Contro la soppressione del Tar di Catania l’Ance è pronta – provocatoriamente – a citare per danni lo Stato, invitando tutte le associazioni imprenditoriali a fare altrettanto.
E non è un caso che sia proprio l’associazione dei costruttori edili a promuovere per prima la più agguerrita battaglia contro questo provvedimento disposto dal Consiglio dei ministri e già pubblicato dalla Gazzetta ufficiale, perché nel momento in cui dovesse effettivamente concretizzarsi, già a partire dal prossimo ottobre, determinerebbe un vero “black out” della giustizia amministrativa, a cui proprio le imprese ricorrono più di frequente in particolar modo in caso di appalti.
Non va dimenticato, infatti, che con un arretrato di 54.000 ricorsi pendenti e 3.334 nuovi ricorsi nel solo anno 2013, il Tar di Catania è il terzo tribunale di giustizia amministrativa d’Italia dopo quelli di Roma e Napoli e sostiene un carico di lavoro maggiore di quello di Palermo. I costi per traslocare 60.000 fascicoli e 2000 metri quadri solo di archivio corrente (un deposito delle dimensioni di un palazzo di cinque piani) basterebbe già da solo a spiegare che la soppressione di questo Tribunale amministrativo non comporterebbe alcun risparmio, tanto più se si pensa che nei mesi scorsi il Tar di Palermo è stato sfrattato dal palazzo che occupava in via Butera e il Governo regionale si è dovuto affrettare a trovare una soluzione, ipotizzando di cedere l’Albergo delle Povere, uno degli spazi culturali più prestigiosi della città.
Per questo il presidente dell’Ance, Salvo Ferlito, ha lanciato una mobilitazione generale contro la soppressione, invitando tutte le autorità, gli imprenditori, le parti sociali e la popolazione della Sicilia orientale a partecipare all’incontro aperto e convocato dai presidenti di sezione del Tar etneo, Calogero Ferlisi, Salvatore Veneziano e Cosimo Di Paola, per domani alle 16, presso la sede di via Milano a Catania, che ha come fine “la valutazione della situazione e la predisposizione delle conseguenti iniziative”.
Ferlito ha anticipato: “Noi imprenditori edili saremo presenti compatti, compresi i presidenti delle casse edili. Ho già chiesto e ottenuto l’adesione di Cgil, Cisl e Uil. Faccio appello a tutti coloro che per la loro attività e i loro interessi dipendono dal Tar di Catania, perché facciano la loro parte a sostegno di ogni iniziativa utile a scongiurare questa chiusura dal 1 ottobre che, accumulando circa 70mila ricorsi pendenti nelle due attuali sezioni di Catania e Palermo, sarebbe causa di paralisi della giustizia amministrativa in Sicilia.
Abbiamo anche i dati per dimostrare al governo Renzi che la soppressione di questa struttura non solo non porterebbe alcun risparmio, ma sarebbe fonte di ulteriori aggravi per l’erario, per le imprese e per l’economia. Ed è per questo che siamo pronti a citare lo Stato per danni. Ben vengano riforme e spending review se semplificano la vita ai cittadini e riducono la spesa pubblica. Ma la soppressione della sezione di Catania del Tar non solo non farà risparmiare nulla, ma si tradurrà in un danno di decine di milioni di euro per l’erario, i cittadini e le imprese“.
Intanto un segnale arriva anche dalla provincia di Ragusa: proprio ieri la Giunta municipale di Vittoria ha deliberato un ordine del giorno contro la soppressione della sezione staccata del Tar di Catania. “Ritengo assurdo” ha dichiarato il sindaco, Giuseppe Nicosia “che si sopprima un ufficio che ha eliminato i tempi lunghi della giustizia amministrativa e che da qualche anno lavora con celerità, per andare ad ingolfare la sede di Palermo, che tra l’altro si trova ad una distanza siderale da tutto il sud-est della Sicilia. Paradossalmente, per un avvocato, è più semplice recarsi a Roma per una causa davanti alla Corte di Cassazione che andare a Palermo per trattare una causa al Tar”. Alla manifestazione di domani nel capoluogo etneo, in rappresentanza del Comune di Vittoria e anche dell’Avvocatura pubblica, parteciperà la dirigente dell’Ufficio Avvocatura dell’ente, Angela Bruno.