Da 403 mila a 170 mila euro in meno di un anno: così la casa della signora Alessandra, ennesima “vittima” del sistema delle aste giudiziarie, rischia di essere svenduta. Per oggi è in programma la settima asta, dal luglio 2013, e ieri mattina è pervenuta infine una busta con un’offerta, che è stata depositata nello studio del professionista incaricato, in via Nazionale, a Modica.
Consapevoli di questo rischio, dato che già tre diversi potenziali acquirenti avevano chiesto di poter vedere l’immobile, gli attivisti del Comitato No Aste hanno organizzato un primo sit-in sabato mattina a casa della signora Alessandra e poi uno ieri, assieme a lei, davanti allo studio del professionista. Marcello Guastella, in rappresentanza del Comitato, ha ribadito: “Saremo di nuovo lì al momento dell’apertura delle buste e in questo, come negli altri casi, avvertiamo gli acquirenti che questa casa non l’avranno, almeno non nelle condizioni in cui l’hanno comprata”.
Al di là degli “avvertimenti”, però, ci sono considerazioni vere alla luce delle quali si propone di rivedere l’intero sistema delle aste, come i membri del Comitato spiegano insieme ai rappresentanti del movimento dei Forconi, che anche ieri erano lì a presidiare a quest’ennesima asta: “Il punto è che da questo sistema non trae guadagno né il debitore, che si vede semplicemente sottratti tutti i propri beni, spesso frutto del lavoro di una vita, né il creditore, che non vedrà saldato quanto attende. Gli unici a guadagnarci sono gli speculatori, che traggono da queste occasioni il grande vantaggio di acquisti sin troppo convenienti. Abbiamo denunciato più volte i rischi che questo sistema presenta, anche sotto il profilo della trasparenza”.
“Se riescono a vendere casa mia, rimango senza nulla”, ha ribadito ieri più volte la signora Alessandra: “Sono sola, senza un lavoro e con due figli, di cui uno minorenne, a carico. Non ho speranze che qualcuno mi aiuti. Fra l’altro, non riuscirei nemmeno a pagare i miei debiti”. Ciò che la signora deve alla Serit, infatti, supera i 200 mila euro, mentre il valore della casa è già sceso sotto questa soglia.
“Molti di noi o dei nostri figli sono rimasti senza lavoro”, si sfoga un altro dei Forconi: “Se non si sblocca nulla né nel settore dell’edilizia né in quello dell’agricoltura, nessuno sarà più in grado di pagare il mutuo”.
Intanto il Comitato No Aste la settimana scorsa ha avuto un nuovo incontro con il Prefetto di Ragusa Annunziato Vardè sul caso dell’asta del signor Manni, per la cui villa è stata presentata un’offerta di 250 mila euro (a fronte di un valore iniziale di oltre 800 mila): il Prefetto, pur non potendo prendere impegni concreti, ha assicurato di voler fare un approfondimento sul caso in questione, così come ha assicurato di voler continuare a seguire attentamente l’attività del Comitato.
[Fonte: La Sicilia]