È stato cordiale nei toni ma schietto nei contenuti il confronto tra il sindaco di Modica Ignazio Abbate e i colleghi del comprensorio modicano, nel corso della tavola rotonda organizzata ieri mattina a Palazzo Grimaldi per inizativa della neonata Associazione “Libero Consorzio del Sud est”, presieduta dall’ex senatore di Pachino Pietro Ferrara, che coinvolge i rappresentanti di quindici comuni.
Il sindaco di Pozzallo Luigi Ammatuna e il sindaco di Scicli Franco Susino, insieme all’assessore Mary Ignaccolo in rappresentanza del Comune di Ispica, hanno accettato l’invito pur esclusivamente per ribadire la loro distanza dal percorso orientato verso la costituzione del nuovo libero Consorzio del Val di Noto, condotto da Abbate.
I lavori sono stati aperti dal senatore Ferrara, che ne ha invece ribadito le ragioni: “Il nostro impegno” ha detto “deve essere quello della costanza e della perserveranza nel chiarire ai cittadini il significato del nostro progetto: la nostra idea non può rimanere un fatto culturale ma deve invece diventare un fatto sociale. In questo momento a Pachino non c’è ancora una amministrazione comunale, ma i cittadini sono d’accordo: tutti noi qui presenti viviamo in realtà che sono state martoriata dal predominio dei rispettivi capoluoghi di provincia. Non possiamo perdere quest’occasione”.
Gli ha dato man forte il padrone di casa, il presidente della Fondazione Grimaldi, prof. Uccio Barone. “Questa associazione nasce grazie ad una legge che, per quanto ampiamente criticata e criticabile, presenta un elemento politico che non si può non considerare: per la prima volta i sindaci si esprimono sul punto di volere o meno rimettere mano all’organizzazione del territorio. Allora dobbiamo chiederci se siamo soddisfatti o meno dell’attuale organizzazione provinciale che e la verità è che ci sono ampi pezzi dei comprensori modicano e netino che non lo sono. E anche se ci sono forti resistenze, dobbiamo saperci dire che un libero consorzio non divide: non ci dividerebbe da Ragusa, ma ci consentirebbe di tentare un’organizzazione diversa, di tentare il cambiamento”.
Ma ci sono punti di vista molto distanti da questo, a cominciare da quello del sindaco di Scicli Franco Susino: “Onestamente mi ribolle il sangue nelle vene quando sento discorsi a tal punto campanilisitici. Spesso si parla di danni che avremmo subito da Ragusa, per esempio nel settore della sanità: ma io ho fatto per trent’anni il medico all’ospedale di Scicli e se qualcuno ha condotto un tentativo continuo di fagocitarci, quella è stata proprio Modica. Chi ci ha rovinato non è stata la provincia di Ragusa: non è stata l’istituzione ma la politica. Allora io dico che sono aperto a tutte le soluzioni, ma dobbiamo liberarci dei campanilismi e volare più in alto nell’interesse del territorio: per questo, anche se il punto sarà trattato nei prossimi giorni anche in seno al Consiglio comunale di Scicli, proporrò che se ne faccia uno aperto in modo da far partecipare tutti”. Anche il sindaco di Pozzallo Luigi Ammatuna ha ribadito che i comuni del comprensorio modicano hanno un discorso aperto e avanzato con il Comune di Ragusa, con l’idea di difendere i confini della vecchia provincia, puntando semmai ad allargarli.
Di contro, Abbate ha ribadito la sua posizione, contro “coloro che sono interessati a mantenere lo status quo”.
Le conclusioni sono state affidate nuovamente al senatore Ferrara: “Intendiamo andare avanti” ha detto “proponendo che i consigli comunali ci ascoltino prima di approvare le delibere sul tema e procedere dunque con i referendum: a differenza delle province, che furono disegnate dall’alto, i consorzi si definiscono liberi perché li disegna la popolazione“.
[Fonte: La Sicilia]