Un posto nel Sud Est dove anche in piena estate si può sentir fresco?
Forse non tutti lo sanno, ma è la Cava del Prainito o del Paradiso, un lungo “canyon” che si trova in quel di Rosolini (Sr), in una cava a tratti profondamente incassata dove scorre il torrente “Prainito” affluente destro del fiume “Tellaro”.
Sì, il posto è (di pochissimo) fuori del territorio ragusano. Ma proprio per questo, in queste giornate di sole o durante il week end, può diventare un’interessante meta estiva. Degna, assolutamente degna, di essere inserita tra le segnalazioni del nostro speciale “Estateh24”. Soprattutto per chi cerca un’alternativa alle (affollate) spiagge e al mare.
Vero e proprio angolo di paradiso (come dal nome), la cava concentra in sé tante bellezze: da quelle paesaggistico-naturalistiche a quello geologico-faunistiche e floristiche. Tra tutte le cave degli Iblei risulta essere una delle più affascinanti per la presenza di una folta e rigogliosa vegetazione fluviale (granchi, trote macrostigma, trote iridee, tinche, anguille, cagnetti fluviali).
La cava del torrente “Prainito” si sviluppa per circa 13 km, ma la parte interessata dal fiume vero e proprio si riduce a soli 4 km, dei quali 1,5 km perenni e 2,5 km temporanei. Il percorso sorgentizio ha inizio dalla polla perenne “Povere Donne” sino all’impianto della cava di calcare “Spadaro” sita a circa 1,5 km dalla confluenza con il fiume “Tellaro”.
La cava è famosa per le profonde marmitte e i laghetti limpidi creati dal fiume in mezzo al verde. Si può scegliere di venirci a fare un tuffo, come la gente del posto quando la canicola estiva rende insopportabile ogni altro luogo. Oppure ci si può avventurare in un adrenalinico percorso di trekking per risalire le sponde. La fatica è poi ripagata da una vista paradisiaca: una serie successiva di pozze di acqua cristallina, che creano ambienti di grande suggestione. In alcuni tratti, una gradinata naturale dove le acque fredde scorrono lente.
Cava Prainito è anche una libera zona archeologica. Sono presenti insediamenti preistorici dell’epoca Castellucciana (1800-1400 a.C.) e tombe bizantine. Nelle vicinanze del borgo feudale è stata trovata una particolare forma tombale simile a quelle etrusche. Completano il quadro storico i resti di alcune fornaci per la produzione di calce, alcuni antichi mulini ad acqua e tipiche costruzioni rurali per l’ammucchiamento di pietre. Lungo i pendii rocciosi è facile osservare diversi percorsi incisi durante le epoche nel duro sasso, e che un tempo fu rifugio per le primitive popolazioni indigene, le quali sicuramente traevano sostentamento dalla cava attorno alla quale avevano costruito i diversi villaggi di capanne.
COME CI SI ARRIVA?
Provenendo da Ispica lungo la S.S. 114, si oltrepassa Rosolini e dopo circa 3 Km, si svolta a sinistra e si percorrono circa 4 Km, fino alla Azienda agrituristica “Il Paradiso”. Si lascia l’auto e si imbocca una trazzera posta a sinistra e all’inizio della quale vi è un cartello con le indicazioni sulla cava del Prainito. Si percorre a piedi la trazzera che ci condurrà dopo circa 800 metri di tornanti, fino al letto del fiume “Prainito”.