A un anno dalle elezioni comunali, qui Ragusa. Aspettando la rivoluzione

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E le stelle stanno a guardare. A un anno dall’insediamento della Giunta pentastellata, la città attende quella rivoluzione annunciata dal leader Beppe Grillo, arrivato a nuoto in Sicilia in occasione delle Regionali 2012 e ritornato a Ragusa a fianco di Federico Piccitto per le Amministrative di giugno 2013, presentandosi come un soffio di aria fresca in una torrida terra.

I PUNTI DI FORZA
Una proposta accolta con una percentuale di consenso esorbitante, complici i contrasti che hanno ridimensionato il centrodestra ibleo, le larghissime ed improponibili intese proposte dal centrosinistra, il mancato accordo tra i movimenti di Platania e Iacono. Federico Piccitto entrava a pieno titolo nel palazzo di città, sorretto da 18 consiglieri comunali. Una solida maggioranza che di fatto blindava la futura vita dell’Amministrazione ed il percorso istituzionale di un mandato politico ricco di aspettative. Ma la rivoluzione, si è ben compreso nei primi sei mesi di operato, non era di così facile avvio.
Il progetto ha dovuto fare i conti con ostacoli strutturali e non solo, trasformandosi perfino agli occhi dei più pazienti sostenitori in una programmazione a lunghissimo termine. A Palazzo dell’Aquila si è sentita la lampante mancanza di esperienza in campo politico, alla quale la squadra assessoriale ha tentato di opporre tenacia ed impegno innegabili.

I PUNTI SALIENTI
Un bilancio da chiudere, iniziato dal Commissario straordinario subentrato al dimissionario Nello Dipasquale, un esercizio finanziario da riavviare tra scelte impopolari e contraddizioni. Di mezzo l’operato in dodicesimi e le tantissime proteste, tra le principali quelle degli indigenti, del comparto rifiuti, del servizio psico-socio-pedagogico, dei sostenitori del Teatro La Concordia.
La strada tracciata è sotto gli occhi di tutti.
È fatta di una consistente manovra economica di rientro, imposta dall’assessore al Bilancio Stefano Martorana, alla quale adesso lo stesso Martorana contrappone una situazione di equilibrio nei conti comunali, un rientro dallo sforamento del Patto di stabilità ereditato, un avanzo di amministrazione che permette ai ragusani di non pagare la Tasi. È fatta del “no” al Teatro La Concordia, giudicata una opera troppo onerosa lontana dalla funzione assegnatale dalle passate amministrazioni, del “no” alla costruzione in verde agricolo attraverso una interpretazione restrittiva dell’articolo 48 delle norme tecniche di attuazione del PRG, è fatta del reindirizzo dei fondi destinati al progetto di pedonalizzazione di piazza Libertà verso opere di riqualificazione energetica. È fatta anche di polemiche sulla gestione del canile sanitario comunale, dei tentennamenti sulla questione Corfilac e in merito al bando di Igiene ambientale, della sostituzione in Giunta di Claudio Conti, il ridimensionamento di Stefania Campo e dell’inserimento di Salvo Corallo, deciso legittimamente dal primo cittadino ma senza l’ausilio di tutte quelle pratiche di concertazione con la “base”, evidenziate nel corso della campagna elettorale.

I PUNTI DEBOLI
I primi, stentati passi hanno comunque resistito a un’opposizione dura che, sebbene composta da gruppi politici ben distinti, ha fatto cartello spesso sotto una unica voce. Non di rado gli esponenti della minoranza consiliare, da Megafono a Forza Italia, in modo unanime ad eccezione del Pd, hanno indetto conferenze stampa congiunte e sottoscritto iniziative consiliari contro gli 8 milioni di euro di tasse, contro alcuni atti amministrativi (tra le ultime eclatanti proteste il ritiro degli emendamenti e l’abbandono dell’aula in occasione dell’approvazione del Piano triennale delle opere pubbliche), contro il bando di Igiene ambientale, il regime di proroghe e quelle che ad alta voce vengono definite le “bugie” di Piccitto. Ad indebolire ulteriormente l’Amministrazione il significativo allontanamento da parte degli alleati, come ha certificato il recente passaggio in consiglio comunale del Piano triennale che ha raccolto l’astensione sia di Partecipiamo che di Movimento città. E proprio l’esponente di Città, Carmelo Ialacqua, nei primi dodici mesi si è dimostrato sempre più critico nei confronti dell’operato della Giunta, per mancanza di progettualità e ritardi nell’avvio di quel disegno di città che nacque in occasione del secondo turno delle amministrative.

IL CONSENSO POPOLARE
Il tormentato primo anno di sindacatura è terminato, Federico Piccitto va avanti sorretto da un numero consistente di consensi, come ha evidenziato l’indagine di Ipr Marketing svolta per Il Sole 24 Ore sull’indice di gradimento ottenuto dai politici locali. Il sindaco di Ragusa si piazza al 15simo posto sui 101 sindaci monitorati. Una percentuale del 58,5% che, sebbene segni un calo del 10,90 % rispetto al giorno in cui è stato eletto, gli consegna ancora una volta il mandato chiaro da parte dei cittadini. Imminente il Bilancio da approvare, quello lo strumento sul quale la Giunta, messo da parte in maniera definitiva ogni tipo di alibi, dovrà venire fuori e concretizzare la propria idea politica.