Che siate appassionati di pallone o meno; che abbiate visto (tutte) le partite dei Mondiali o no… beh, sappiate che la semifinale della Coppa del Mondo 2014 in Brasile resterà nella memoria di chiunque. Per sempre.
Non si era mai visto, ma è successo: la Germania ha schiantato il Brasile per 7-1 e giocherà la finale del prossimo 13 luglio, al Maracanà di Rio de Janeiro.
È stata una partita incredibile Brasile-Germania, degna di entrare dalla porta principale nella storia dei Mondiali e del calcio in generale: 0-5 dopo i primi 45 minuti (con un parziale di 0-3 dopo 24′), il Brasile è andato negli spogliatoi e non ne è uscito meglio. Nel secondo tempo i verde-oro hanno attaccato con un po’ più di convinzione, impegnando un paio di volte il portiere tedesco Neuer; la Germania è andata un po’ più piano, ma alla fine sono arrivati comunque altri due gol di Schürrle. Poi, a un minuto dalla fine della partita Oscar ha segnato il più classico dei gol della bandiera.
Una disfatta, un’umiliazione, un tracollo, una Waterloo di proporzioni cosmiche, calcisticamente parlando, per i brasiliani. E senza precedenti.
È finita 7-1. E otto, come i gol fatti, sono le cose che si possono dire su questa sfida storica.
1) LE FORMAZIONI
Intanto, le formazioni. Perché di una partita così nella memoria resteranno i nomi di vincitori e sconfitti (e gli autori degli otto gol).
E allora: Brasile: Julio Cesar 4; Maicon 4, David Luiz 4.5, Dante 4, Marcelo 4.5; Luiz Gustavo 4, Fernandinho 4 (dal 1′ st Paulinho 5); Bernard 4, Oscar 4.5, Hulk 4.5 (dal 1′ st Ramires 5); Fred 4 (dal 24′ st Willian 4.5). (In panchina: 1 Jefferson, 22 Victor, 2 Dani Alves, 14 Maxwell, 15 Henrique, 18 Hernanes, 21 Jo). All.: Felipao Scolari.
Germania: Neuer 7; Lahm 8, Boateng 7, Hummels 7, Howedes 7; Khedira 9 (dal 31′ st Draxler), Schweinsteiger 7; Muller 8.5, Kroos 9, Ozil 7.5; Klose 7.5 (dal 12′ st Schurrle 8). (In panchina: 12 Zieler, 22 Weidenfeller, 2 Grosskreutz, 3 Ginter, 10 Podolski, 25 Durm, 17 Mertesacker, 19 Goetze, 23 Kramer). All.: Loew.
Arbitro: Moreno Rodriguez (Messico): 6.5.
Reti: nel pt 11′ Muller, 23′ Klose, 24 e 26’Kroos, 29′ Khedira; nel st 24′ e 24′ Schuerrle, 45′ Oscar.
2) I RECORD
La Germania si gode una serata da tramandare ai posteri e si coccola, soprattutto, Miroslav Klose, l’unico superstite della finale maledetta del 2002, che per una sorta di nemesi storica, in una sola notte si è ripreso una bella rivincita con il Brasile. Ha segnato il gol del decisivo 2-0 e, così facendo, si è definitivamente scrollato di dosso la presenza di Ronaldo (che ora fa il commentatore in tv…) in vetta alla classifica dei marcatori all-time ai Mondiali. Ora è a quota 16 e può guardare tutti dall’alto. In totale, la squadra tedesca ha realizzato, finora, 223 gol nei tornei Mondiali. E ha strappato, di nuovo, proprio al Brasile (che ieri ha toccato quota 221 reti) il primato.
