Alla fine, il conto consuntivo 2013 ieri sera è passato senza sforzi, seppur con i voti della sola maggioranza di Abbate: 16 sì, 8 no e 1 astenuto.
L’ultimo scoglio da superare è stato solo un emendamento meramente tecnico presentato dall’Amministrazione comunale e sollecitato dal Collegio dei revisori dei conti, al fine di rettificare alcuni dati errati che erano contenuti nella pagina finale del conto economico (che riassume i valori mobiliari e immobiliari dell’ente). I revisori avevano infatti dato un parere favorevole all’atto per la parte finanziaria, ma avevano condizionato quello sulla parte economica alla correzione di questi dati (raccomandando comunque all’Amministrazione di procedere all’aggiornamento dei software in dotazione agli uffici, al fine di evitare per il futuro il ripetersi di errori di questo tipo).
Ma nonostante questo parere favorevole dell’organo tecnico, i dubbi sul consuntivo, e il particolare sugli oltre 6 milioni di euro di avanzo di gestione che ne risultano, sono rimasti all’opposizione, che in modo compatto a votato contro l’approvazione.
Molti, peraltro, erano stati i quesiti indirizzati al Collegio ad inizio seduta, soprattutto dai consiglieri del Partito Democratico. Il capogruppo Carmelo Cerruto aveva, in particolare, chiesto conto del fatto “che nel corso del tempo il Collegio stesso ha lanciato per iscritto preoccupati allarmi sulla gestione finanziaria (è il caso del parere negativo dato al Bilancio di previsione 2013, del ricorso all’anticipazione di cassa e ai prelievi dai fondi di riserva), rispetto a cui il cerchio non si è mai chiuso e i consiglieri non sanno come sia andata a finire. Un altro quesito” ha detto Cerruto “riguarda l’aumento degli accertamenti sulle entrate da tributi comunali per complessivi circa 2 milioni di euro”.
Anche il consigliere Ivana Castello, sempre del Pd, ha informato i colleghi di aver presentato formalmente un elenco di quesiti “rispetto a specifiche voci del consuntivo che sembrano determinare avanzi fittizi sia nella gestione di competenza sia nella gestione dei residui, che a loro volta sembrano più che altro un tentativo di adombrare un’elusione del Patto di Stabilità“. Il presidente del Collegio Anna Maria Aiello, nel rispondere ai quesiti, ha precisato: “Gli scostamenti rilevati non ci pongono dubbi di inattendibilità delle entrate: questo fermo restando il fatto che abbiamo sempre raccomandato di lavorare sul fronte delle effettive riscossioni e della lotta all’evasione. Per quanto riguarda in particolare l’Imu, che risulta accertato nella misura di circa 10 milioni, precisiamo che questo dato è coerente con quello indicato dal Mef e anche con i dati in possesso della Siquel, che abbiamo personalmente verificato e che addirittura ammontano a 16 milioni. Rispetto ai rilievi del consigliere Castello, ci riserviamo di poter approfondire, ma molti attengono ai contenuti delle singole certificazioni dei responsabili di settore allegate al Consuntivo, di cui ognuno di loro deve assumersi la piena responsabilità“.
Al capogruppo di Sel Vito D’Antona, è toccato trarre e riassumere il dato politico di queste informazioni: “Alcune cose che a volte risultano tecnicamente ineccepibili, sono poi quelle che già in passato hanno messo nei guai il nostro Comune (basta ricordare il caso clamoroso del fitto del Tribunale che secondo l’amministrazione Torchi il Ministero avrebbe dovuto pagare: una previsione di entrata tecnicamente supportata dai pareri favorevoli degli organi competenti, a cui sono seguite altrettante spese, che alla fine ha prodotto oltre 5 milioni di euro di debiti).
Adesso sta succedendo la stessa cosa: oltre al conforto dell’organo tecnico, dobbiamo saper usare il buon senso e questo ci dice che c’è una tale sopravvalutazione delle entrate rispetto a quelle reali e quindi una tale sovraesposizione dell’ente che si sta facendo pericolosissima“. “È un bilancio col fiato corto – gli ha fatto eco Tato Cavallino – che serve solo al sindaco per fare quante più cose possibili nei primi anni della sua legislatura, dato che è evidentemente attratto da altre ambizioni”.
“Il Comune è ancora un grosso pagliaio e il sindaco è un esperto in fuochi di paglia” ha ironizzato Michele Colombo “e il suo attivismo, il suo dinamismo, non è sostenibile per l’ente: continua a fare i passi più lunghi della gamba”. Il capogruppo del Pd Carmelo Cerruto, più misuratamente, ha precisato: “Strutturalmente questo bilancio non corrisponde alle nostre aspettative: siamo contrari al metodo e alla via intrapresa dall’amministrazione che, a fronte di una capacità di riscossione ferma al 53%, non ha previsto un contenimento della spesa“.
A difendere impostazione e contenuti del bilancio è stato, dalla maggioranza, il capogruppo di Modica 2013 Piero Covato: “Questa gestione positiva, che si ferma al 31 dicembre 2013, è frutto di sei mesi appena di lavoro di questa amministrazione. Ci assumiamo la responsabilità anche dei precedenti sei, gestiti dalla precedente amministrazione Buscema, nonostante abbiamo trovato molti guai che sembravano essere stati fatti apposta per metterci in difficoltà (uno per tutti, il fatto che fossero già stati spesi per intero i soldi previsti per la Spm). Abbiamo la certezza che il sindaco Abbate abbia intrapreso la strada giusta e riuscirà a risanare il disavanzo in cinque anni anziché in dieci”.
E lo stesso Abbate, nelle sue conclusioni, ha ribadito: “Questi cinque anni porranno le basi per un’amministrazione sana del Comune. Ho sempre detto che intendo fare solo un mandato, proprio perché penso che basti a imprimere una svolta.
Ci sono tantissime cose che vorremmo ma ancora non possiamo fare perché siamo costretti a impegnare ingenti somme nel risanamento finanziario e nella copertura dei debiti e dei mutui, non ultimo quello con la Cassa Depositi e Prestiti. Queste sono responsabilità che non ci appartengono, ma sappiamo per certo che, nel condurre il lavoro di risanamento, non vogliamo rinunciare a fare cose per la città: sarebbe vigliacco, diversamente, far pagare ai cittadini le tasse, senza dar loro i servizi”.