Le associazioni ambientaliste della provincia hanno presentato un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica di Ragusa, sulla base di quanto finora emerso dai documenti visionati e dalle normative vigenti ed in particolare sul Piano paesaggistico.
Ecco i perché nel comunicato del Gruppo di Lavoro intercircoli (Ragusa, Ispica e Modica) di Legambiente
Sin dallo scorso anno sono in atto, o si stanno avviando, lungo la fascia costiera che va dalla costa vittoriese all’isola delle Correnti, interventi per il ripascimento e protezione del litorale di aree a particolare rischio di erosione, tra i quali attività di ripascimento afferenti al comune di Scicli (località Arizza-Spinasanta ed area prospiciente la Riserva Macchia foresta del fiume Irminio) ed il progetto di ripascimento afferente al comune di Ispica, nel tratto compreso tra Santa Maria del Focallo e Porto Ulisse.
Questi progetti prevedono la costruzione di pennelli e/o di barriere soffolte, ma tali interventi risultano palesemente in contrasto con le leggi vigenti.L’art. 36 del Piano Paesaggistico della provincia di Ragusa, infatti, vieta espressamente la realizzazione di “opere a mare e i manufatti costieri che alterino la morfologia della costa e la fisionomia del processo erosione-trasporto-deposito di cui sono protagoniste le acque e le correnti marine; opere che alterano il percorso delle correnti costiere, creando danni alla flora marina, e che alterano l’ecosistema dell’ interfaccia costa mare”. In particolare sono vietate barriere artificiali e scogliere frangiflutti.
Nonostante tali espressi divieti la Soprintendenza ai Beni Culturali della Provincia di Ragusa ha concesso il nulla-osta al primo stralcio del progetto per la attuazione di opere di tutela della fascia costiera di S. Maria del Focallo, con la realizzazione di 7 pennelli obliqui alla costa. Considerazioni analoghe relative alla non osservanza del Piano Paesaggistico possono essere fatte per il progetto in effettuazione ad Arizza-Spinasanta in comune di Scicli ed il progetto di ben 23 barriere soffolte nei fondali antistanti la Riserva Macchia Foresta del fiume Irminio. Infatti penneli e barriere soffolte non sono altro che barriere artificiali e scogliere che alterano la morfologia della costa ed il normale decorso delle correnti che trasportano la sabbia e modellano dinamicamente le spiagge, quindi espressamente vietati dal Piano paesaggistico.
Nel progetto a tutela della fascia costiera ispicese, inoltre, vengono di fatto ignorate le prescrizioni “di buon senso” date dal Genio Civile, e cioè di ricercare sabbie lungo la costa iblea: sono stati fatti dei prelievi di sabbie in punti diversi rispetto a quelli segnalati, per di più nelle aree più a rischio di inquinamento. Inoltre le analisi su tali sabbie sono state per di più realizzate da parte di una società privata e non di un laboratorio pubblico.
Dopo aver dunque di fatto ignorato le prescrizioni date in sede di Conferenza dei Servizi si ventila l’ipotesi di prelevare le sabbie necessarie addirittura in una cava di Termini Imerese, cosa che comporta un enorme aggravio di costi per le tasche dei cittadini.
Il reperimento del materiale in loco infatti permetterebbe di avere notevoli e significativi risparmi sul trasporto delle sabbie (poche decine di chilometri a fronte di centinaia di chilometri quindi con un risparmio di circa 300.000 € sui 450.000 previsti per il ripascimento) ed inoltre renderebbe meno necessario (se non inutile) l’insieme di pennelli e barriere sommerse. Verrebbe a crollare praticamente tutto l’impianto progettuale (prelievo di sabbie a Termini Imerese e barriere e pennelli si giustificano a vicenda), con conseguente significativa riduzione dei costi.
Per salvaguardare il nostro territorio dall’ennesimo “stupro ambientale annunciato” le associazioni ambientaliste sono state costrette ad intraprendere vie legali e presentare apposito esposto alla Procura delle Repubblica di Ragusa, affinché venga valutata l’opportunità di bloccare la eventuale cantierizzazione di opere e di verificare l’eventuale sussistenza di profili di rilevanza penale di specifici comportamenti e/o negligenze in contrasto con le leggi vigenti.
Quello che sta accadendo in provincia di Ragusa è scandaloso. Con la progressiva deresponsabilizzazione e acquiescenza di chi deve autorizzare e controllare siamo di fronte all’ennesimo ignobile assalto alle spiagge.
La popolazione è avvisata. S. Maria del Focallo, Arizza, la foce del Fiume Irminio e Randello sono solo le prime avvisaglie di quanto in programma: la privatizzazione di fatto, l’installazione di enormi barriere rigide insieme all’apporto di sabbie aliene sulle nostre spiagge incombe pericolosamente.
Per questo si invitano i cittadini a mobilitarsi in difesa del proprio territorio e a non rendersi complici di una operazioni speculative e di sfruttamento delle coste che nulla hanno a che vedere con la diretta fruizione del mare.