3) I PRECEDENTI? NESSUNO
Mai in 100 anni la Seleçao aveva incassato 7 gol. E non subiva un ko con 6 reti di scarto addirittura dal 1920 (con l’Uruguay). Se a ciò aggiungiamo che non perdeva in casa una gara ufficiale da 39 anni, ecco che delineiamo la grandezza dell’impresa della formazione tedesca allenata da Loew che, probabilmente, ha fatto rivivere al popolo brasiliano un’amarezza simile a quella provata il giorno della sconfitta con l’Uruguay nella finale dei Mondiali del 1950 (il cosiddetto “Maracanazo”).
I teutonici, inoltre, hanno stabilito il record di rifilare una cinquina ad un avversario in un primo tempo di una semifinale Mondiale (cosa mai accaduta prima) e fatto diventare i loro avversari l’unica Nazionale della storia a prenderne 5 in appena 45 minuti, andando a far compagnia a selezioni non proprio d’elite come Haiti e Zaire. Ironia amara della sorte, l’ultima Nazionale a segnare 5 reti in una Coppa del Mondo fu proprio il Brasile: era il 1958, la vittima fu la Francia che crollò per 2-5 nell’edizione giocata nella terra di Pelè e soci.
4) STRAVINCE L’ORGANIZZAZIONE TEUTONICA
La Germania non ha solo vinto una partita di calcio. E non ha soltanto sportivamente “umiliato” la squadra brasiliana. La Germania con i 7 gol rifilati ai verde-oro ha dato dimostrazione di quanto servano la forza, la potenza, l’organizzazione, il temperamento, il gioco corale per vincere nel calcio (e non solo). Non ha fuoriclasse assoluti la nazionale teutonica (non ha Messi, per dire). Cioè calciatori capaci di risolvere da soli le partite, con una giocata, un tocco, un lampo di genio. Ma ha grandi campioni e ottimi professionisti che si mettono a servizio della squadra.
Lo stesso Thomas Müller (24 anni e già 10 gol ai Mondiali) è, sì, un giocatore fantastico, che però gioca sempre per gli altri: la sua corsa instancabile, i suoi tocchi, la sua fisicità non sono mai fini a se stesse. Non ha un ruolo ben definito (è un attaccante? Un centrocampista avanzato? Un laterale?) ma sa bene come stare in campo. Come tutti i suoi compagni (Lamh, Ozil, Khedira, Boateng, Kroos): figli, multietnici, di una nidiata fantastica. Tanto che pare che Germania non giochi come una nazionale, ma come una squadra di club.
Lo si capisce da come gli 11 in campo si intendono e si trovano. E ciò sta a dimostrare il notevole lavoro fatto dal calcio tedesco, negli ultimi 25 anni.
Dopo il secondo posto a Italia ’90 (con la generazione dei Klissman, dei Matheus, dei Brehme), la Federazione teutonica ha avuto l’umiltà di riprogrammare e di “imporre” regole e progetti. Pochi stranieri nel campionato tedesco, apertura massima ai nuovi cittadini tedeschi, investimenti sui settori giovanili e indicazioni su allenatori giovani, preparati e rivoluzionari.
Come Jurgen Klopp o lo stesso Joachim Loew (che prima faceva il vice allenatore a Klissman). Non si capisce, altrimenti, perché i tedeschi siano sempre la squadra da battere. Perché arrivino sempre in fondo. Perché per 4 volte consecutive (2002, 2006, 2010 e 2014) abbiano raggiunto la semifinale di un Mondiale.
5) PERDE LA PRESUNZIONE BRASILIANA
E il Brasile? Tutto il contrario del punto precedente. La squadra brasiliana non è una squadra. E non è più neanche brasiliana. Dei suoi 11 campioni (meno campioni di quanto stampa e tifosi abbiano pensato e fatto credere) schierati ieri in campo dal Felipe Scolari, solo il centroavanti Fred gioca in Brasile (e non è certo il migliore: come hanno decretato le bordate di fischi piovutigli addosso dagli spalti, nel secondo tempo e anche quando è stato sostituito). Tutti gli altri sono giocatori europei. Non solo.
