Gela è, da oggi, il simbolo del caos in cui si trovano i Liberi Consorzi dei Comuni che dovrebbero sostituire le province. La città che era apparsa finora la più decisa di tutte a cogliere l’occasione creata quasi “ad hoc” dal suo ex sindaco e oggi presidente della Regione Rosario Crocetta, è rimasta al dir poco “fredda” nel momento in cui è stata chiamata a farlo direttamente.
Se il Consiglio comunale aveva votato all’unanimità la “secessione” dalla provincia di Caltanissetta per aderire al libero Consorzio di Catania, il referendum confermativo non ha nemmeno lontanamente raggiungo il quorum dei partecipanti, segno evidente che la questione stava a cuore alla politica più che ai cittadini: il referendum secessionista si è concluso con 23.725 votanti pari al 36,14%. (Che comunque è, bisogna dirlo, uno dei quorum più alti raggiunti a Gela rispetto alle consultazioni referendarie del passato, solitamente disertate).
Che i votanti fossero gli unici effettivamente motivati rispetto alla questione, lo dimostrano comunque i risultati: 23.442 (99,23%) voti favorevoli all’adesione al Consorzio di Catania, 181 contrari (0,75%) e 102 schede nulle di cui 21 bianche. Non apparirà secondario riportare, per dovere di cronaca, che qualche scheda è stata annullata perché gli elettori hanno scritto: “Vogliamo il lavoro”.
Dunque la media resta a zero: in Sicilia non è stato istituito né si lavora seriamente per istituire alcun nuovo Libero Consorzio dei Comuni. Eppure i tempi stringono: i termini per completare l’iter (approvazione della delibera in Consiglio comunale con maggioranza qualificata e referendum confermativo) scadono il prossimo 27 settembre, sei mesi dopo la pubblicazione (il 28 marzo scorso) della riforma sulla Gazzetta ufficiale.
È probabile, insomma, che tutte o quasi tutte le vecchie province si trasformeranno semplicemente in nuovi Liberi Consorzi, senza che cambi alcunché, almeno sotto il profilo dei confini territoriali: funzioni e competenze dei nuovi enti saranno definite con un ulteriore disegno di legge che la giunta regionale dovrebbe varare in tempi brevi. per dare l’opportunità all’Ars di approvarlo velocemente e fare in modo che dall’inizio del 2015, i nuovi enti per la gestione dei servizi di «area vasta» abbia una nuova organizzazione.
Per quanto riguarda la (ex) provincia di Ragusa, bisognerà vedere cosa farà Modica, che all’inizio sembrava determinata alla separazione per dar vita al nuovo Libero Consorzio del Val di Noto, ma che al momento è “in pausa di riflessione” sull’argomento: una riflessione a cui il precedente gelese suggerirà, probabilmente, ulteriori spunti.