E adesso? Dopo questa anomala ed imprevedibile sconfitta, riabilitare una squadra nazionale così pesantemente umiliata non è di certo semplice.
Specie quando battute, frasi ironiche, fotomontaggi dei più svariati si rincorrono sul web.
Neanche la responsabilità condivisa da tutti gli elementi della squadra può bastare a risollevare gli animi nell’immediato.
È proprio adesso, quindi, che dovrebbe iniziare il vero intervento dello psicologo dello sport su tutti i componenti della società sportiva. Lavoro mirato alla rielaborazione dei vissuti, dei timori, degli eventuali blocchi. Il sostegno specifico in questo caso dovrà consentire ai singoli elementi di attraversare i molteplici vissuti emotivi che si alterneranno indubbiamente tra rabbia, delusione, rammarico, sensi di colpa, mescolandosi tra loro fino ad un’elaborazione ed accettazione finale… Ai tifosi di ogni parte del mondo cresciuti con il mito di Pelè, ai giovani calciatori che iniziano adesso ad intraprendere questo sport, tutto il sostegno e la solidarietà che il caso richiede.
La Psicologia dello sport rappresenta un ramo specifico di una professione ben più ampia che, nell’immaginario collettivo, spesso è deputata a risolvere le problematiche più svariate. Ma se chiedere è lecito, un professionista che sia realmente tale, ha il dovere di rispondere con chiarezza e, talvolta, persino con il rifiuto.
In casi come quello recentemente accaduto alla nazionale brasiliana (che ha fatto ricorso solo ai primi di luglio ad una psicologa che, soltanto a maggio, aveva stilato, con l’aiuto di due colleghe, i profili sulla personalità dei 23 giocatori), il rischio è che si confermi il preconcetto che investire del denaro in questo ambito è solo tempo perso. E lo è di certo se lo si fa in extremis.
Troppo facile a questo punto, attribuire responsabilità a chi, appena arrivato dall’esterno, non è riuscito a compiere il miracolo o, ancora meglio, la magia! Sua la responsabilità (speriamo che almeno economicamente ne sia valsa la pena!) dell’essersi presa carico di un compito, a questo punto, quasi impossibile. Il lavoro di uno psicologo dello sport (meglio ancora se anche psicoterapeuta) con una squadra è un impegno molto delicato che non può essere di certo svolto nel giro di poche giornate, alla stregua di una preparazione atletica.
Nessuno si sognerebbe di partecipare ad una gara di qualsiasi tipo senza un appropriato allenamento propedeutico! Impensabile che, a più di trent’anni dai primi studi di psicologia clinica dello sport (ma le prime tracce in merito risalgono addirittura al 1897!), almeno le grandi società sportive (che a volte stra-pagano i loro giocatori) non prevedano ancora uno psicologo nel loro organico! Troppo facile farvi ricorso in casi eccezionalmente avversi (come nel caso dell’infortunio particolarmente grave che ha stoppato un elemento con ripercussioni sull’intera squadra o del lutto che ha colpito un altro dei giocatori). L’intervento psicologico nello sport di squadra si svolge a vari livelli tramite interventi individuale di gruppo (che coinvolgono il singolo atleta, gli allenatori, l’intera squadra e l’intero team di professionisti) e tocca temi quali: il potenziamento del livello di attenzione, l’incremento della motivazione, la gestione dello stress, dell’ansia da prestazione, il sostegno durante e dopo l’infortunio sportivo, problematiche e disturbi più specifici talvolta legati al mondo dello sport, la coesione della squadra, ecc.
L’enorme pressione psicologica di una squadra su cui erano puntati gli occhi di tutto il mondo, tensione e stress individuale che vanno ad intersecarsi con complesse dinamiche psicologiche dell’intera squadra, necessitavano di certo di un intervento professionale e programmato nei mesi precedenti.