Il disastro dell’8 luglio 2014 è la disfatta di tutto il calcio brasiliano. Fatto di giocatori appena sopra la media ma osannati come fuoriclasse. A essere sinceri: in questo Mondiale, organizzato a casa loro, solo nella partita contro la Colombia, i verde-oro hanno giocato con l’intensità degna dei campioni. E le critiche piovute sulla squadra da parte dei grandi campioni del passato (Pelè, Tostao, Zico) dicono la verità: nessuno (a parte Neymar), in questa squadra è in grado di fare la giocata che emoziona, esalta e fa vincere le partite.
L’errore più grande (e imperdonabile)? La mancanza di consapevolezza, ovvero il non voler riconoscere che questo Brasile, specie privato di Thiago Silva in difesa e di Neymar in attacco, non avrebbe mai potuto interpretare il calcio tipico della sua tradizione, quello all’altezza del Brasile dei tempi d’oro.
6) LE GIUSTIFICAZIONI
A proposito di Neymar jr. Il grande assente (per il brutto infortunio subito: frattura della vertebra della schiena). Insieme allo squalificato Thiago Silva. La domanda: sarebbe cambiato qualcosa, martedì sera, con lui (o con loro) in campo? Impossibile dirlo. A naso, però, la sensazione è che la partita i brasiliani l’avrebbero persa uguale. Perché il Brasile ha cominciato bene, ma dopo aver preso il gol di Thomas Müller al minuto 11, si è sciolto, tecnicamente e psicologicamente. E la Germania ha segnato quattro gol in cinque minuti, con Klose, Kroos, di nuovo Kroos e poi Khedira, con una facilità disarmante. Tanto che sembrava una particella di allenamento.
Il capitano di serata, David Luiz, trascinatore e leader della squadra (è uscito per ultimo dal campo, in lacrime, consolato proprio da Thiago Silva) è andato presto in confusione e non ci ha capito più nulla. Con Thiago Silva non sarebbe successo? Forse. Ma siccome abbiamo detto che la vittoria dei tedeschi è stata di squadra, per la sconfitta epocale dei brasiliani vale lo stesso. E ora quegli 11 giocatori messi in campo da Scolari si porteranno l’onta dei 7 gol. Qualsiasi trofeo, da qui in avanti vinceranno. Julio Cesar, Maicon, Hulk, Luis Gustavo, Marcelo: resteranno “quelli che ne hanno preso sette dalla Germania”.
7) I TIFOSI
I tifosi del Brasile hanno fischiato la loro squadra nell’intervallo, alcuni se ne sono proprio andati; nel secondo tempo hanno accompagnato con gli “olè” i passaggi della Germania. I tifosi tedeschi alla fine della partita gridavano “Brasil, Brasil”. I calciatori del Brasile hanno iniziato a piangere durante la partita. Quasi non è stata una vera una partita di calcio.
Mentre nello stadio ‘Mineirao’ dopo qualche attimo di tensione (quattro fermati) è prevalsa la rassegnazione, nell’immediato dopopartita animi surriscaldati in molte città del Brasile, a cominciare da Recife, nella cui sede della Fifa Fan Fest si registrano i primi tumulti. Parecchia tensione anche a Copacabana: in alcuni quartieri di Rio ci sono state cariche della polizia. Le stesse forze dell’ordine hanno però affermato che la situazione è tornata rapidamente alla normalità.
E per alcuni istanti è tornato alla mente il ‘Maracanazo’, la tragedia nazionale del 1950 che provocò anche molti suicidi. Nella notte sono stati dati alle fiamme una ventina di bus, mentre molti negozi sono stati devastati. La polizia ha arrestato diverse persone.
8) L’IMMAGINE PIÙ TRISTE
È questa. E mostra un tifoso bambino (simbolo di tutti i brasiliani) che piange a dirotto. Disperato. Per aver visto i suoi dèi cadere dall’Olimpo del calcio. Per aver visto rompersi il giocattolo. Per aver assistito all’infrangersi di un sogno.