[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=ABCDEFGH[/youtube]
Rubano uno zainetto pieno di oggetti elettronici, che rivendono ad un polacco ben noto alle forze dell’ordine, ma le telecamere della videosorveglianza li incastrano. Ecco come la polizia ha beccato due ladri ragusani:
La Polizia di Stato – Squadra Mobile Sez. Reati Contro il Patrimonio – in pochi giorni ha individuato due ragusani C.G. di anni 29 e M.E. di anni 19, autori di un furto su ciclomotore commesso nel pieno centro del capoluogo ibleo; dopo aver individuato i delinquenti, sono state effettuate diverse perquisizioni che hanno permesso di individuare anche colui che aveva acquistato a “buon prezzo” la refurtiva e per questo risponderà del reato di ricettazione.
Pochi giorni addietro un professionista ragusano si recava presso l’ufficio denunce della Questura per denunciare il furto di un uno zainetto che conteneva un Ipad, chiavi, pen drive, portafogli, un hard disk e altri oggetti personali; l’Ipad e l’hard disk contenevano importanti documenti di lavoro, inutili per il ladro ma preziosissimi per il professionista. Lo zaino era custodito all’interno del vano porta oggetti dello scooter di sua proprietà da lui parcheggiato nei pressi di alcuni esercizi commerciali.
Appresa la notizia veniva effettuato un sopralluogo sulla scena del crimine dal personale della Squadra Mobile e dalla Squadra Volanti. Al termine dell’esame della scena era possibile individuare un sistema di video sorveglianza che aveva ripreso parte dell’esecuzione del delitto in quanto puntava dritto sullo scooter ma era distante alcune decine di metri.
Dalle immagini era possibile constatare che C.G. ed il complice M.E. erano appostati davanti ai negozi al fine di poter individuare la “preda”, difatti da li a poco notavano che la vittima inseriva nel vano porta oggetti lo zaino e si allontanava. Il primo si avventava sul bauletto e tentava di forzare la sella (mentre l’altro faceva il palo) per asportare lo zainetto ma non vi riusciva, quindi, si allontanava dal luogo del delitto e correva subito a chiedere aiuto al correo M.E.
I due giovani, tornati nei pressi del motociclo, riuscivano a forzare il sellino ed asportare lo zainetto. Fatto ciò, entrambi si dileguavano con il piaggio zip e proprio dalla targa parziale dello scooter si risaliva all’identità del suo utilizzatore.
Da questi spunti investigativi, inizialmente di poco rilievo, si è giunti (come detto sopra) ad un parziale numero di targa, elemento acquisito tramite speciali software di gestione delle immagini in uso alla Squadra Mobile con l’ausilio della Polizia Scientifica.
Oltre alle indagini di tipo tecnico-scientifiche, gli Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria hanno esaminato i dati in archivio contenenti le relazioni di servizio dove veniva indicato l’uso di ciclomotori da parte di pregiudicati ragusani del tipo visualizzato dalle immagini di videosorveglianza.
I dati venivano confrontati ed elaborati dagli investigatori della Squadra Mobile con l’ausilio del personale della Squadra Volanti e grazie alla piena sinergia ed all’incrocio dei dati, venivano individuati i sospettati.
Gli uomini della Squadra Mobile ieri pomeriggio hanno atteso uno degli indagati davanti la caserma di un altro ufficio di Polizia dove lui aveva l’obbligo di firma in quanto aveva già commesso diversi reati ed una volta adempiuti gli adempimenti di legge veniva condotto presso la sua abitazione per la perquisizione.
Il giovane messo davanti all’evidenza dei fatti, non poteva che ammettere quanto commesso e consegnare parte della refurtiva in quanto altri oggetti erano a casa del complice, altri ancora erano stati venduti ed alcuni buttati, come le chiavi di casa ed i documenti.
Contemporaneamente alla perquisizione a carico dell’uno veniva fatta quella a carico dell’altro così da non permettere loro di venire informati (magari da qualche parente) dell’attività in corso. Pochi secondi sono bastati agli Agenti di Polizia per far cadere anche il secondo autore del delitto che restituiva anche lui il maltolto.
Entrambi i ladri venivano accompagnati presso gli uffici della Squadra Mobile, dove messi davanti all’evidenza dei fatti e visionando essi stessi le immagini ammettevano ogni responsabilità e confessavano pure di aver venduto l’Ipad ad un giovane polacco M.H di anni 20 per poche centinaia di euro in quanto avevano rappresentato che fosse rubato, quindi, lo straniero dovrà rispondere del reato di ricettazione in quanto ha acquistato l’oggetto ben consapevole del fatto che fosse di provenienza furtiva.
Il polacco era altro soggetto ben conosciuto dalla Polizia di Stato, difatti aveva passato proprio la notte prima alla Squadra Volanti in quanto era uno dei partecipanti alla rissa di Marina di Ragusa.
Al termine degli adempimenti di rito da parte della Polizia Scientifica, i tre sono stati denunciati e la refurtiva è stata tutta riconsegnata al legittimo proprietario che ha ringraziato gli agenti per la celerità delle indagini e per avergli restituito gli oggetti per lui di rilevante importanza stante il valore economico e quello professionale per i dati contenuti nell’Ipad.