I giovani che non hanno futuro, presi in giro dai politici e dalle loro false promesse. Senza più ideali in cui credere e senza più strade da percorrere. Giovani che senza alternativa scelgono la via estrema del suicidio. In un mondo in cui tutti i valori cambiano, in cui il valore della vita è in funzione della sua utilità, in cui si combatte per sopravvivere alla crisi, “La Pietà” di Andrea Pancino comunica il suo inesorabile oblio.
L’opera si preannuncia tra le più attese di Welcome to Paradise 4.
Una rievocazione di ciò che fu la pietà per Michelangelo ai tempi delle Signorie e del Potere Papale e lo specchio di ciò che ne rimane ai giorni nostri.
“I punti di forza sono la pistola e il sangue. La gente che si uccide per colpa dei debiti, rispecchia la società moderna, è una fotografia dei giorni nostri” sono le parole dell’autore che è solito scegliere opere famose del passato e reinterpretarle sotto la luce della contemporaneità. “L’uomo costretto a compiere il gesto estremo, a difendersi fino alla fine non vedendo alcun domani. Una provocazione? Anche. Una constatazione? In parte. Un concetto blasfemo? No”.
Riflettere sulla dignità e sulla precarietà della vita, su una pistola, su un corpo esanime. Farlo nel modo più toccante, quello della morte di Cristo, sacrificato per salvare le anime di tutti e risorto dopo tre giorni. Questa pietà si ferma alla morte. Cercata, interpretata come un atto di liberazione dal nostro tempo.
Questa pietà non ha speranza. Questa pietà è la sconfitta dell’uomo verso l’uomo.
Andrea Pancino, fotografo e artista trevigiano, ha scelto di voler interpretare questo tema, delicato e borderline,per fare in modo che le coscienze possano smuoversi.
Un messaggio globale per il risveglio delle anime, delle menti, del concetto di libero arbitrio nel rispetto del volere di Dio. Una comunicazione forte, crudele che non lascia nessuno indifferente.