Le armi di seduzione di Rossella Fiamingo, campionessa del mondo di spada

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È Rossella Fiamingo la nuova campionessa del Mondo di spada femminile: è l’esito della finale dei Campionati del Mondo Kazan2014, che ha visto l’azzurra superare per 15-11 la tedesca Britta Heidemann, argento olimpico a Londra2012 e dal palmares assai ricco.

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Rossella Fiamingo, 23 anni compiuti sei giorni fa, riporta in Italia un titolo che mancava dall’edizione di Atene 1994,. L’atleta di San Giovanni La Punta, insieme alla “collega” spadista Alberta Santuccio, è stata protagonista della cover story dell’ultimo numero di Freetime Magazine Sicilia, attualmente in edicola. Ecco il testo dell’intervista “doppia”, davanti al mare di Acireale.

Rossella Fiamingo e Alberta Santuccio. Due facce vincenti della stessa medaglia, quella della scherma siciliana che continua a sfornare talenti a ripetizione. Classe ’91 la prima, classe ’94 la seconda, entrambe catanesi, entrambe spadiste. Hanno tanto in comune e sono state la copertina ideale dei campionati nazionali assoluti appena ospitati ad Acireale. A guardarle così sembrano due modelle che in un caldo pomeriggio primaverile hanno fatto sussultare i passanti del lungomare di Acitrezza per il nostro servizio fotografico. Sono in realtà le due speranze più concrete della spada tricolore che ha come obiettivo Rio 2016. Rossella è già entrata nella storia della scherma italiana con il bronzo a squadre conquistato ai Mondiali di Catania nel 2011. E sempre da giovanissima, la più giovane della spedizione, ha partecipato alle Olimpiadi di Londra accarezzando il sogno di un podio sia nella prova individuale che in quella a squadre. Si è rifatta l’anno successivo conquistando il titolo di campionessa d’Italia agli assoluti di Trieste, prima donna siciliana a raggiungere questo traguardo. Alberta, di tre anni più giovane, sta invece muovendo i primi passi nella scherma dei “grandi”. Dopo aver vinto praticamente tutto a livello giovanile il grande salto con uno splendido terzo posto nella prova individuale di Coppa del Mondo a Barcellona che l’ha consacrata tra le migliori interpreti del circus mondiale della spada. Dopo Pizzo, Garozzo e Avola la scherma azzurra insomma parla sempre più siciliano. Tra una gara in Cina ed una in Brasile le abbiamo portare davanti ad un luogo simbolo della catanesità, i faraglioni di Acitrezza. Le abbiamo messe una accanto all’altra per rispondere alle nostre domande.

Foto di Simone Aprile
Foto di Simone Aprile

A differenza di tanti altri vostri colleghi, pur appartenendo a gruppi militari, avete scelto di rimanere in Sicilia. Perché questa scelta?
Rossella: Ho iniziato a 7 anni con il mio maestro Giovanni Sperlinga, mi sono sempre trovata benissimo con lui e non ho mai trovato un motivo per cambiare e spostarmi. Qua abbiamo il vantaggio di poter tirare contro i ragazzi che ci fanno da ottimi sparring partner. La Methodos è stata sempre la mia casa e continuerà ad esserlo.
Alberta: Anche io ho cominciato a 7 anni con il maestro Pavlo Putiatin, poi mi sono spostata al club scherma Acireale del maestro Mimmo Patti. Mi sono sentita subito a casa e quindi neanche io ho trovato motivo per andare. Penso di poter parlare per entrambe dicendo che amiamo troppo la nostra terra per abbandonarla.

Dopo questa dichiarazione d’amore per Catania vogliamo che ci descriviate la “vostra” Catania.
Rossella: La mia Catania è un mondo nel mondo, dove puoi scegliere se andare al mare o in montagna, dove tutti ammirano lo stile di vita e la solarità delle persone. Però c’è anche il rovescio della medaglia. Non mi piace la noncuranza verso l’ambiente e la poca organizzazione nei riguardi dell’accoglienza per i turisti.
Alberta: Amo la mia città, con i suoi pro e i suo contro. Mi piace molto il calore della gente siciliana. Vedo però ampi margini di crescita nella mia città solo a patto che i giovani vengano considerati di più a tutti i livelli.

