- Perché, e sulla base di quale logica riguardante un servizio sanitario pubblico, si chiude un reparto ospedaliero (quello pediatrico al “Maggiore” di Modica) se un medico incappa in un incidente (evento non prevedibile) e una dottoressa va in maternità (evento, invece, prevedibile, anche a occhio nudo)? Che la dottoressa dovesse andare in maternità lo si sapeva e qualcuno avrebbe potuto programmare anche una sostituzione per non creare problemi. Quando è scattata l’emergenza, invece, la soluzione più facile è stata quella adottata dal fresco e illustre manager dell’Asp di Ragusa, Maurizio Aricò: chiudiamo il reparto e trasferiamo tutto a Ragusa (tanto per cambiare). L’unico a protestare è stato il sindaco di Modica, Ignazio Abbate, che è stato accusato di campanilismo e di scarso senso istituzionale. Poi, ci sono state le consuete “indignazioni” di alcuni parlamentari che sono soliti intervenire a cose fatte. Pare che l’indignazione abbia varcato pure lo Stretto di Messina perché si sarebbe “indignato” anche il senatore Giovanni Mauro, di professione docente universitario (come si legge nella scheda anagrafica del Senato) che, dalla “sua” Campania (dove è stato eletto nel febbraio 2013) avrebbe protestato vivacemente per il provvedimento adottato dal luminare delle leucemie chiamato a dirigere la sanità iblea. Un provvedimento, quello di Aricò, che sembra aver sorpreso, soprattutto, in quanto dettato da una filosofia abbastanza spicciola. In altre parole: se mancano due medici e i turni non si possono assicurare, inutile cercare soluzioni alternative: si chiude il reparto di un ospedale comprensoriale che, in questo periodo, deve assicurare anche l’assistenza ai migranti (compresi molti minori) che sbarcano a Pozzallo. Sulla base di questa filosofia, vista la carenza di personale, si potrebbe arrivare a chiudere anche il pronto soccorso che, tra l’altro, è stato oggetto di tante promesse (elettorali, manageriali e commissariali) in merito all’ampliamento e alla riorganizzazione, vista la mole di lavoro. Il nuovo manager, un nome nel campo della medicina, appena insediatosi ai vertici dell’Asp, ha creato non poche polemiche. Non è la prima volta che accade, almeno stando a quanto riportato il 20 marzo del 2013 da Repubblica Firenze, quando Aricò era responsabile dell’oncoematologia dell’Istituto Meyer, struttura pediatrica di eccellenza del capoluogo toscano. Ma, questa, è un’altra storia che non ha nulla a che vedere con i problemi della Pediatria del “Maggiore”. C’è da dire, invece, che le promesse sul pronto soccorso hanno “lastricato” (è proprio il caso di dirlo) pure il piazzale polveroso e dissestato della nuova ala dell’ospedale “Maggiore”. Non si riesce ad asfaltarlo. Eppure, in questo caso, l’impresa non dovrebbe essere difficile! Crediamo che sia necessaria solo un po’ di buona volontà per eliminare un vergognoso (per chi ha la responsabilità di un’azienda sanitaria) segnale di incuria.
- Perché nessuno parla più della soppressione del Tribunale di Modica e dell’accorpamento a quello di Ragusa, operazione che sta comportando oltre 800.000 euro di spese per sistemare locali vecchi e inadeguati? C’è una logica di risparmio in tutto questo? E perché alcuni personaggi che, fino all’anno scorso erano paladini del Tribunale modicano, sono diventati fedelissimi assertori della nuova geografia giudiziaria che sta comportando innumerevoli disagi agli utenti?
- Perché nelle bacheche del museo del cioccolato di Modica, al Palazzo della Cultura, non esiste alcuna testimonianza dell’attività della più antica fabbrica di cioccolata in Sicilia, vale a dire la Dolceria Bonajuto? È una scelta dettata da qualche misterioso criterio di selezione? Eppure, ci sembra che a veicolare in campo nazionale e internazionale il cioccolato di Modica sia stata, in tempi non sospetti, proprio la Dolceria Bonajuto, ancor prima che si pensasse ad un Consorzio di tutela che, piuttosto che dividere, dovrebbe unire, programmare e sviluppare idee in grado di affrontare le sfide di un mercato sempre più difficile da difendere. Il tutto, magari, con una saggia e lungimirante politica comunale.
- Perché pochissimi imprenditori modicani sono disposti ad aiutare la dirigenza del Modica calcio? E perché ce ne sono altri che preferiscono sponsorizzare squadre di altre città? Legittimo, in termini di conquista di nuovi mercati. Ma se chi ha potenzialità economiche non sente il bisogno di aiutare le realtà sportive della propria città rischia di essere considerato “ingrato” nei confronti di un territorio – il proprio – che significa appartenenza. L’esempio positivo, in questo ambito, è dato dalla Scherma Modica che è diventata una realtà internazionale grazie al sacrificio di tante persone e al sostegno di aziende illuminate.
- Perché i parlamentari iblei non si intestano una battaglia per trovare fondi utili al risanamento dei centri storici del Val di Noto? Tutti sono stati in prima linea quando si è trattato di difendere i finanziamenti regionali per Ragusa Ibla (malgrado le difficoltà finanziarie della Regione siciliana). Ora, visto che dalla legge per Ibla sono stati spesi soldi destinati al recupero di immobili per altre cose (lo hanno dichiarato anche gli assessori della giunta Piccitto senza che nessuno si sia preoccupato di chiarire il mistero) sarebbe il momento di pensare ad altri comuni del Val di Noto. C’è, forse, qualche problema o qualcuno ha messo il veto? Crediamo proprio di no. E, allora, rappresentanti del territorio, fatevi valere e fate qualcosa di concreto prima che termini il vostro mandato!
- Perché non si crea una “task force” in grado di monitorare i lavori del tratto dell’autostrada tra Rosolini e Modica? E, a proposito di lavori su infrastrutture strategiche, stesso discorso dovrebbe farsi con il Ponte Guerrieri di Modica. C’è qualcuno in grado di far aumentare la forza lavoro sul viadotto, sempre rispettando le condizioni di sicurezza. Se si riuscisse ad anticipare la data di riapertura del ponte, si farebbe un grosso regalo a migliaia di persone. Che se lo meriterebbero!