“Siamo sotto incantesimo”: i Democratici scrivono al loro segretario provinciale

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Con la firma di dieci segretari di circolo e di un esponente parlamentare, un gran pezzo del Partito Democratico della provincia prova a mettere all’angolo il segretario provinciale Giovanni Denaro, affinché porti definitivamente il partito fuori dalle secche in cui è rimasto nella fase successiva al congresso di ottobre.

Dopo le liti furibonde tra le varie correnti, legate all’elezione del presidente dell’Assemblea, la minoranza chiede di ottenere il diritto di esprimerlo “senza altre condizioni”: un modo per dire che non saranno più accettati quei veti sui nomi che hanno determinato le fratture ancora non sanate.

La nota è stata, inviata al segretario provinciale del Pd di Ragusa – e per conoscenza al segretario regionale del Pd siciliano Fausto Raciti – è firmata dalla senatrice Venerina Padua e poi da: Giovanni Lauretta, segretario del circolo Pippo Tumino Ragusa; Tony Francone, segretario del circolo Rinascita Democratica di Ragusa; Giovanni Spadaro, segretario del Pd di Modica; Armando Cannata, segretario del Pd di Scicli; Gaetano Farina, segretario del Pd di Santa Croce; Sergio Failla, segretario del Pd di Chiaramonte Gulfi; Pino Amato, segretario del Pd di Monterosso Almo; Carmelo Ferraro, segretario del Pd di Giarratana; Gianni Stornello, reggente del secondo circolo di Ispica; Daniele Del Piano, segretario del Pd di Acate.

Sono trascorsi oltre sette mesi dalla celebrazione del congresso provinciale del nostro partito e tutto resta fermo, cristallizzato, vittima di una sorta di incantesimo dell’incomunicabilità cui stentiamo a riconoscere dignità politica, atteso che tutto resta appeso a un infinito braccio di ferro su nomi e veti.

In un momento in cui le altre formazioni partito vivono un momento di crisi o addirittura di disfacimento, la crisi morde dolorosamente famiglie e imprese che implorano una rappresentanza non trovandola in nessun interlocutore e l’elettorato si affida al nostro partito in una logica da ultima spiaggia, noi rischiamo clamorosamente di perdere una occasione storica, quella di rimetterci in sintonia con il nostro popolo, di mancare l’appuntamento con un momento “topico” della storia della nostra comunità e di deludere profondamente e irrimediabilmente le aspettative di cui siamo diventati depositari: sarebbe un disastro politico di cui ci verrà presentato il conto.

Alla luce dello scenario conseguente al voto europeo, il Pd nazionale ha deciso di imprimere una forte impronta unitaria alla gestione del partito perché è passato il tempo di sprecare energie in “dialettica interna”, oggi si deve tutti insieme cambiare l’Italia. Possibile che a livello periferico questo messaggio stenti a passare?

Non possiamo più permetterci l’immobilismo politico che ha caratterizzato questi mesi.

Per questo chiediamo al segretario provinciale di archiviare definitivamente questa sterile fase di veti e contrapposizioni, riconoscendo alla minoranza congressuale il diritto di esprimere il presidente dell’Assemblea provinciale senza porre altre condizioni che l’impegno a cooperare unitariamente per produrre nuova e incisiva iniziativa politica, cosa che ci viene chiesta a gran voce dai territorio e che finora abbiamo disinvoltamente disatteso.