Immaginatevi con un telecomando magico che vi permette di portare indietro il film della vostra vita. Dove vi fermereste per toccare play?
Rossella: Alle Olimpiadi di Londra 2012 e precisamente all’assalto per entrare nelle semifinali. Stavo vincendo 13-11. Ad un certo punto mi si è spenta la luce e mi sono fatta recuperare e perdendo poi alla priorità. Di quei momenti ricordo solo la confusione attorno a me, gli altri incontri che si tenevano in contemporanea, le urla, il tifo. Ho pianto per diverse notti prima di addormentarmi, non mi capacitavo di quello che avevo buttato via. E se poi posso andare ancora più indietro vorrei rivivere la gioia del Mondiale U17 che ho vinto ad Acireale perché ho gareggiato contro la mia amica Briasco, perché eravamo in casa, perché tutta la mia scuola è arrivata al palazzetto per fare il tifo per me.
Alberta: Io ritornerei alle Olimpiadi giovanili del 2010 quando ho perso la medaglia d’oro contro una cinese, per 8-7. Naturalmente ci ritornerei per riprovarci e sono sicura che questa volta il finale sarebbe diverso. Ma c’è anche un momento che mi piacerebbe rivivere in positivo ed è quello rappresentato dai mondiali dell’anno scorso quando, nella prova a squadre, perdevamo di 10 punti con gli Usa all’ultimo assalto. Toccava a me raddrizzare la situazione. Ho fatto una rimonta clamorosa portando la vittoria all’Italia. In quel momento credo di aver compiuto l’impresa più incredibile della mia carriera.

Restiamo ancora nel vostro, ancora breve, passato agonistico. Entrambe avete cominciato con il fioretto salvo poi diventare “grandi” con la spada.
Rossella: Sì, è vero, ho iniziato tirando di fioretto, ma ad un certo punto il mio maestro ha deciso di farmi dedicare solo alla spada, dove è meno influente la presenza dell’arbitro e dove lo schermitore esce fuori di più.
Alberta: Io ero piuttosto brava con il fioretto, poi ho visto che tutti gli altri miei compagni di società facevano spada ed ho scelto anche io di cambiare arma.

Le differenze tra le tre armi non sono solo tecniche. Si dice spesso che lo schermitore scelga l’arma anche in base al suo carattere, al suo modo d’essere. Come definireste voi sciabolatori, fiorettisti e spadisti?
Rossella: Gli sciabolatori sono i più casinisti in assoluto, sono dei caciaroni. I fiorettisti sono la via di mezzo tra gli sciabolatori e gli spadisti, forse sono i più equilibrati. In pratica non sono né carne né pesce (ndr: ridono guardandosi in faccia e pensano ai loro amici fiorettisti quando leggeranno l’intervista). Noi spadisti invece siamo i più riflessivi. Molti sostengono che la sciabola sia l’arma più spettacolare e forse è anche vero. Però per chi non è un addetto ai lavori o un tifoso appassionato, la spada è la più facile da seguire e da capire.
Alberta: Sono pienamente d’accordo con le definizioni date da Rossella.

Da quando avete cominciato ad inizio del nuovo millennio ad oggi quanto è cambiata la scherma?
Rossella: E’ cambiata tantissimo. Adesso è più difficile vincere una gara soprattutto a livello internazionale perché molti Paesi emergenti hanno guadagnato posizioni nel ranking e adesso se la giocano alla pari con i Paesi che hanno fatto la storia di questo sport. Però il rovescio della medaglia è che c’è più soddisfazione quando vinci una gara.
Alberta: Sono d’accordo con Rossella. Una volta c’era pochissima gente che veniva a proprie spese alle gare, adesso vengono tutti e i posti sono quasi sempre occupati. Più concorrenza uguale livello più alto.

Da splendide ambasciatrici del vostro sport quale messaggio lancereste ai bambini che vogliono cominciare a praticare scherma?
Rossella: Venite numerosi perché è uno sport pulito e pieno di valori. Inoltre in Italia, nonostante la concorrenza, siamo sempre fortissimi ed avrete la possibilità di diventare dei campioni e vivere le emozioni che viviamo anche noi ogni giorno.
Alberta: Ragazzi credete nei vostri sogni e nelle vostre convinzioni. Non mollate mai alle prime difficoltà ma stringete i denti e ogni sacrificio sarà ricompensato da una soddisfazione. Il mio motto è: fino alla fine…

Voi rappresentate il perfetto prototipo della schermitrice 2.0. Ma qual è il vostro vero rapporto con la tecnologica e soprattutto con i social network?
Rossella: Sui social network sono molto combattuta. Da una parte sono uno strumento positivo perché consentono a tantissime persone di seguirti, di fare il tifo per te, di incoraggiarti. Dall’altra parte però, e di conseguenza, ti limitano la privacy. E’ difficile ormai tenere qualcosa solo per te stessa.
Alberta: Con orgoglio dico che ancora non mi sono evoluta a Twitter e spero di non farlo mai. Sono una tipa piuttosto riservata e non mi piace l’eccessiva esposizione mediatica. Facebook lo uso un po’ di più ma sempre con grande moderazione.

