Le quattro mozioni presentate dai gruppi consiliari sulla questione dei Liberi Consorzi, alla fine ieri non sono state discusse. Dopo lunghe ore di dibattito che ha solo sfiorato il merito della questione, la seduta è stata rinviata a martedì 10 giugno, per dare il tempo alla maggioranza e all’opposizione di tentare la sintesi su un testo, possibilmente differente dai quelli già depositati, sul quale si possa trovare una più larga maggioranza.
La ricerca delle larghe intese, o piuttosto delle convergenze parallele, appare tuttavia possibile solo tra un ristretta rosa di possibilità: la maggioranza da una parte, ovviamente, e il Partito Democratico (o almeno due su tre dei suoi consiglieri) dall’altra.
Sebbene il sindaco Ignazio Abbate abbia manifestato la più ampia apertura, mettendo avanti la proposta di costituire una “commissione paritetica” formata da maggioranza e opposizione, che possa lavorare sul progetto di Modica e operare come una sorta di “delegazione trattante” con i consiglieri degli altri Comuni che si dovrebbero coinvolgere, i “paletti” a questa apertura li ha messi chiaramente il capogruppo di Fare Modica Andrea Caruso: “Dibattiamo, sì, ma solo con quei consiglieri che hanno avanzato proposte comunque in linea con il nostro obiettivo di costituire il libero Consorzio del Val di Noto (premessa su cui non trattiamo) e con i quali, dunque, si possa trovare un accordo sul modo di realizzarlo. Non possiamo certo trattare con il consigliere D’Antona e con coloro i quali hanno firmato la sua mozione”, ha chiarito Caruso, qualora potessero esserci dubbi.
La mozione di Vito D’Antona, infatti, firmata da 5 consiglieri dell’opposizione, andrebbe nella direzione completamente opposta: quella di non lasciare Ragusa, ma anzi partire dai confini della vecchia Provincia per provare, semmai, ad allargarli.
Similmente fa la mozione presentata dai consiglieri Giovanni Scuccess e Andrea Rizza. La mozione che più di tutte si avvicina a quella di Abbate e su cui dunque si può trovare la sintesi appare proprio quella del Pd, che propone come prima soluzione quella di perseguire la strada del Consorzio del Val di Noto e solo in subordine quella di riprendere i contatti con la vecchia provincia.
Dunque ci sarà tempo fino a martedì per portare a buon fine questa trattativa, che per Abbate sarebbe un risultato politico da portare a casa: oltre al mandato pieno ad operare nella sua direzione, la possibilità di ottenere in aula un numero di voti favorevoli il più vicino possibile alla maggioranza qualificata che servirebbe poi ad approvare la delibera finale, per il sindaco sarebbe già una vittoria, persino a prescindere dal fatto che di qui in avanti si presentino effettivamente le condizioni per concretizzare la sua idea di riorganizzazione territoriale.