Altri 2.053. Sono sempre numeri da emergenza quelli relativi agli immigrati soccorsi nel fine settimana dalle navi della Marina Militare impegnate nell’operazione “Mare nostrum”.
Alle operazioni hanno preso parte anche motovedette e la nave “Dattilo” della Guardia costiera. Il pattugliatore “Borsini” ha sbarcato ieri nel porto di Pozzallo (Ragusa) 166 persone, tra cui 14 donne e 34 minori.
La fregata “Fasan” ha invece trasferito nel porto di Augusta (Augusta) 198 profughi tra cui 24 donne e 61 minori.
Questa mattina la nave anfibia “San Giusto” attracca a Reggio Calabria per lasciarvi 1.689 persone soccorse in vari interventi anche dalla corvetta “Urania”.
Intanto la polizia ha fermato due presunti scafisti, perchè ritenuti responsabili dello sbarco di 166 migranti avvenuto ieri a Pozzallo. Tra i migranti, siriani ed egiziani, molti erano i minori non accompagnati.
I due scafisti, entrambi di 21 anni, si trovano in carcere: prima di partire avrebbero aspettato più di una settimana con l’intento di riempire il barcone quanto più possibile.
Questo il video della Polizia sull’arresto dei due presunti scafisti:
[youtube]http://youtu.be/UQAjr-F85Gk[/youtube]
E qui il comunicato della Squadra Mobile della Questura di Ragusa:
I FATTI
Alle ore 17:05 del 09/08/2014 la Nave “Comandante BORSINI” della Marina Militare Italiana, associata al dispositivo navale impegnato nell’ambito dell’operazione “Mare Nostrum” a seguito di segnalazione pervenutale veniva invitata a dirigersi in un punto di mare per evento SAR (Search And Rescue) di un barcone alla deriva, precedentemente localizzato dall’elicottero della suddetta nave. Alle ore 18:20 successive l’unità navale raggiungeva l’obiettivo ricadente nell’area SAR maliana ed avvistava otticamente un motopesca di colore blu chiaro con strisce longitudinali gialle di circa 25 mt. di lunghezza privo di identificazione ottiche e di bandiera, con sovraffollamento dovuto alla presenza stimata di circa 200 persone a bordo, privi di dotazioni di sicurezza individuali. Alle successive ore 18:24 fatta una valutazione reale ed obbiettiva, del grave ed imminente pericolo per la salvaguardia della vita in mare, considerata la mancanza di dotazioni di sicurezza individuali ed collettive dichiarava evento SAR, predisponendo il recupero dei predetti migranti. Alle 21:30 terminato il recupero ed il trasbordo degli stessi risultati essere in numero 166 persone cui 118 uomini 14 donne e 34 minori provenienti prevalentemente da Siria, Egitto, Sudan e Eritrea. Successivamente l’unità Militare Italiana faceva rotta verso il porto di Pozzallo ove giungeva in rada alle ore 11:00 circa del 10/08/2014 iniziando le operazioni di trasbordo sul rimorchiatore “NOS TAURUS” verso le ore 12:00. Terminate le operazioni di sbarco alle ore 13:30 successive, i 166 migranti venivano ospitati presso questo C.P.S.A.ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA
Le operazioni di sbarco al porto di Pozzallo venivano coordinate dal Funzionario della Polizia di Stato della Questura di Ragusa responsabile dell’Ordine Pubblico. A tali operazioni partecipavano 20 Agenti della Polizia di Stato ed altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le prime cure.
Completate le fasi di assistenza e identificazione da parte dell’Ufficio Immigrazione della Questura, i migranti venivano ospitati al C.P.S.A. di Pozzallo (RG).
In questi giorni l’attività della Questura di Ragusa è stata frenetica, bisognava correre contro il tempo, bisognava trasferire tutti in altri centri così da creare le condizioni per poter ospitare altri migranti e così è stato, grazie al lavoro della Polizia di Stato con la sinergia di tutti gli altri attori coinvolti in questa emergenza è stato possibile risolvere ogni criticità.
Il lavoro dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato è molto complesso e deve essere espletato in tempi ristretti così da permettere un immediato invio degli ospiti in strutture d’accoglienza.
Ieri contestualmente all’arrivo sono stati movimentati centinaia di migranti presso centri del nord Italia.LE INDAGINI
Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa e del Servizio Centrale Operativo (Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato), con la partecipazione di un’aliquota della Compagnia Carabinieri di Modica e della Sez. Op. Nav. della Guardia di Finanza lavorando senza sosta per 18 ore sono riusciti a trovare tutti gli elementi per fermare i due scafisti egiziani.
Anche in questa occasione gli scafisti sono stati incastrati dalle testimonianze dei migranti che viaggiavano a bordo del peschereccio ma questa volta erano stati minacciati oltremodo e non voleva parlare nessuno. Non era mai capitato che i testimoni ci mettessero tutte queste ore per rendere confessione, erano tutti chiusi nel mutismo più assoluto. Grazie poi agli interpreti ed al lavoro degli investigatori ormai esperti nel “rompere il silenzio” si è riusciti a trovare gli elementi a carico dei due scafisti.
Dalle indagini è emerso che i due scafisti erano l’ultimo (ma di fondamentale importanza) anello di una più vasta organizzazione dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Gli egiziani hanno un modus operandi diverso rispetto ai libici, anche perché nel loro paese ci sono più controlli.In pratica non partono se non prima aver completamente occupato ogni singolo posto della barca utilizzata per la traversata ed inoltre cercano sempre di costeggiare l’Egitto per arrivare in Libia e poi far rotta per l’Italia. Per questa strategia adottata tengono costretti a bordo di migranti per diversi giorni, in alcune occasioni anche per 20 giorni fino al riempimento.