Se poteste rubare qualcosa all’altra cosa prendereste?
Rossella: Di lei mi piace che sta molto in pedana, si fa pochi problemi. Ha tanta grinta e non si pone mai ostacoli. Dovreste vedere la sua espressione sotto la maschera, fa quasi paura.
Alberta: Io invece vorrei avere un po’ del suo self control. Mi fa impazzire il fatto che rimanga sempre con la stessa espressione, una sfinge a prescindere dal risultato. Non è da tutti avere un tale sangue freddo.

Fin qui la Fiamingo e la Santuccio “pubbliche”. Andiamo un po’ sul privato. Le sportive subiscono spesso e volentieri il fascino dei loro colleghi e viceversa, è un teorema che possiamo applicare anche alla Scherma?
Rossella: Io ora sono single, ma è vero che ci siamo incontrati nell’ambito sportivo (ndr: senza mai citarlo direttamente parla di Luca Dotto, nuotatore azzurro). Dopo le olimpiadi ci siamo lasciati e ora sto bene così. E’ vero però che tra sportivi nascono più facilmente storie d’amore non fosse altro per il fatto che riusciamo a capire le nostre esigenze, i nostri tempi e supportarci nei momenti di difficoltà.
Alberta: Io sto con Francesco Aragona, uno sciabolatore romano con il quale ci siamo conosciuti ad un europeo 4 anni fa. E’ stato un vero e proprio colpo di fulmine. Lui si è fatto avanti anche se in realtà io non aspettavo altro. Lui abita a Roma e ci vediamo quando possiamo. Facendo però parte dello stesso ambiente capiamo le rispettive esigenze.

Quando il vostro primo bacio?
Rossella: Me lo ricordo ancora benissimo. Avevo 14 anni ed è stato con un mio compagno di scherma.
Alberta: Anche io 14 anni con un compagno e amico da sempre che tutt’ora è uno dei miei più cari amici.

Tra la bionda e la mora chi ha più successo con l’altro sesso?
Rossella: Quando facciamo le gare o i ritiri siamo sempre in camera insieme e quindi è normale che ci confidiamo. Però devo ammettere che in questo caso è impossibile fare il paragone perché lei è estremamente fedele, anche se sarei curiosa di scoprirlo. In amore io sono una preda/cacciatrice. Cioè aspetto che sia l’uomo a fare il primo passo ma allo stesso tempo faccio in modo di spingerlo a farlo.
Alberta: Io sono fidanzata da 4 anni e quindi non saprei che successo potrei avere con l’altro sesso.

Quale parte del vostro corpo è l’arma più efficace di seduzione?
Rossella: Il seno. (ndr: e scoppia a ridere mostrando anche un’indubbia sincerità). Va bene diciamo anche il sorriso, ma il seno principalmente.
Alberta: Io sono più romantica e mi piace immaginare che gli uomini siano colpiti soprattutto dai miei occhi e dal mio sorriso.

Avresti mai una relazione con un calciatore?
Rossella: Dipende dal calciatore!
Alberta: No!

Con un maestro di scherma?
Rossella: No!!!!!!!!
Alberta: No!!!!!!!!

Con un soldato?
Rossella: Perché no?
Alberta: No

Con una donna?
Rossella: No!
Alberta: No!

Se ti chiamassero per far parte del prossimo cast di Ballando con le Stelle ci andresti?
Rossella: Certo, sarebbe sicuramente un’esperienza divertente.
Alberta: Credo che siano poche le persone che rifiuterebbero una proposta del genere. Mi piacerebbe sicuramente partecipare sempre che però non intacchi i miei impegni sportivi che sicuramente adesso sono primari.

Quali sono le tre priorità nella tua vita?
Rossella: La famiglia, gli amici e la scherma.
Alberta: Le stesse, ma aggiungerei anche l’amore.

Come vi vedete tra 20 anni quando avrete finito di fare scherma?
Rossella: Mi vedo con una famiglia. E spero che, come adesso, continuerò a fare tutto ciò che mi piace senza rinunciare ai miei sogni e ponendomi sempre nuovi obiettivi.
Alberta: Vorrei vedermi psicologa con un marito e due bimbi sperando che uno dei due intraprenda la strada della scherma.

Foto di Simone Aprile
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