È in rada nel porto di Pozzallo il peschereccio con una trentina di cadaveri a bordo che è stato rimorchiato nel canale di Sicilia da nave San Giorgio. Sulla nave della marina militare ci sono 566 migranti. Il peschereccio è stato agganciato da una motovedetta della capitaneria di porto che lo sta trainando verso il porto. La nave militare Grecale rimane in rada. Si tratta di un barcone lungo poco più di venti metri, senza alcuna copertura, colorato tutto di blu e una striscia nera che lo attraversa da prua e poppa. E’ il peschereccio della morte recuperato da Nave Grecale nel Canale di Sicilia. A bordo vi sono almeno 30 morti, migranti rimasti intrappolati nella sala motori, schiacciati da altri passeggeri, e che hanno respirato il monossido di carbonio emesso dalle macchine. Sul posto ci sono i medici legali e gli investigatori delegati alle indagini.
Nel frattempo, la Polizia Giudiziaria ha individuato i due presunti scafisti. Dell’ennesima tragedia del mare quello della squadra mobile della Questura di Ragusa è l’ennesimo drammatico racconto, con un’imbarcazione stracarica, con le persone stipate come sardine: così quelle che si trovavano più in basso sono rimaste ‘schiacciate’ nella sala macchine. Non sono riuscite più a muoversi e hanno respirato il monossido di carbonio emesso dai motori, morendo per asfissia. Tutti uomini nordafricani, nessun bambino. Perché anche la nave dei migranti ha le sue ‘classi sociali’: i giovani neri sotto, sopra siriani, che possono pagare di più, o donne e bambini, versando un sovrapprezzo.
E le testimonianze dei superstiti fanno, di nuovo, rabbrividire: “Eravamo troppi, senza cibo, acqua e chi era nella stiva vicino al motore non riusciva a respirare. Credevamo dormissero, poi ci siamo accorti che stavano male, li abbiamo tirati fuori ma erano già morti; per non lasciarli in mare li abbiamo messi di nuovo dentro la stiva. Non abbiamo idea di quanti possano essere”.
Ecco la ricostruzione dei fatti della Squadra Mobile di Ragusa:
La Polizia Giudiziaria al momento ha individuato due soggetti probabili scafisti, responsabili anche della morte di circa 30 uomini che ancora sono all’interno del peschereccio tratto in salvo dalla Nave “Grecale” della Marina Militare che giungerà a Pozzallo nella tarda serata di oggi.
Le indagini sono in corso presso il C.P.S.A di Pozzallo e contestualmente un team di Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria sta per imbarcarsi e raggiungere la nave militare al fine di iniziare un’attività di sopralluogo sul peschereccio con i cadaveri e di escussione dei testi superstiti.
Al momento sono già stati raccolti importanti elementi di prova che sono al vaglio della Procura della Repubblica di Ragusa che coordina l’attività di Polizia Giudiziaria.
I migranti ascoltati fino ad ora raccontano di violenze inaudite dei libici nei loro confronti ed particolar modo nei riguardi degli uomini centro africani.
Tra lacrime e disperazione vengono tutt’ora escussi gli amici dei soggetti deceduti e qualche lontano parente: “Abbiamo provato a salvarli appena ci siamo resi conto, abbiamo fatto di tutto ma purtroppo era tardi, sembrava dormissero. Ed è stata tutta colpa loro, ci hanno messo li dentro come le bestie e non potevamo neanche uscire perché sopra era tutto pieno, non ci potevamo muovere”. “Abbiamo chiesto di tornare indietro perché eravamo troppi e rischiavamo ma non c’è stato nulla da fare, ci hanno detto ormai siete qui e dobbiamo arrivare in Italia”.
In corso altre attività d’indagine ed il trasferimento di circa 350 persone dai centri del ragusano a bordo di charter in partenza dall’aeroporto di Comiso.
L’Attività della Polizia di Stato è tesa a creare quelle condizioni di accoglienza presso il centro di Pozzallo per permettere l’immissione di nuovi ospiti.
La Polizia Scientifica e l’Ufficio Immigrazione hanno già identificato 300 persone e stanno continuando l’attività di identificazione mediante il rilevamento delle impronte digitali.
L’ufficio Ordine Pubblico della Questura di Ragusa ha già predisposto l’impiego di 40 uomini per l’arrivo del peschereccio e della nave militare che avverrà intorno alle ore 15.00.