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A seguito dell’ennesimo sbarco, (avvenuto il 14 agosto 2014), a Pozzallo di centinaia di immigrati, la Polizia Giudiziaria ha arrestato 2 tunisini già entrati clandestinamente in Italia in passato.
Il più grande è uno scafista “d’esperienza”. Messi a confronto si accusano a vicenda avvalorando quanto raccolto dalle testimonianze dei migranti, soccorsi dalle motovedette maltesi e scortati fino alle acque italiane.
I due tunisini hanno favorito l’ingresso di 277 migranti eritrei molti dei quali minori anche neonati. I costi: 1.500 $ a migrante ed all’organizzazione quasi 500.000.
Salgono a 97 gli scafisti arrestati nel 2014.
Ecco il comunicato della Squadra Mobile di Ragusa:
La Polizia Giudiziaria ha eseguito il fermo di BEN MBAREK Nabel nato in Tunisia il 02/11/1985 e NSSIRA Mouhamed Ali nato in Tunisia il 10/11/1989 in quanto responsabili del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, ovvero si associavano con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari.
Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I fermati si sono resi responsabili di aver procurato l’ingresso in Italia complessivamente di 277 migranti eludendo i controlli di frontiera, in quanto in modo preordinato chiedevano i soccorsi mettendo in serio pericolo di vita tutti i passeggeri di origini prevalentemente dell’Eritrea molti dei quali minori anche neonati.I FATTI
Alle ore 16,20 del 14/08/2014 il Comando Generale delle Capitanerie di Porto riferiva di una imbarcazione con circa 300 migranti a bordo in difficoltà. L’unità era monitorata da due pattugliatori maltesi. Alle ore 16,48 dal porto di Siracusa la MV CP 323 mollava gli ormeggi per raggiungere il target, altresì faceva la MV CP 304 dal porto di Pozzallo, nonché il S/V NOS TAURUS veniva indirizzato verso il target. Alle ore 18,15 la CP 304 affiancava l’imbarcazione con i migranti irregolari a bordo e procedeva verso il porto di Pozzallo con al seguito la CP 323 ed il rimorchiatore senza trasbordare i migranti ma scortandoli fino al porto di Pozzallo ove giungeva alle ore 21,40 successive. Subito dopo iniziavano le operazioni di sbarco che terminavano alle ore 23,20 successive con la discesa di 279 migranti complessivi, di cui 182 uomini, 66 donne e 31 minori tutti provenienti dall’area sub sahariana che venivano ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo.ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA
Le operazioni di sbarco al porto di Pozzallo venivano coordinate Funzionario della Polizia di Stato della Questura di Ragusa responsabile dell’Ordine Pubblico.
A tali operazioni partecipavano 40 Agenti della Polizia di Stato ed altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le prime cure.
Completate le fasi di assistenza e identificazione da parte dell’Ufficio Immigrazione della Questura, i migranti venivano ospitati al C.P.S.A. di Pozzallo (RG).
Gli ospiti sono stati fatti scendere dal barcone in ordine di priorità, ovvero prima i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, poi i neonati e le donne gravide, poi sono scese donne e bambini ed infine tutti gli altri.
Poche ore prima erano giunti 250 migranti da Porto Empedocle in quanto appena sbarcati e li non c’erano posti ma questo arrivo non era previsto in quanto il recupero è stato fatto in acque italiane e non come ultimamente avviene in acque internazionali vicine alla Libia.
In data 13 agosto i centri erano stati completamente svuotati dall’Ufficio Ordine Pubblico della Questura di Ragusa che traferiva tutti gli ospiti presenti al centro di Pozzallo ed in quello di c.da. Cifali di Ragusa, al fine di permettere l’ingresso degli altri che da li a poco sarebbero sbarcati.
Il lavoro dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato è molto complesso e deve essere espletato in tempi ristretti così da permettere un immediato invio degli ospiti in strutture d’accoglienza.
Le operazioni di sbarco sono durate complessivamente 4 ore e gli stranieri sono stati identificati tutti grazie al lavoro dei mediatori dell’Ufficio Immigrazione e dei Poliziotti che vi prestano servizio.LE INDAGINI
Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa e del Servizio Centrale Operativo (Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato), grazie alla collaborazione di un’aliquota della Compagnia Carabinieri di Modica e della Sez. Operativa Navale della Guardia di Finanza, sin dai primi istanti dell’arrivo dei migranti a Porto di Pozzallo hanno preso contatti con le motovedette della Capitaneria che segnalavano non il comandante dell’imbarcazione che nel contempo si era nascosto tra i migranti ma i potenziali testimoni che erano seduti vicino alla pilotina di comando.
Lo scambio informativo con il personale di bordo delle navi che soccorrono queste imbarcazioni è fondamentale ed utilissimo per un immediata individuazione dei sospettati.
Immediatamente sono stati isolati i cittadini provenienti dal maghreb in quanto molto spesso sono coloro che hanno condotto le imbarcazioni o comunque coloro che collaborano con le indagini.
I due tunisini presenti venivano subito isolati e con uno dei più vecchi “trucchi”, gli investigatori li hanno messi l’uno contro l’altro ed in pochi minuti hanno confessato, anzi si sono accusati reciprocamente.
Il più anziano dei due era già stato in Italia ed aveva precedenti specifici difatti può essere considerato uno scafista “d’Esperizienza”.
In questa occasione si è tornati ad una metodologia di sbarchi del passato quando le barche venivano intercettate sotto costa dalla Capitaneria di Porto e dalle altre unità navali delle Forze di Polizia.
Il lavoro come sempre è stato durissimo in considerazione degli sforzi degli investigatori di trovare i testimoni che tra i gruppi di eritrei è molto difficile trovare.
Comunque il lavoro duro ha premiato gli investigatori che sono riusciti in 14 ore ad identificare gli scafisti assicurandoli alla giustizia.
La ricostruzione dei testimoni era molto precisa e dettagliata in ogni sua parte. Gli organizzatori libici, hanno fatto partire tutti i migranti da una piccola spiaggia a bordo di lance di piccole dimensioni ed a gruppi di 25/30.
La professionalità degli uomini della Polizia Giudiziaria ha permesso di individuare anche questa volta l’autore di questo traffico di migranti ormai diventato un enorme businnes per gli organizzatori, in questo caso tutti libici e 2 tunisini.
Stante quanto dichiarato dai testimoni gli organizzatori hanno incassato 1.500 dollari a passeggero per quasi mezzo milione di dollari totali.LA CATTURA
Le indagini condotte dagli investigatori durate 14 ore continuative, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa gli investigatori hanno catturato gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione, considerato che dopo il fermo iniziano tutte le fasi processuali particolarmente complesse.BILANCIO ATTIVITÀ DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA
Sino ad oggi, solo nel 2014 sono stati arrestati 97 scafisti dalla Polizia Giudiziaria.
La Squadra Mobile di Ragusa partecipa a numerose attività con le altre Squadre Mobili siciliane (coordinate dal Servizio Centrale Operativo) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste del nord Africa a quelle Italiane.
In corso altre indagini per valutare gli elementi di prova raccolti stanotte e quindi appurare eventuali responsabilità di altri scafisti.