Dopo una maratona di oltre dieci ore e coi soli voti del Movimento cinque stelle viene approvato il Piano triennale delle opere pubbliche di Ragusa.
Un’altra bocciatura, di fatto, dell’operato dell’Amministrazione Piccitto che non raccoglie i consensi nemmeno dell’intera maggioranza, cioè di Movimento città e Partecipiamo, i cui esponenti si allineano alla scelta del Partito democratico di astenersi. Un atto che il resto dell’opposizione si rifiuta di votare, uscendo dall’aula. Il forte dissenso, illustrato dai consiglieri Migliore, Tumino, Morando e Chiavola, sia per quanto riguarda il merito del documento di programmazione che il metodo adottato dalla Giunta.
“Mai successo che si presentasse in aula un documento illeggittimo” sottolineano i consiglieri di minoranza “e che si pretendesse di spacciare come emendamento una manovra correttiva ai sensi di legge“. “Questo è in realtà l’emendamento numero 24, che il Consiglio ha dovuto prelevare e votare per primo e che”, aggiunge Sonia Migliore “parlando in maniera confusa con refusi, errori di copia ed incolla e di correzioni, cerca di aggiustare il tiro ed adeguare alla norma un atto raffazzonato alla meno peggio”.
“Con grande senso di responsabilità abbiamo cercato di evitare che questa assemblea votasse un atto non a norma” ha continuato Maurizio Tumino “eppure continuiamo a constatare situazioni che non ci convincono. Inoltre ci è stato impedito di svolgere il nostro ruolo e di imprimere la nostra scelta politica attraverso gli emendamenti. Ci era stato assicurato che questa Amministrazione non intendesse contrarre mutui eppure, dai documenti portati oggi in aula dobbiamo constatare che attraverso questo Piano, contro il suggerimento dei revisori contabili, si contraggono mutui per 1.200.000 euro. Noi non ci stiamo”.
Critico anche Carmelo Ialacqua di Movimento Città: “Pur riconoscendo la presenza di auspicati interventi come quello relativo alla manutenzione straordinaria di vie e piazze e quello riguardante l’ampliamento della rete fognaria di contrada Bruscè, in questo atto manca un’idea di città, una visione strategica pluriennale del riassetto urbano e dell’investimento in opere pubbliche di ampio respiro. Il Programma si presenta come un mero elenco di ben 333 opere, stratificato nel tempo sulla base di politiche amministrative differenti. Opere non legate da alcuna logica e ordinate solo sulla base di priorità imposte da emergenze. Crediamo che si sia persa ancora una volta un’occasione importante per sviluppare politiche urbane partecipate e condivise in città, per dotare l’azione amministrativa di una visione strategica e di prospettiva”.
Visione chiaramente opposta per l’Amministrazione che, attraverso la staffetta composta dagli assessori Stefania Campo e Salvo Corallo, ha presentato l’atto come un disegno della Ragusa del futuro, moderna ed incentrata su una visione di sviluppo sostenibile. “Non un libro dei sogni” ha sottolinea l’assessore Campo “bensì una linea di interventi concreti, messi in ordine di priorità in base a scelte strategiche di sviluppo urbano. Abbiamo espresso una chiara idea di riqualificazione e rifunzionalizzazione dell’esistente, piuttosto che l’intenzione di continuare ad ingrandire e sfrangiare i contorni urbani. In questo senso vanno intesi gli interventi che abbiamo inserito, dalla manutenzione e riqualificazione dei due più importanti giardini pubblici ai locali dell’ex biblioteca di via Matteotti. Dal recupero dei fabbricati comunali adiacenti al Castello di Donnafugata all’arredo urbano di piazza del Popolo. Un occhio di riguardo infine verso la riqualificazione energetica degli impianti cittadini”.