Confessa lo scafista del peschereccio con 311 migranti giunto a Pozzallo

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La Polizia Giudiziaria ha arrestato un egiziano di 29 anni, reo confesso, ritenuto responsabile di aver condotto il peschereccio con 311 migranti, di cui 99 minori anche neonati, giunto nei giorni scorsi a Pozzallo: “Ho sparso la voce negli ambienti frequentati dai soggetti dediti al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e dopo pochi giorni mi hanno chiamato”, ha confessato. I migranti erano originari prevalentemente dell’Eritrea, Bangladesh e Siria.
Il natante su cui viaggiavano i migranti è stato soccorso dalla nave danese “Robert Maersk”, cui è seguito l’intervento del rimorchiatore Nos Taurus.

Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa ed il Servizio Centrale Operativo (Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato), in collaborazione con un’aliquota della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Pozzallo e un’aliquota della Compagnia Carabinieri di Modica hanno iniziato le indagini sin dai primi istanti dell’approdo del rimorchiatore avvenuto in data mercoledì sera, il tutto mentre continuavano le indagini sugli altri sbarchi dove purtroppo hanno perso la vita dei migranti nelle fasi di trasbordo.

Gli sforzi della Polizia Giudiziaria sono stati enormi, in quanto il centro di accoglienza di Pozzallo era sovraffollato e questo non ha permesso una perfetta gestione dei testimoni che si chiudono in nel silenzio più assoluto quando sotto stress.
Gli investigatori piano piano sono riusciti a far vincere la paura di testimoniare e nel contempo hanno interrogato lo scafista, che in presenza del difensore ha reso piena testimonianza per il reato commesso.
Per addivenire all’identità dello scafista ci sono volute 20 ore di lavoro continuative, senza sosta per nessuno, personale di Polizia Giudiziaria, interpreti ed avvocati.

I migranti hanno raccontato di violenze inaudite durante la permanenza nei centri di “reclutamento” in Libia per poter partire per il viaggio in Italia alcune delle quali terribili anche solo da ascoltare.
Tra loro, una migrante siriana ha confessato di aver trovato la forza di partire grazie a Facebook: “Dal social network ho trovato la forza, in quanto altri connazionali mi spingevano a farlo per fuggire dalla guerra, lì ho letto le testimonianze di chi ce l’aveva fatta e mi sono decisa”.

Al termine delle indagini gli investigatori hanno appurato che in questo caso i migranti sono partiti tutti dalle coste libiche e che l’organizzazione composta da cittadini libici e dagli scafisti in questo caso egiziani ha incassato più di 500.000 dollari.