Quei colpi di pistola in un caldo sabato mattina di inizio estate.
Una vita spezzata tra le pareti della scuola all’interno della quale per anni aveva insegnato, ai suoi ragazzi, come diventare adulti. È passato un anno dalla tragica e prematura scomparsa di Gianna Nobile, la professoressa di religione uccisa dal bidello Salvatore Lo Presti, e ieri mattina, alla villa comunale di Vittoria, la consulta femminile guidata dalla Presidente Rosetta Perupato e l’assessore alla Pubblica Istruzione, Piero Gurrieri, hanno voluto ricordarla piantumando delle rose bianche e apponendo una targa in sua memoria. Una cerimonia semplice, ma con la quale si è voluto dare un segnale forte: il ricordo delle persone che abbiamo amato in vita e che ci hanno lasciato insegnamenti preziosi non muore mai.
“I nostri occhi e la nostra testa sono rimasti lì” ha detto Gurrieri “in quel sabato ordinario che ha finito per segnare l’esistenza non solo di una famiglia per bene ma anche di un’intera comunità che, a distanza di un anno, non dimentica. Gianna Nobile era una delle figlie migliori di questa città. Donna, sposa, madre e docente esemplare. Ricordiamo il suo amore per la vita, per l’istruzione e per i suoi studenti, che tanto la amavano a loro volta e che in lei vedevano un modello da seguire. E, attraverso lei, ricordiamo anche le tante donne offese, ingiuriate, minacciate, perseguitate, violentate, uccise e chiediamo che per Gianna e per tutte le vittime di qualsiasi forma di violenza venga fatta giustizia rapidamente”.
“La cerimonia” ha spiegato Rosa Perupato “è stata voluta fortemente dall’associazione ‘Il Filo di seta’ ed è stata intrisa di tanta emozione. Con tre cespugli di rose bianche ed una targa abbiamo ricordato una donna che ha trovato la morte nella scuola, luogo che amava tanto. È stato un omaggio semplice, da parte delle donne, ad una donna speciale. Gianna Nobile non avrebbe voluto altro. Tante le persone venute ad omaggiarla: parenti, amici, alunni, politici e gente comune, con i loro messaggi dettati da cuori che, in un grande silenzio, battevano all’unisono”.
Nelle ultime ore, intanto, anche quella che era la pagina Facebook dell’insegnante di religione e che è ancora lì, quasi come un luogo della memoria in cui chi la amava cerca di trovare conforto e di sentirla vicina, è stata riempita da decine di messaggi. Una sorta di omaggio virtuale ad una grande donna il cui ricordo, ad un anno dalla morte, è più vivo che mai.