Sirio della Marina militare li ha individuati, nel tardo pomeriggio di ieri, a 120 miglia a sud di Lampedusa, per diciotto di loro era ormai troppo tardi. I marinai che sono riusciti a trarre in salvo 73 migranti, alcuni dei quali in cattive condizioni, in stato di disidratazione ed ipotermia, hanno contato sul fondo di quel gommone, uno sull’altro, ben diciotto cadaveri, tutti di uomini. I superstiti, molti dei quali erano in acqua, si sono salvati aggrappandosi a delle zattere gonfiabili lanciate in mare da un elicottero dell’operazione Mare nostrum. i profughi hanno raccontato di essere partiti in cento dalla Libia, ci sarebbero dunque una decina di dispersi in mare.

Sono oltre 3.500 le uomini, le donne e i bambini salvati da venerdì nel canale di Sicilia dai mezzi della Marina Militare, della Guardia Costiera e dalle imbarcazioni civili.
Di questo bilancio fanno parte anche i 1.373 immigrati soccorsi nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia che sono a bordo della nave Virgilio Fasan da poco attraccata al porto di Reggio Calabria.
A bordo dell’unità c’è anche il cadavere di un eritreo trovato cadavere su un barcone sul quale viaggiava insieme ad un gruppo di connazionali. Sono 1.014 uomini, 200 donne e 159 minori. Sono cominciate le operazioni di sbarco e I primi migranti che sono stati fatti scendere dalla nave sono quelli affetti da scabbia (una cinquantina di casi in tutto) che saranno sottoposti a trattamento terapeutico.

Sul fronte politico, il ministro dell’Interno Angelino Alfano torna a bussare alla porta della Ue. “Solo i ciechi non vedono ciò che sta accadendo: più si aggrava il problema della frontiera del Mediterraneo più si capisce che Mare Nostrum dev’essere sostituita da un’azione europea”.
Lo ha detto in un’intervista al Corriere della Sera. “L’immigrazione illegale” ha aggiunto “ma anche e soprattutto la fuga da guerre e persecuzioni, che hanno come teatro il Mediterraneo, non sono una questione italiana: i migranti vogliono andare in Europa. Mare Nostrum nacque come un’operazione a tempo dopo la tragedia di Lampedusa. Ma non possiamo arrivare al secondo anniversario, al 18 ottobre 2015. O la questione viene presa in mano dall’Europa o l’Italia dovrà adottare le proprie decisioni. Purtroppo in Italia le parole di Salvini dimostrano che sta nascendo una brutta destra estrema che non ci piace per linguaggio, contenuti e riferimenti. Noi vogliamo risolvere il problema, altri no, per avere voti”.
E ancora: “Mare Nostrum ha salvato migliaia di vite umane. Occorre costruire una proposta alternativa alla quale sto lavorando. La sottoporrò al governo ma è un tema che si pone soltanto dopo una eventuale risposta negativa dell’Unione europea riguardo il subentro a Mare Nostrum. Di certo non possiamo attendere a lungo”.

Intanto, la Prefettura di Ragusa, su direttive del Prefetto Annunziato Vardè, ha coordinato le operazioni di primo soccorso ed accoglienza dei 266 migranti.
Le attività sono state garantite, in adesione al piano provinciale emergenza sbarchi dalle Forze di Polizia territoriali, dalla Capitaneria di porto di Pozzallo, dagli operatori del Comune di Pozzallo, del Servizio per la provincia di Ragusa del Dipartimento Regionale della Protezione Civile, dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa, dell’USMAF nonché della Croce Rossa Italiana e delle Associazioni locali del volontariato.

Le salme dei migranti deceduti sono state trasferite presso appositi locali messi a disposizione del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, quale camera mortuaria in prossimità dello scalo di Pozzallo, per gli accertamenti disposti dall’ Autorità Giudiziaria.

I migranti sono stati accolti presso il locale Centro di primo soccorso ed assistenza, reso idoneo per l’accoglienza e le conseguenti attività socio-assistenziali in favore dei medesimi per il periodo temporale strettamente correlato alla loro permanenza, in attesa delle direttive del Ministero dell’Interno in ordine al loro trasferimento presso altre strutture di accoglienza.
Nella circostanza, si è confermata, ancora una volta, la fattiva collaborazione tra le diverse componenti istituzionali a vario titolo coinvolte del piano di soccorso, al fine di assicurare un efficiente ed adeguato livello di accoglienza al rilevante numero di migranti.