Le imprese della Provincia di Ragusa possono contare su 141 giorni di reddito l’anno, su 365 di lavoro.
Dal 1 gennaio al 12 agosto, infatti, lavorano solo per pagare le tasse allo Stato. E a parziale consolazione, c’è che non se la passa nemmeno tanto peggio del resto delle province non solo della Sicilia, ma dell’Italia intera: nella classifica del “Total Tax Rate”, l’indice della pressione fiscale sulle imprese, Ragusa è anzi solo al 75esimo posto, con una percentuale del 61%.
I dati sono quelli che emergono dal report annuale dell’Osservatorio permanente della Cna. Il “podio” della classifica se lo conquistano Roma, Bologna, Reggio Calabria, e Catania si piazza al settimo posto: qui, infatti, si lavora per pagare lo stato fino al 17 settembre.
Va meglio negli altri capoluoghi siciliani: ad Agrigento fino al 2 settembre, a Messina fino al 24 agosto, Palermo fino al 23 agosto, Caltanissetta fino al 16 agosto, Ragusa – appunto – fino al 12 agosto, e a seguire Trapani ed Enna, fino all’8 agosto.
Resta il fatto che in tutta la Sicilia, e più in generale in gran parte dell’Italia, si lavora almeno per 8 mesi all’anno solo per pagare le tasse (il Comune in cui va meglio in assoluto è Cuneo, dove si lavora per pagare le tasse “solo” fino al 3 luglio), con un Total Tax Rate medio del 63,1%.
Il report della Cna evidenzia anche un altro dato rilevante e cioè che in questo TTR, l’incidenza della tassazione locale, cioè quella imposta dai Comuni attraverso Imu, Tarsu, ecc. va aumentando notevolmente rispetto agli anni passati: nel 2011 era il 15,9% del totale, nel 2014 è il 24,2%, dato su cui pesa notevolmente il passaggio dall’addizionale Tari alla Tasi (la tassa sui servizi indivisibili), che ha visto in un solo anno un incremento del 179%.
Leggi il documento esplicativo dei contenuti nel report della Cna: “Comune che vai, fisco che trovi”.