Nella partita decisiva per passare il turno e accedere agli ottavi di finale, l’Italia perde 1 a 0. E senza giocare bene. Anzi.
Si doveva vincere e bastava pure un pareggio. E invece è un patatrac, un disastro: battuta dall’Uruguay, azzannata da Suarez, mal gestita da Prandelli, la Nazionale è fuori. E torna a casa.
Forse troppo tesi per la posta in gioco, gli Azzurri stentano e faticano. E subiscono il gol che li caccia dal Mondiale, a 10 minuti dalla fine e in 10 uomini (dal 59esimo), a causa dell’espulsione (esagerata) di Marchisio. Ma è stata una partita, ancora una volta, brutta, bloccata, senza idee e in cui si è fatto veramente poco.
Nel primo tempo, il possesso palla è stato nettamente a favore degli Azzurri (circa il 70%), ma le occasioni migliori sono capitate agli uruguaiani, che hanno costretto Buffon a più di un intervento decisivo. Una doppia parata del capitano italiano al 32esimo ha infatti impedito prima a Suarez e poi a Lodeiro di portare i sudamericani in vantaggio. Per gli italiani, molti cross e molti tentativi centrali ribattuti dalla rocciosa difesa uruguaiana (Godin e Caceres, in particolare).
Nel secondo tempo, la musica non cambia. Uscito Balotelli, il nostro attacco è nelle mani del solo Immobile e fatichiamo molto a tenere la palla, là in avanti. E l’Uruguay si fa pericoloso con folate avvolgenti e ficcanti. Un tiro di Rodriguez esce non di molto al 57esismo. Poi, con l’espulsione di Marchisio al 59esimo, in dieci per mezz’ora, soffriamo ancora di più, costretti a stringere i denti e a rincorrere. Fino al gol di Godin, che ha spento la luce, le velleità e ogni (timida) speranza.
Queste le pagelle degli Azzurri.
Buffon – Primo tempo impegnativo e lui risponde molto bene. Ottima la doppia chiusura sul Pistolero Suarez prima e su Lodeiro poi. E di nuovo, con una prodezza, devia in angolo un tiro di Suarez nell’area piccola, nel secondo tempo. È tornato in forma e ha chiuso la saracinesca. Sul gol di Godin non può nulla: 6,5.
Barzagli – Ha da tenere il più pericoloso degli uruguagi: quel Pistolero Suarez che tremare il mondo fa. E dopo aver subito un tunnel, gli prende le misure. Non si capisce con Bonucci sul calcio d’angolo che ha portato al gol di Godin: 6.
Bonucci – I due colleghi di difesa li conosce bene e li dirige da par suo. Con lui la difesa a tre regge bene. Tenta qualche lancio ma senza molta precisione. Arriva tardi su Godin nell’angolo che porta in vantaggio l’Uruguay: 5,5.
Chiellini – Quando c’è da soffrire, combattere, prenderle e darle, lui c’è. Non è ancora il difensore che abbiamo conosciuto nella Juventus, ma tiene botta. In tutti i sensi. Anche quando il “cannibale” Suarez gli addenta una spalla: 6.
Darmian – La corsa e il fiato ce li ha. Prandelli lo mette a destra e lui non fa una piega. Qualche cross buono che Balotelli e Immobile non sfruttano. Il duello con Alvaro Pereira lo vince, ma l’Italia perde la partita. Nel finale ha il pallone della gloria: dovrebbe chiudere gli occhi e tirare al volo. Invece pensa, stoppa e maledice il destino: 6.
Verratti – Corre, dribbla, lancia, recupera. Un giocatore completo, capace di costruire il nostro gioco con classe e di interrompere quello degli avversari con grinta e intelligenza tattica. Esce per un colpo duro di Cavani a 15 minuti dalla fine. Gioca come nel PSG, senza paura di palleggiare, cucire, prendersi responsabilità. Atteggiamento da leader. È il migliore del nostro centrocampo: 6,5. Al suo posto uno spento, compassato e lento Thiago Motta. Che si fa travolgere da Godin sull’angolo che regala la qualificazione ai sudamericani: 5 meno.
Pirlo – Lo marcano a uomo (niente meno che Cavani, uno dei migliori attaccanti del mondo), ma lui riesce comunque a fare girare la squadra. In più corre e si danna, come un ventenne. Calciare la sua “maledetta” al 18esimo del primo tempo e mette in grossa difficoltà il portiere Muslera. Il solito metronomo e anche senza Marchisio al fianco si destreggia, giocando di sponda con l’altro maestro Verratti. Era la sua ultima partita con la maglia della Nazionale: peccato sia finita così. 6.
Marchisio – Sempre corretto ed elegante, stavolta trova una (ingiusta) espulsione a mezz’ora dalla fine. Fa muro a metà campo, ma non riesce a mettere il turbo e a farsi trovare in avanti per appoggiare le azioni d’attacco: 5.
De Sciglio – Al debutto mondiale, il difensore del Milan soffre parecchio. Gioca in fascia, ma più avanti del solito e si trova un po’ a disagio. Il compitino è svolto senza errori folli ma senza nessuna ispirazione o energia. Va poco sul fondo e quando lo fa, i suoi cross cadono nel vuoto. Come quelli degli ultimi venti minuti, con una squadra inspiegabilmente lasciata da Prandelli senza attaccanti centrali: 5.
Immobile – Sente l’emozione? Soffre il caldo? Di fatto la sua presenza, tanto invocata dai tifosi, non si nota. Corre, ma non riesce a tirare in porta. Nel secondo tempo, da solo in avanti, viene bloccato dalla difesa avversaria e dal fuori gioco: 5. Al suo posto, Antonio Cassano, che non smuove nulla: 5,5.
Balotelli – La sua partita, insufficiente, dura solo 45 minuti. Nervoso, mai in partita, lotta sulle palle alte senza successo. Voleva (e serviva) il gol e invece trova il tempo di farsi ammonire per un intervento da karateka al 22esimo. Doveva essere il suo Mondiale e c’erano tutte le condizioni ambientali (maglia da titolare per decreto, matrimonio con Fanny e affetto dei brasiliani) per scrivere un’altra storia. C’erano. E invece tweet, cartellini, proteste, chiacchiere, polemiche: 5. Al suo posto, Parolo, che si piazza sulla sinistra fa avanti e indietro. O almeno ci prova: 5.5.
Prandelli – Le dimissioni, irrevocabili, a fine gara (seguite da quelle del presidente della FiGC), sono un gesto da signore. Che però non alza il voto. A dire il vero, la squadra Azzurra esce non per questa sconfitta, ma per quella con la Costa Rica. Lui, il Cesare nazionale, aveva chiesto ai suoi di giocare con orgoglio per l’Italia, intesa come patria. Ma le sue parole sono cadute nel vuoto. Segno che forse non aveva in pugno lo spogliatoio. Pur cambiando modulo, ha rimediato un’altra brutta sconfitta. Quando pensava di potere portare a casa il pareggio, utile a passare il turno – dopo aver tolto un insufficiente Balotelli – toglie pure Immobile per mettere Cassano e lasciando l’attacco senza punti di riferimento. “Mister confusione”: 5.