La professionalità degli uomini della Polizia Giudiziaria ha permesso di individuare anche questa volta gli autori di questo traffico di migranti ormai diventato un enorme businnes per gli organizzatori, in questo caso tutti egiziani e forse qualche libico.
Stante quanto dichiarato dai testimoni gli organizzatori hanno incassato 2.500 dollari a passeggero per un totale di oltre 400.000 dollari.LE TESTIMONIANZE
“data la situazione sociopolitica e di guerra che vi è nel mio stato sono partito dalla Siria unitamente alla mia famiglia composta solo da mia moglie, per portarmi in Egitto. Giunto in questo Stato mi sono portato nella città di *********, dove ha trovato lavoro come contabile in una società. Durante la mia permanenza in questa città, vista anche la situazione politica che si aggravava anche in questo paese, unitamente a mia moglie ho deciso di partire ed intraprendere un viaggio clandestino verso l’Italia. Difatti mi adoperavo e tramite miei parenti trovavo un contatto con piccola organizzazione. Li contattavo unitamente a un mio parente e concordavo la cifra che serviva per il viaggio clandestino in 2.200 dollari USA, cadauno, cioè sia per me, che per mia moglie. Lo stesso personaggio ci spiegava che ci avrebbe fatto sapere tramite una telefonata, il giorno e l’ora della partenza. Dall’abitazione ove risiedevamo sino alla spiaggia cui siamo stati condotti, abbiamo effettuato un viaggio di circa mezz’oretta. In questa località siamo rimasti ad aspettare sulla spiaggia sino alle ore 19:00; durante tale permanenza su questa spiaggia, notavo che arrivavano altre persone siriane, arrivando a circa un numero di 45 individui ed eravamo costantemente sorvegliati da sei soggetti egiziani facenti parte dell’organizzazione, non armati, ma gli stessi ci usavano violenza, derubando alcune persone dei loro averi ed oggetti personali, nonché al momento di imbarcarci sul gommone ci strattonavano e ci minacciavano di fare presto nel salire, facendo sovente uso solo delle mani e di calci. Verso le ore 19:30 arrivava sul bagnasciuga un gommone pilotato da altro personaggio egiziano facente parte dell’organizzazione, ci facevano salire tutti a bordo ed lo stesso cominciava a navigare verso il largo. Dopo circa due ore di navigazione, ho notato che ad aspettarci vi era un grosso peschereccio in ferro che ci attendeva, ove venivamo trasbordati mentre il gommone con il suo conducente tornava sulla costa. Su questo natante non vi erano passeggeri, ma solo membri dell’equipaggio, gli unici migranti eravamo noi. Ho viaggiato a bordo di quest’ultimo per ulteriore altre tre ore costeggiando le coste egiziane. Verso mezzanotte, ci incrociavamo con un’altra imbarcazione, quest’ultimo in legno, ma sempre di nazionalità egiziana, ove venivamo nuovamente trasbordati, finito ciò il peschereccio in ferro ed il relativo equipaggio si allontanava, mentre noi con il nuovo natante ci dirigevamo verso le coste libiche. Su questa imbarcazione al momento del nostro trasbordo vi erano già dei migranti di nazionalità sudanese, che erano stipati sotto coperta, lo stesso dopo breve navigazione, si soffermava sul mare per circa tre ore attendendo l’arrivo di ulteriore imbarcazione che ci affiancava e trasbordava altri 45 migranti tutti di nazionalità egiziana, in maggioranza minorenni, anche questo equipaggio dopo le operazioni di trasbordo, ritornava verso la costa. Ripresa la navigazione che durava 7 giorni, fino al riempimento così come c’era stato detto.
Eravamo vicino Benghasi perché in lontananza si notava il bagliore dei bombardamenti sulla stessa. In questa imbarcazione siamo stati sistemati sotto coperta al centro, insieme ai miei connazionali, gli egiziani a prua, mentre i sudanesi rimanevano a poppa, invece le donne ed i bambini venivano collocati sopra coperta. Rimanevamo sotto coperta per il primo giorno di navigazione, perché ci proibivano fermamente di uscire fuori in quanto vicino alla costa, difatti notavo molti passeggeri che si sentivano male e che avevano problemi di respirazione, anche dovuto al fatto che sotto di noi vi era la sala macchina. Viste tali condizioni di malessere il terzo giorno salivavamo in coperta per prendere una boccata d’aria e fumare una sigaretta e quindi ritornavamo sotto coperta, per il resto della navigazione.
Nel primo e nel secondo natante non ci hanno fornito nessun tipo di cibo o acqua, invece nel terzo natante in legno dopo un giorno di navigazione, ci è stato fornito del cibo e dell’acqua, per tutto la traversata, sino a quando non siamo ulteriormente stati trasbordati su un quarto natante”.
LA CATTURA
Le indagini condotte dagli investigatori durate 18 ore continuative, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa gli investigatori hanno catturato gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione, considerato che dopo il fermo iniziano tutte le fasi processuali particolarmente complesse.BILANCIO ATTIVITÀ DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA
Sino ad oggi, solo nel 2014 sono stati arrestati 95 scafisti dalla Polizia Giudiziaria e sono in corso numerose attività di collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane (coordinate dal Servizio Centrale Operativo) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste del nord Africa a quelle Italiane.