Nulla di fatto, ieri pomeriggio, in Consiglio comunale: mancando ancora sia il parere della terza commissione sia, soprattutto, quello del Collegio dei revisori dei Conti, la seduta per l’approvazione del bilancio di previsione 2014 è stata rinviata a venerdì alle 18. I consiglieri ci hanno messo tuttavia un’ora per deciderlo, dato che al primo appello non c’era nemmeno il numero legale.
C’è da dire che già lunedì sera, anzi lunedì notte, si era lavorato fino a tardissimo sull’esame di una sfilza di atti propedeutici allo strumento finanziario.
In particolare, dopo aver approvato la riconferma per il 2014 delle aliquote Imu e Irpef, il piano di alienazione degli immobili e il Piano triennale delle Opere pubbliche, il Consiglio ha anche approvato a maggioranza il regolamento per l’applicazione della Iuc, l’imposta unica comunale. La discussione è stata però piuttosto tesa, a causa di un emendamento proposto dall’opposizione ma seccamente bocciato dalla maggioranza: un emendamento che avrebbe voluto azzerare la Tasi (la tassa per i servizi indivisibili che, insieme alla Tari e all’Imu, compone appunto la Iuc), come la legge consente e come altri Comuni, tra cui Ragusa, hanno già scelto di fare. La proposta dell’amministrazione, ora trasformata in delibera esecutiva, ha fissato invece l’aliquota all’1,85 per mille, consentendo al Comune di prevedere per il 2014 un gettito in entrata di 3,4 milioni di euro. “La comunità modicana non è in condizione di sopportare un’altra tassa e così gravosa”, ha detto il capogruppo del Pd Carmelo Cerruto, parlando a nome di tutti i firmatari della proposta di portare a zero l’aliquota per il 2014 (oltre a lui: D’Antona, Spadaro, Castello, Cavallino, Puccia, Gugliotta). “Ma è una scelta obbligata per via della riduzione dei trasferimenti dello Stato e l’obbligo di rispettare il piano di riequilibrio e il patto di stabilità”, ha replicato il sindaco Abbate: “Ai Comuni si dà la possibilità di avere un gettito in più, dato che a regime non avranno i trasferimenti e dovranno vivere di risorse proprie. L’obiettivo è quello di mettere in sicurezza le casse dell’ente e quindi fare le scelte politiche adeguate, a cominciare dal sostegno alle categorie più deboli e alle famiglie più bisognose. L’aliquota dell’1,85 per mille appare equa perché poi sulla Tari (la nuova tassa sui rifiuti, che sostituisce la vecchia Tarsu, ndr) sono previste esenzioni ed agevolazioni per le categorie a più basso reddito. La Tasi -ha spiegato – non può essere tolta perché il bilancio diverrebbe insostenibile”. Il consigliere del Pd Ivana Castello ha insistito però per conoscere le poste, una per una, di cui si compone la Tasi: “Non vorremmo – ha commentato – che e il sindaco stia mettendo la tassa per coprire i vuoti finanziari che ha creato dall’inizio dell’anno ad oggi spedendo soldi che non poteva spendere”. Il consigliere di maggioranza e presidente della commissione bilancio Luigi Giarratana ha replicato sul punto: “L’amministrazione è riuscita a limare le spese recuperando somme importanti. L’ente ha tutelato le famiglie bisognose portando la soglia di esenzione a 15 mila euro di reddito Isee. Ci sono inolte tutta una serie di interventi a favore dei nuclei delle famiglie numerose e bisognose”. Duro come al solito l’intervento del capogruppo di Sel Vito D’Antona: “Il Governo non a caso non impone la tassa: l’ha solo prevista. Prendendosi la responsabilità di introdurla, nei fatti si impone una nuova tassa anche per chi possiede solo la prima casa“.
Da discutere venerdì, prima del bilancio, ci sarà anche il piano finanziario della Tari, che stabilirà nel dettaglio come si dovrà pagare quest’anno la tassa sui rifiuti.
[Fonte: La Sicilia]