“La mia proposta è che si facciano consigli comunali aperti in tutti gli undici Comuni su dodici che intendano portare avanti un percorso condiviso e che i sindaci siano di volta in volta tutti presenti”.
Il primo cittadino di Pozzallo Luigi Ammatuna, che ha ospitato nella propria città l’ultima riunione per il Consorzio del Val di Noto, tentando di portare le proprie ragioni, ribadisce ora coi fatti la propria contrarietà all’ipotesi del collega Abbate: “Con il sindaco di Ragusa” spiega anzi “concordiamo sul fatto che non molleremo e rafforzeremo nelle sedi istituzionali le nostre intenzioni”.
“Al collega Abbate” gli fa eco il sindaco di Ispica Piero Rustico “ricordo che queste non solo non sono scelte che possono fare i sindaci, ma addirittura che non possono farle i Consigli comunali: le faranno le popolazioni. Non c’entrano dunque le maggioranze politiche: c’entrano quelle che si formano su argomenti generali come questo, che determineranno il futuro del territorio. Dal canto mio posso dire che la gente ha ben chiaro che un Consorzio piccolo sarebbe privo di prospettive”.
Dall’altra parte della “bilancia” della ex provincia in cui “l’ago” è Ragusa, il primo cittadino di Vittoria Giuseppe Nicosia, che martedì 27 ospiterà la prossima conferenza dei sindaci, pur non mettendo in dubbio “il diritto del sindaco di Modica e dei suoi cittadini di fare le proprie valutazioni”, mette bene in chiaro il suo punto di vista: “È vero che la politica condotta dalla Provincia di Ragusa non è stata condivisibile proprio perché troppo a lungo ragusanocentrica” spiega Nicosia. “Anzi, se proprio devo dirla tutta, molto squilibrata sul versante modicano. Eppure questo non mi ha mai fatto pensare nemmeno per un minuto di poter individuare altre tipologie di rapporti e di e alleanze: e ciò, nonostante una proposta forte venuta da Gela, che forse avrebbe presentato altro genere di convenienze, ma che nulla avrebbe avuto a che vedere con le identità territoriali e storiche. Dividere l’ex provincia è un’ipotesi che mi sento di definire contro natura: penso che il modello Ragusa sia riconosciuto e riconoscibile in tutta la Sicilia e nel meridione d’Italia, che sia una delle identità più forti variegate e forti, che sarebbe un peccato smembrarla e che bisognerebbe anzi rafforzarla. Aggiungo di non poter vedere di buon occhio la nascita di Consorzi piccoli e che anche alla luce di questo rischio dovremmo cercare di interloquire tra noi e capire come poter applicare nel modo migliore questa legge, attenuandone i possibili guasti. Non nascondo infatti” precisa Nicosia “che si tratta a mio avviso di una legge malfatta: le Province andavano eliminate veramente, ripartendone le funzioni residue tra Regione e Comuni, cosa che sarebbe stata anche molto più semplice e capace di produrre un vero risparmio. Questa operazione rischia invece come al solito di cadere sulle spalle dei sindaci: per questo, dato che ormai la legge è fatta, dobbiamo sforzarci di applicarla nel modo più saggio”.
Anche Nicosia vede di buon occhio l’ipotesi di provare ad allargare i confini della vecchia provincia di Ragusa: “Ci sono molti Comuni che si sentono vicini a noi e distanti dai grandi centri a cui fanno riferimento: penso a Mazzarrone e Licodia, così come penso che non dovrebbero esserci difficoltà a coinvolgere i Comuni del siracusano. Ridurre ulteriormente i confini, anziché lavorare per ampliarli, vorrebbe dire ridurre di molto il nostro potere amministrativo futuro”.
[Fonte: La Sicilia]